807 views 13 min 0 Comment

LE MISURE RESTRITTIVE AGLI OSPITI DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA: PARLA UN OPERATORE (Inchiesta BL Magazine)

- 05/11/2018


Apertura dei pacchi e rientro a “casa” alle 20:00. L’esperienza a caldo degli operatori-controllori

La scorsa settimana, durante un consueto cerchio nelle due strutture in cui opero, mi sono reso disponibile a comunicare la missiva del Prefetto che impone di fatto ai migranti il rientro alle ore 20 a casa fino alle ore 8 del giorno seguente, e concede la facoltà a noi operatori di controllare i pacchi che i richiedenti asilo spediscono alle loro famiglie.

Una notizia già preannunciata sulla base delle stesse dichiarazioni rese pubbliche sui giornali dal Prefetto di Firenze.

Quei pochi minuti di dibattito sono stati momenti terribili e in tutta la mia carriera non avevo mai pensato di rendermi “complice” di una “regola ideologica” paradossale e fortemente restrittiva delle libertà individuali della persona.

È una decisione discriminante perché non solo rappresenta una scelta condivisa e tracciata da un lungo processo di delegittimazione verso i diritti dei migranti, ma preoccupa la totale indifferenza e sintomatologia che la stessa ha innescato nell’opinione pubblica.

Dove sono finiti i processi culturali, la memoria e i concetti di multicultura e intercultura?

Durante l’incontro alcuni ragazzi hanno riso del messaggio della Prefettura, rendendosi partecipi di un intenso e acceso dibattito verso di me perché rappresentavo in quel momento il “sistema”.

Il ruolo dell’operatore nasce per effetto di una crisi del sistema e si inserisce come principio regolatore che intercetta e scioglie le maglie delle difficoltà burocratiche tra Stato e migranti che riscontrano quotidianamente nella lunga e faticosa attesa (da sei mesi a due anni) prima di essere ascoltati dalle Commissioni con eventuale ricorso (in totale tre anni).

In questo periodo di attesa è possibile accompagnarli, avviare un processo di conoscenza e acquisizione di competenze  volte all’autonomia ed autodeterminazione. Le persone che hanno scelto il nostro Paese desiderano realizzare un sogno legittimo, cioè quello di essere accolti indipendentemente dalle condizioni di provenienza. Risparmio la solita ideologia che ognuno è libero di fare ciò che vuole nel rispetto dei principi di libertà e uguaglianza, perché non è proprio vero. E’ un falso mito quello dei Paesi Occidentali.

Si pensi ad esempio alla contrapposizione tra Oriente ed Occidente e si guardi al Paese “principe” che “spaccia” democrazia e principi liberali come gli USA, cosa è in grado di innescare e provocare nel mondo.

In tre anni (la media del nord Europa si attesta a massimo un anno e due mesi tra commissioni e ricorsi) il migrante, insieme a noi operatori, vive moltissime difficoltà per via di un sistema ostile che invece di agevolare le possibilità dei richiedenti asilo di integrarsi, le riduce, per via delle troppe “falle” nel sistema degli Enti Pubblici che di fatto non comunicano tra loro e non collaborano per rendere accessibile i servizi al cittadino, figuriamoci a chi ancora non parla italiano.

Eppure ce la mettiamo tutta, e cerchiamo di rendere i migranti consapevoli di ciò che li sta intorno e consigliamo Dirigenti ed Enti a migliorare la qualità delle loro performance rendendoci disponibili a spiegare quali sarebbero le migliorie non solo per il nostro lavoro, ma per il dispositivo dell’asilo.

Da questo processo si evince che esistono grossi problemi che inducono a percepire preconcetti e pregiudizi antichi, mai risolti di un sistema complesso, talvolta complicato che chiede e non concede facilmente spazi di azione efficiente ed efficace.

Il processo di burocratizzazione è talmente complesso in Italia da rendere difficile la vita a qualsiasi cittadino sia esso abiti a Catanzaro, sia a Trento. Sfido qualunque cittadino italiano a dimostrarmi il contrario, figuriamoci un richiedente asilo.

Ebbene, la politica di questi anni cerca di insinuare colpe cercando di spostare l’attenzione da dispositivo dell’asilo al richiedente stesso.

Il problema dunque passa al richiedente-colpevole. Di quali colpe?

Colpevole generalizzato dai terrorismi e integralismi del mondo islamico. Colpevole di rendersi artefice e responsabile e al contempo stesso causa del sistema nella quale si è ritrovato. Colpevole e dunque punibile, perché  i tempi biblici di attesa sistema di accoglienza permette alla criminalità organizzata di reclutare alcune persone disperate ed in cerca di fortuna, richiedenti asilo e migranti economici. Si è sempre risaputo che chi scappa dalla fame o dalla guerra ha sempre un legittimo motivo.

Essendo i migranti economici la maggioranza, il rischio è che tutti possano diventare criminali e quindi potenzialmente pericolosi, pertanto si adoperano strumenti restrittivi come l’obbligo di dimora alle 20:00 di sera fino alle 8:00 del giorno dopo. Siamo all’apoteosi del disagio politico.

Come si identifica un richiedente asilo e quali sono le conseguenze e le decisioni se si disobbedisce?

In realtà non esiste nessun elemento che spieghi in maniera chiara, precisa, attenta e puntuale le norme che dovrebbero identificare gli ospiti dei centri CAS, né le misure che verrebbero prese se si dovessero verificare episodi devianti. Nella missiva della Prefetta infatti non si parla in nessun modo delle conseguenze o provvedimenti verso gli ospiti. Pensate se il Prefetto della vostra Città imponesse un coprifuoco per motivi di sicurezza alle ore otto in maniera indiscriminata, pensate per un attimo all’enorme difficoltà delle forze dell’ordine che dovrebbero intercettare in giro i migranti ospiti dei CAS e del clima che si sta creando.

