Sono già molte le nazioni del mondo che riconoscono il cosiddetto “terzo sesso” o sesso x, ovvero l’identità di genere di chi rifiuta il binarismo uomo/donna e non si riconosce in nessuno dei sessi biologici esistenti. O magari si riconosce in entrambi.
A ben vedere, non sono solamente le nazioni più socialmente avanzate a consentire burocraticamente l’appartenenza al terzo sesso, o al sesso indefinito. All’Australia, alla Nuova Zelanda, alla Danimarca e al Canada, paesi da sempre all’avanguardia in tema di diritti civili e sensibilizzazione a tematiche legate all’identità di genere, perfino il Nepal, il Bangladesh, l’India ammettono l’appartenenza al “sesso x“. E anche il senato pakistano, la camera alta di un paese fortemente islamizzato, dallo scorso marzo ha consentito ai transessuali di indicare l’appartenenza al terzo genere sui propri documenti.
Quello che quindi sta accadendo in Argentina non è un caso isolato, ma vale la pena di essere raccontato.
La storia di Geronimo Carolina
È accaduto a Mendoza, una delle città più importanti a livello urbanistico dell’intero sudamerica, famosa per i suoi vini e le sue architetture art déco, che Maria Carolina Gonzàlez, 32 anni, si è fatta ribattezzare all’anagrafe come Geronimo Carolina, e ottenendo che in nessuno dei suoi documenti comparisse l’appartenenza ad un genere sessuale definito: né sul certificato di nascita né sulla carta di identità.
“Potete chiamarmi come volete: Geronimo o Carolina. Potete anche usare la “a”, la “o” o la “e”. Nessun problema. Non mi interessa” commenta Geronimo Carolina.
È la legge argentina sull’Identità di Genere, una delle più moderne a livello mondiale, ad aver permesso agli uffici di Mendoza di procedere in questo modo. In Gli uffici di Mendoza hanno applicato la legge nazionale sull’Identità di genere n. 26.743 del 2012, una delle più aperte a livello mondiale e spesso presa ad esempio dalle legislazioni europee per aggiornamenti alle normative previgenti.
La legge in questione richiede solo la volontà della persona per avviare il percorso di transizione, specificando, all’art. 4: “In nessun caso potrà essere richiesto un intervento chirurgico di riassegnazione genitale totale o
parziale, nè richiedere terapie ormonali o un trattamento psicologico o medico.”
E sottolineando, all’art. 6: “Le procedure di correzione della registrazione previste dalla presente legge sono gratuite, personali e non sarà necessaria l’intermediazione di alcun incaricato a gestire le pratiche o avvocato.”
Ma torniamo a Geronimo Carolina, che in un’intervista a viapais racconta il suo percorso di cambiamento: “Sono stato ricevuto dal dottore, sono stato sposato. Avevo il lavoro in un’ambulanza per il pronto soccorso. Tutto doveva andare bene, eppure non andava bene. Sentivo di aver bisogno di più cose, altre cose. Altri cambiamenti“.
Geronimo Carolina ha poi parlato del suo aspetto: “Non volevo scegliere di essere un uomo o una donna da inserire in una struttura predeterminata. Mi sento più maschio, ma sono femminista. E non mi piace la figura maschile patriarcale, l’immagine di un maschio può a volte essere violenta. Non sono però a mio agio neanche ad essere donna. A volte indosso vestiti femminili, ma preferisco quelli maschili. E Mi piacciono i capelli corti. La verità è che la mia immagine è più quella di un uomo gay che non quella di un maschio omosessuale” ha aggiunto.
L’Argentina nella morsa dei No Gender
La notizia, per quanto curiosa, giunge in un momento in cui in Argentina sono fortissime le contrapposizioni ideologiche tra gli attivisti no gender contro il governo del paese, che hanno chiesto il ritiro di una legge, approvata dalla Commissione Parlamentare Educazione e Famiglia, con la quale si promuoveva l’educazione sessuale nelle scuole alla luce delle recenti conquiste in tema di diritti civili.
Uno spauracchio “gender” che ha messo in allarme le gerarchie ecclesiastiche e la comunità cattolica tutta, che si è ribellata al tentativo di “imporre contenuti in contrasto con la morale comune”: tematiche importantissime da un punto di vista sociale come la diversità delle famiglie e i metodi contraccettivi.
In seguito ad una partecipatissima manifestazione tenutasi a fine ottobre a favore della famiglia naturale in cui migliaia di persone sono scese in piazza al grido di #ConMisHijosNoTeMetas (Non si scherza con i nostri figli), il presidente argentino Mauricio Macri non solo ha deciso di ritirare la proposta di legge in corso di approvazione, ma ha anche aggiunto che la legge vigente “non ha bisogno di essere modificata”, e che il governo crede nel ruolo “principale e fondamentale” della famiglia e nella “innegabile” responsabilità dei genitori nell’educazione dei loro figli.
fonti: ViaPais, Intersexioni e Certi diritti per la traduzione della legge argentina