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Roccacerro: il borgo abruzzese LGBTQI+ più piccolo d’Italia

- 20/03/2022


Sono rari i paesi, soprattutto quelli molto piccoli e in una regione come quella abruzzese, a dichiararsi così apertamente a favore dei diritti LGBTQI, tanto da mettere la bandiera arcobaleno sopra il cartello d’ingresso al paese.

Tempo fa ricevetti un messaggio su whatsapp da un caro amico della redazione, Peppe Millanta, scrittore e cantastorie, un vero e proprio punto di riferimento per noi e per il nostro territorio, con questa foto meravigliosa:

Cartello stradale arcobaleno di Roccacerro.

All’inizio pensavo che fosse in riferimento alla bandiera della pace, visti i tempi che corrono. E invece… il borgo Roccacerro è un borgo a maggioranza LGBTQI+.

Ho fatto una chiacchierata con Barbara, roccatana doc, per chiederle il motivo di questo arcobaleno inaspettato e per noi tanto gradito.

Barbara, ci dici prima di tutto chi sei?

Sono Barbara, sono nata e cresciuta a Roccacerro, qui ho la mia famiglia, le mie origini, e fino a qualche anno fa l’ attività dei miei genitori. 
All’età di 20 anni comincio a dividere le mie “faccende” tra Roma e il mio piccolo paesino, da un paio d’anni, quando siamo stati travolti dal covid che sono in pianta stabile qui, nel mio posto sicuro. Crescere alla Rocca, come la chiamiamo noi, ha significato vivere un’ infanzia felice, una scuola con solo 5 bambini, spazi infiniti per giocare, il contatto con gli animali e una grandissima, enorme famiglia che comprendeva tutti gli abitanti, che all’ epoca erano una settantina di persone.

Dove si trova esattamente Roccacerro?

Roccacerro è nella provincia de L’Aquila ed è una piccola frazione di Tagliacozzo. Percorrendo la Via Tiburtina Valeria da Roma verso Pescara, esattamente al km 87.300 ed è il primo paese della Marsica oltre i 1000 metri di altitudine.

Ci racconti qualcosa della storia di questo piccolo borgo?

Dagli studi ci sono tracce di questo paese già nel 300 d.C., a quanto pare vi erano degli avamposti romani. Da qui passò Corradino di Svevia per andare a perdere la battaglia dei piani palentini contro Carlo d’Angiò; qui abbiamo la Basilica di Santa Maria degli Angeli con bolla papale del 1630, qui morì negli anni venti uno dei pionieri dell’Harley Davidson in Italia, tale Domenico Malvisi.

Posto strategico durante la seconda guerra mondiale, siamo stati bombardati.

Dagli anni ’70 in poi Roccacerro ha iniziato a vedere i suoi abitanti migrare verso città più grandi: chi ha scelto la capitale, chi si è spinto verso il nord Italia e chi all’estero, lasciando i propri “vecchi” a godere dei panorami e degli scorci del borgo roccatano.

A proposito di “vecchi”: questo paese ha cantato la presenta di un alto numero di ultracentenari, ora siamo rimasti in 25 ad abitare stabilmente qui. È durante i week end, le feste, la stagione più calda, che ci moltiplichiamo, siamo famosi per essere dei gran “festaioli”. 

Perché avete scelto di mettere una bandiera arcobaleno?

Il bene comune, lo spirito di accoglienza, la voglia di fare comunità, l’inclusività qui a Roccacerro è ed è sempre stata regola comune, certo il fatto che io sia una “brutta lesbica” e come me ci sono altre persone omosessuali, coppie gay, una famiglia omogenitoriale, ha aiutato ad aprire le menti dei più diffidenti al rispetto reciproco.

È per questi motivi, che io ho vissuto sulla mia pelle, posso dire con certezza che l’inclusione fa ormai parte dello spirito roccatano, e i cartelli agli ingressi con la bandiera arcobaleno ne sono la testimonianza. 

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Classe 1990, Pescarese di adozione. Attivista transfemminista e co-fondatrice del Collettivo Zona Fucsia, si occupa da sempre di divulgazione femminista. È speaker radiofonica e autrice in Radio Città Pescara del circuito di Radio Popolare con il suo talk sulla politica e attualità "Stand Up! Voci di resistenza". Collabora nella Redazione Abruzzo di Pressenza. È infine libraia presso la libreria indipendente Primo Moroni di Pescara e operatrice socio-culturale di Arci.

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