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Niente mare per i bimbi malati di AIDS a Bitonto. Come tutelarsi da queste discriminazioni?

- 10/07/2019
bari bambini aids


Questa settimana la rubrica BL Legalità prende spunto dal triste caso dei bambini della fondazione “Santi Medici” di Bitonto a Bari (BA) si sono visti negare l’accoglienza presso una struttura ricettiva poiché, per quanto emerso, sieropositivi (qui l’intera vicenda).

In precedenti articoli abbiamo già affrontato alcune delle problematiche connesse alle diverse discriminazioni legate a sieropositività e AIDS

Per capire meglio la situazione, e comprendere la gravità dell’accaduto, occorre sapere che il titolare della struttura ricettiva può rifiutare di ospitare il cliente solo nel caso in cui non abbia disponibilità di posti o se il cliente si rifiuti di mostrare i propri documenti o di corrispondere il prezzo pattuito

Nel caso che stiamo analizzando appare evidente come la struttura non avesse alcun diritto di rifiutare l’accoglienza ma che questo rifiuto si sia basato su una scelta personale della dirigenza.

Possiamo in questo caso parlare di discriminazione? A mio avviso sì.

aids bambini bitonto

Come detto in precedenza, non esiste alcun motivo legittimo per rifiutare a dei bambini, che peraltro non avevano necessità specifiche o particolarmente complesse, di soggiornare presso la struttura.

In che modo, quindi, ci si può tutelare?

Facendo ricorso ai Decreti Legislativi 215 e 216/ 2003 che disciplinano la parità di trattamento fra le persone dall’origine etnica, dalla provenienza, dalla religione, dalle convinzioni personali, dalle disabilità, dall’età e dall’orientamento sessuale.

I due decreti, di fatto, stabiliscono che nessuno può essere trattato meno favorevolmente di altri in ragione della sua origine etnica, provenienza, religione, delle sue convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.

L’applicazione di questo principio è praticamente universale e conseguentemente si estende anche all’alloggio.

Come tutelarsi da questo tipo di discriminazione?

Occorre rivolgersi al giudice chiedendo il risarcimento del danno e, laddove possibile, la rimozione della discriminazione. Questi, tuttavia, sono rimedi che per quanto giusti non possono di certo ripagare della sofferenza che si riceve quando si vede negato un diritto.

Non si tratta di una questione giuridica quanto di una questione di ordine morale ed etica. Noi non possiamo intervenire sul comportamento e sulle idee delle persone che ci circondano né abbiamo un dovere, o obbligo, di accettarle ma possiamo sicuramente dimostrare il nostro dissenso in maniera legittima.

In che modo possiamo dimostrare – legittimamente – il dissenso?

Se abbiamo soggiornato o usufruito di un servizio presso una struttura e siamo stati vittime di una discriminazione ebbene possiamo denunciarlo e possiamo postare una recensione negativa sui social network ai fini di rendere nota la vicenda al pubblico.

Oppure come suggerito da una mia Collega, Cathy LaTorre, che si occupò della discriminazione subita da due ragazzi omosessuali che in Calabria si videro negata la possibilità di soggiornare presso la struttura, si può scegliere di boicottare la struttura.

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Non faccio l'Avvocato ma lo sono. Calabra di nascita e "fiorentina" per adozione.

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