Quando si parla di schiavitù alla mente tornano immagini lontane, del passato. Stereotipati riferimenti a Kuntakinte o ad altre storie tropicali d’un passato remoto, fanno in modo di non percepire questo grave problema che affligge l’umanità. Attualmente, attraverso le stime ONU, il numero di persone ridotte ed indotte in schiavitù ammonta a 40 milioni. Stime ovviamente poco accurate dato che alcune Nazioni i dati sono irreperibili.
Sicuramente, su questo argomento, il divario tra Occidente e Resto del Mondo è assolutamente netto, anche se persiste nelle nazioni ricche una sub realtà fatta di soprusi contro le persone.
Anche in questo caso, l’Italia, nella compagine della Comunità Europea, è sciaguratamente al 1° posto; al 3° se si considerano gli stati extracomunitari dopo Turchia e Macedonia del Nord. Un primato orrendo.
“Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma”
Sono le parole contenute nel quarto articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani, il documento sui diritti individuali che per la prima volta si rivolse a tutte le persone del mondo, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui stesura avvenne sotto l’egida dalle Nazioni Unite. Esempi di cronaca continuano a dimostrarci che queste parole vengono ignorate quotidianamente in quasi tutto il mondo. E non sempre vogliamo saperlo.
Era il 2010 quando le cronache italiane scoprirono la bidonville degli schiavi dei campi di Rosarno in Calabria. Una realtà nota a tutta la cittadinanza locale e mai denunciata se non dopo i roghi nella tendopoli. Il Caporalato è storia nota ormai. Ogni estate si fanno i conti dei braccianti morti di stenti per pochi spiccioli all’ora vittime delle Agromafie.
Il fenomeno di immigrazione, assolutamente inarrestabile negli ultimi anni grazie ai velocissimi cambiamenti climatici, ha aumentato il quantitativo di persone che giungono nel nostro paese che, a causa delle leggi restrittive sull’immigrazione dell’Italia, invisibilizzati dall’assenza di documenti e di accoglienza, non potendo accedere ad alcun lavoro, vengono vampirizzati dai Caporali.
Inoltre, per quanto riguarda le donne, la situazione è ancor più agghiacciante: una vera e propria tratta di corpi da utilizzare per lo sfruttamento della prostituzione. Un business che frutta ai papponi di tutta Italia circa 100 milioni di euro al mese.
Ma non è solo questo l’ambito delle schiavitù moderne in Italia.
Infatti, dall’introduzione massiva dei contratti interinali a cavallo tra i due millenni, la platea di persone indotte in schiavitù è aumentata anche tra i cittadini italiani di nascita. Inoltre la nostra nazione è l’unica in Comunità Europea a non aver ancora stabilito un Salario Minimo Garantito. Anche la Bulgaria è dotata di questo strumento per la tutela dei lavoratori. Attualmente in Italia è legale proporre salari da fame a un euro l’ora.
Professioni Intellettuali
“Con la Cultura non si mangia!” affermò l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ad oggi questa affermazione è ancora valida quanto disdicevole. Sono molteplici le figure professionali culturali che a stento riescono a raggranellare reddito a fine mese dopo estenuanti ore spese in lavori come: giornalista, curatore di mostre, editor, attori, scrittori, artisti, etc. L’Italia non ha mai codificato alcun protocollo per poter regolarizzare queste figure professionali né ha mai fatto in modo che essi possano accedere semplicemente a fondi pensionistici. Il paradosso è che l'”Indotto Cultura”, nel nostro paese, vale moltissimi punti di PIL. Se viviamo in una delle nazioni più belle del mondo lo dobbiamo a chi, prima di noi si è applicato nelle professioni intellettuali. L’urgenza di un contratto nazionale o a delle linee guida da seguire è necessario.
Ricezione
Con l’introduzione del reddito di cittadinanza si è scoperchiato il vaso di Pandora di questo settore. Camerieri, bar tender, hostess fieristici, receptionist, cuochi, bagnini e tutta la flotta della ricezione turistica, per la seconda estate consecutiva è stata irreperibile. Per quanto siano sembrati patetici i piagnistei di stabilimenti e grandi ristoratori, questa realtà ha finalmente mostrato il suo vero volto.
- Da anni chi si è occupato di ricezione (soprattutto stagionale) ha dovuto accontentarsi di salari da fame.
- La pressione fiscale per chi fa impresa in Italia è assolutamente troppo alta.
Nonostante il gran rifiuto di migliaia di camerieri, cuochi e bar tender, le stagioni estive hanno funzionato. Ma come? Ovviamente con il lavoro nero di rimpiazzo di migliaia di migranti…
Logistica
Dei turni massacranti in Amazon ormai ne sappiamo moltissimo. Per farvi un’idea dei volumi del fenomeno cliccate qui. Invece è assolutamente di nicchia scoprire come moltissime aziende di consegna creino dei veri e propri legami di schiavitù con i propri dipendenti. I Corrieri espressi, in molte compagnie, devono essere proprietari del mezzo di trasporto e percepiscono il loro salario solo a consegna avvenuta. Turni pazzeschi e sfinenti sulle strade italiane che mettono in serio pericolo i conducenti e gli automobilisti civili.
Rider
Di assoluta urgenza è garantire ai nostri “portantini in bicicletta” salari adeguati e condizioni di lavoro migliori. Ad oggi sono pallidi i tentativi di normalizzare questi lavoratori anche perché le moltissime compagnie di consegna hanno sede all’estero ed eludono qualunque lotta sindacale possibile.
Professione Stagista
Ad oggi sono circa 150 mila gli stagisti in Italia che non ricevono alcun compenso in denaro dal loro lavoro svolto. Spesso, dietro uno stage si nasconde la trappola mortale della schiavitù legalizzata della nostra nazione. Il mansionario dello stagista medio in Italia è assolutamente identico di quello di un normale lavoratore. I datori di lavoro in continua ricerca di stagisti sono necessariamente complici di questa sciagurata deriva che annienta i diritti del lavoratore e depotenzia totalmente chi si forma per avere una formazione professionale adeguata dopo anni di studio.
Docenti nelle scuole Private e Paritarie
Sono circa 27mila gli istituti scolastici paritari o privati in Italia. Dai nidi alle scuole di recupero anni scolastici, la giungla pedagogica del privato ha dei volumi considerevoli. Molto spesso questi stessi istituti promettendo in cambio punteggio per entrare nelle graduatorie delle scuole pubbliche, si dimenticano spessissimo di pagare a fine mese il personale docente….
La lista delle professioni schiavizzate in Italia potrebbe assolutamente essere più lunga. Lo scopo di questo editoriale è di fornire una limpida visione sui diritti acquisiti che, sempre più spesso, diamo per scontati. Sicuramente stiamo rivivendo, in maniera simile agli anni 50 e 60 dello scorso secolo, situazioni analoghe con caratteristiche tecnologiche diverse. E’ il caso di trovare soluzioni efficaci che arginino e contengano e, auspicabilmente non permettano, che in nella nostra nazione si insinuino nuovamente forme di schiavitù. Il Reddito di Cittadinanza, quello Universale e il Salario Minimo Garantito, sono degli strumenti efficacissimi per ripolarizzare l’attenzione sui diritti dei cittadini lavoratori.