Rischia addirittura il carcere l’attivista lgbt e avvocato polacco
Elżbieta Podleśna, arrestata e tenuta in stato di fermo con l’accusa di aver offeso “il sentimento religioso“.
Tra le colpe di Elżbieta, 51 anni e una vita dedicata all’attivismo per la conquista dei diritti di gay, lesbiche e transessuali, c’è quello di aver realizzato dei poster raffiguranti l’icona bizantina della Madonna Nera di Czestochowa con un’insolita aureola arcobaleno, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica (incluse le frange religiose) sulle istanze della comunità lgbt e promuovere l’uguaglianza.
La Podleśna è stata arrestata appena tornata dal Belgio, dal quale stava rientrando dopo aver seguito alcuni eventi con Amnesty International. Non solo: la polizia, che già da tempo aveva richiesto l’accesso a strumenti di videosorveglianza per controllare gli spostamenti della donna, ha anche perquisito l’abitazione della Podleśna, confiscando laptop, cellulare e schede di memoria.
L’offesa ai sentimenti religiosi e il “barbarismo culturale”
L’immagine oggetto del poster raffigura un’icona bizantina molto venerata in Polonia e in tutta Europa, la Vergine Nera di Częstochowa conservata nel santuario cattolico di Jasna Góra.
In Polonia l’offesa ai sentimenti religiosi è una fattispecie di reato che può comportare una pena detentiva fino a due anni.
Aspra la condanna del ministro degli interni Joachim Brudziński, appartenente al partito della destra polacca, che ha condannato i manifesti come “barbaria culturale“: “Raccontare storie di libertà e tolleranza” ha dichiarato al maggiore quotidiano del paese “non dà a nessuno il diritto di offendere i sentimenti dei credenti“.
Quella del ministro è solo l’ultima dichiarazione di tante che hanno consentito, purtroppo, il diffondersi di sentimenti omofobi nella popolazione. Ogni giorno si sente parlare di “attacchi diretti a famiglie e bambini”, di cui è in pericolo “la sessualizzazione”, che minacciano l’identità dello stato polacco.
L’indignazione di Lambda
Gli attivisti LGBTI credono che questa sia propaganda elettorale per le prossime elezioni europee e politiche: in particolare, un portavoce di Lambda Warsaw ha dichiarato di essere “indignato”, annunciando una manifestazione a sostegno di Elżbieta che si è tenuta proprio oggi, e denunciando una certa frustrazione per non essere in grado di fronteggiare e contenere la deriva omofobica del Paese: “Ci sono molti casi simili su base giornaliera” dice il portavoce “Non abbiamo abbastanza risorse per essere in grado di agire quanto vorremmo”.
La più antica organizzazione per i diritti LGBTI spera tuttavia che l’arresto sia solo un tentativo di intimidazione nei confronti degli individui LGBTI.
“Data la mancanza di prove di un crimine qui, possiamo solo vedere che Elżbieta è stata detenuta per il suo pacifico attivismo” dichiara Amnesty International in una nota. “Invitiamo invita le autorità polacche a smettere di molestare manifestanti pacifici e attivisti in Polonia. Limitare gli attivisti a esprimere liberamente le loro opinioni nel Paese è illegale e deve cessare immediatamente“.
fonte: gaystarnews