La norma, di fatto, avrebbe avuto senso se si fosse intercettato un chiaro orario che imponesse al richiedente l’obbligo di dimora. Un orario deciso e concordato anche sulla concertazione con i veri protagonisti del sistema, cioè migranti e responsabili delle strutture. Invece, tale decisione è maturata senza alcun tavolo di confronto come spesso accade.

Altro aspetto è il controllo dei pacchi: per nostra esperienza rimandiamo al mittente perché viola la libertà e la privacy dell’individuo e ad oggi non esiste alcuna disposizione che indichi che l’operatore debba assolvere alle funzioni di pubblica sicurezza. Solo i responsabili diventano di fatto Pubblici Ufficiali ed in teoria notificano direttamente e “forse” dovrebbe competere loro il difficile compito e facoltà di aprire i pacchi con dentro chissà quali oggetti sospetti o di dubbia provenienza.

Lo Stato legittimamente può decidere quali siano i criteri oggettivi e soggettivi di pubblica sicurezza, ma non è dovere-obbligo dell’operatore dell’accoglienza di controllare oggetti al posto degli agenti preposti con mandato dell’autorità giudiziaria ed effettuare controlli sulla base di predisposizioni ed indagini.

Manca inoltre una legge che inquadri, indichi e identifichi chi è e cosa fa l’operatore dell’accoglienza. Una legge professionalizzate che pone fine alla diatriba che da anni interessa la nostra “categoria”.

I richiedenti asilo hanno firmato un contratto al momento dell’accoglienza e per ordine della Legge i nostri ospiti hanno il diritto di tenere materiale sufficiente alle loro necessità senza invadere lo spazio altrui. Per quanto riguarda i pacchi, sono stati sempre ragionevolmente concordato, pochissimi e strettamente legati alle loro necessità personali. Il fatto di aver comprato oggetti di valore non deve interessare in nessun modo nessuno visto che fino a prova contraria la libertà individuale è inviolabile. Si ma loro cosa fanno con i nostri soldi? Esattamente quello che farebbe un qualsiasi cittadino regolare incensurato se chiedesse qualsiasi forma di contributo economico diretto o indiretto per essere aiutato dallo Stato in un momento di difficoltà. Il fatto che c’è ne siano pochi di sostegni non è assolutamente vero e di fatto non è colpa dei migranti, ma dei politici e delle loro promesse.

Tale visione è resa reale da una politica che mette al centro la narrazione persuasiva delle paure con il risultato di un’ impoverimento culturale e fortemente distorto o parziale della realtà.

I cittadini italiani non conoscono i numeri reali, non sanno, non vogliono e non riescono nemmeno a saperlo quali siano i benefici dei flussi di umani.

Gli esseri umani migrano da sempre. Il viaggio per molti africani ha risposto ad un “mandato famigliare” ancor prima che personale, vedi la storia recente delle migrazioni del ‘900.

Uscire dalla disperazione della fame e della miseria ed avere accesso alle cure e prestazioni non è già un chiaro e legittimo motivo per “scappare”?.

Ministro Salvini – Prefetta Laura Lega: “Qual è la differenza tra fuggire per la guerra e fuggire per la fame?”

Cari italiani, lo sapete che l’Italia è il dodicesimo Paese per ordine di accoglienza?

E che i “Campioni” di accoglienza sono Austria e Svezia? I due Paesi hanno garantito protezione rispettivamente a 33925 e 31235 richiedenti asilo. Anche in questo caso si tratta di un numero consistente, soprattutto tenendo conto della demografia locale. I due stati contano infatti rispettivamente 9 e 10 milioni di abitanti. In poche parole, per ogni milione di abitanti locali sono stati accolti più di 3mila richiedenti asilo.

Classifica richiedenti asilo

Le nazioni UE che garantiscono protezione ai richiedenti asilo. Fonte Eurostat per La Repubblica

Per non parlare poi della diminuzione della popolazione che entro il 2030 potrebbe ridursi della sogli dei 60 milioni se non si mette in atto una vera rivoluzione nel campo del concetto di “transizione demografica”.

Queste alcune domande dei richiedenti asilo:

Abubakar: Quindi dopo le 20:00 mi stai dicendo che non posso uscire con la mia ragazza?

Sadiiq: Italia Razzista! Io che ho sempre rispettato le regole perchè vengo trattato come se avessi gli arresti domiliciari? Chi lavora o studia o frequenta la Parrocchia o gioca a calcio non potrà fare due chiacchiere con gli amici perché devo ritornare? Perché siamo messi nelle stesse condizioni di una persona che ha commesso un reato? Un delinquente? E se esco da solo per andare dal medico di guardia e mi ferma una pattuglia? Quali sono i criteri che poliziotti e carabinieri adotteranno per fermare una persona? È rivolta solo a noi di colore? Se il controllo è rivolto a noi di colore, essendo Firenze una città multietnica come faranno i carabinieri e poliziotti ad identificarci? Una volta identificati e fermati, cosa succederà?

Fonti e approfondimenti: Tabella Eurostat, Asgi;

https://www.asgi.it/asilo-e-protezione-internazionale/con-i-migranti-per-fermare-la-barbarie/

 

<hr>Condividi:
- Published posts: 5

Le idee sono il sale! Non mi fermo mai perchè mi ritengo un instancabile attivista romantico, sognatore.