Questa settimana per la rubrica BL legalità affronteremo un argomento relativo a dei quesiti che molto spesso vengono posti.
Se io acquisto un bene in un negozio posso cambiarlo? Come? In quanto tempo?
Occorre rilevare che esiste, dal punto di vista giuridico, una grandissima differenza di tutela tra chi acquista direttamente in negozio e chi fa i suoi acquisiti on line.
Paradossalmente, chi acquista on line gode di una tutela privilegiata poiché non entrando materialmente in contatto col prodotto può trovare dei difetti solo dopo averlo acquistato o più semplicemente può, solo dopo averlo ricevuto, verificare se il prodotto corrisponde o meno a quello che cercava o a quello pubblicizzato.
In questo caso, solo in questo, il consumatore ha 14 giorni di tempo per esercitare il proprio diritto di recesso o di ripensamento.
In negozio le cose, ovviamente, cambiano perché il prodotto può essere visto, indossato, provato e non esistono sostanzialmente barriere che possano giustificare un ripensamento.
Che fare allora se ci rendiamo conto di aver fatto un acquisto sbagliato? Non potendo ricorrere al recesso o diritto di ripensamento se si compra in negozio si ha la possibilità di restituire il bene solo in due casi.
Quando ci troviamo di fronte ad un difetto di costruzione oppure quando, immediatamente dopo l’acquisto, si verifica la rottura oppure il danneggiamento, anche di un singolo componente del prodotto.
Ci troviamo di fronte ad un difetto di costruzione quando il bene che abbiamo acquistato non funziona come dovrebbe.
In questi casi si presume che il problema, visto che il bene è stato appena acquistato, sia preesistente e, quindi, ci si trovi dinnanzi ad un difetto di fabbrica oppure ad un problema legato all’errata conservazione del bene da parte del venditore.
La seconda ipotesi si verifica quando in un primo momento il bene sembra funzionare correttamente salvo poi rompersi o danneggiarsi senza che sia occorso un evento che possa giustificare un tale rottura o danneggiamento.
In entrambi i casi il venditore è tenuto a sostituire il bene.
Quando il prodotto si considera difettoso?
Il prodotto si considera difettoso quando non è idoneo all’uso per cui è stato acquistato, quando dimostra di avere delle caratteristiche diverse da quelle descritte dal venditore, non ha le solite funzionalità di un diverso bene acquistato allo stesso scopo.
Il difetto, se lo denuncia un consumatore, deve essere comunicato entro due mesi da quando ci si rende conto del difetto e mai oltre i due anni. Se chi acquista, invece, è un professionista, beni acquistati tramite partita iva, allora il difetto deve essere denunciato entro otto giorni dall’acquisto.
Il consumatore, in questi casi potrà chiedere la riparazione o la sostituzione.
Se i due rimedi non sono utilizzabili allora si potrà scegliere tra la riduzione del prezzo e la risoluzione del contratto.
Nella seconda ipotesi, il bene che si rompe o si deteriora senza che qualche evento possa giustificare l’accaduto, la Legge stabilisce una garanzia di due anni che si riduce ad uno se l’acquisto è stato fatto utilizzando la partita Iva.
Quando denunciare il problema?
La denuncia va fa fatta entro 60 giorni da quando si è scoperto il problema e si possono richiedere, come accade nell’ipotesi precedente, la sostituzione e la riparazione.
Se queste non sono possibili allora si potrà chiedere la riduzione del prezzo o il rimborso integrale.
Da quanto detto appare evidente che non si ha diritto al cambio quando la taglia è sbagliata, se il colore non ci piace oppure se abbiamo comprato un bene che non è fa ottenere il risultato sperato.
Esempio tipico è quello di chi compra una piastra per poter avere i capelli ricci. In questo caso il cambio non può essere attuato salvo che il consumatore non dimostri di aver chiarito l’uso che avrebbe fatto del bene e che il commesso comunque gli ha venduto un prodotto inutile allo scopo!