Una soldata transgender farà causa all’esercito sudcoreano dopo essere stata estromessa dal servizio militare in seguito all’intervento di riassegnazione di genere.
Byun Hui-soo si era arruolata nell’esercito come uomo l’anno scorso, a 22 anni, per prestare servizio militare, e il suo caso non ha precedenti nella storia della Repubblica di Corea: la legge vieta di fatto alle persone transgender di arruolarsi nell’esercito, ma c’è un vuoto legislativo per i cambiamenti di genere di chi già presta servizio.
Byun: “Io gravemente depressa per essere nata uomo”
Byun, in una conferenza stampa, ha dichiarato di non aver pianificato a priori di sottoporsi ad un intervento chirurgico per la riassegnazione di genere, se non dopo le raccomandazioni dei medici di un ospedale militare da cui è stata seguita dopo aver sofferto di problemi di salute psichici: presto le è stato diagnosticato un conflitto interno tra genere fisico e identità di genere.
“È stata una decisione estremamente difficile far conoscere alla mia base la mia identità” ha precisato Byun “ma una volta che l’ho fatto, mi sono sentita molto meglio“. “Pensavo che avrei finito di prestare servizio nell’esercito e poi avrei subito l’operazione di transizione per poi rientrare nell’esercito come donna soldato. Ma la mia depressione è diventata troppo grave“, ha aggiunto.
Byun non si aspettava di essere costretta a lasciare l’esercito, anche perché i suoi ufficiali superiori, che l’avevano visitata in ospedale, le avevano assicurato che sarebbe tornata a prestare servizio dopo il trattamento.
L’esercito: “Disforia di genere è handicap mentale e fisico”
Nella nota di espulsione, l’esercito ha spiegato che la disforia di genere “costituisce una ragione per non essere in grado di continuare il servizio“. Un portavoce del ministero della Difesa ha riferito all’agenzia di stampa AFP che Byun era stata sottoposta ad alcuni test in un ospedale militare che classificava la perdita di genitali maschili come un handicap mentale o fisico, e che l’allontanamento della militare era finalizzato a evitare “discriminazioni e trattamenti ingiusti“. Alla luce di questo, bisogna considerare che l’esercito è una delle organizzazioni più conservatrici in Corea, e che molte soldate hanno appoggiato la decisione dei loro superiori in quanto contrarie a servire nell’esercito insieme a una donna transgender.
Byun ha accusato i militari di “intolleranza radicalizzata“, aggiungendo che farà ricorso contro la decisione dell’esercito – se necessario – fino alla Corte Suprema, e di voler essere un modello per i cittadini lgbt nelle forze armate.
Diversi gruppi lgbt si sono esposti a sostegno di Byun, nonostante l’accusa di “offuscamento e diffamazione dell’immagine delle forze armate della Repubblica di Corea“.
Lim Tae-hoon, capo del Centro per i diritti umani militari, ha annunciato di appoggiare Byun, ritenendo che la decisione dell’esercito di scaricare la soldata fosse una violazione dei diritti umani. “La Commissione nazionale per i diritti umani della Repubblica di Corea deve mettere in guardia contro le violazioni dei diritti umani, incluso il caso di Byun. E tutti i transgender dovrebbero essere autorizzati a prestare servizio nell’esercito senza discriminazioni “, ha detto Lim.
L’obbligo del servizio militare in Corea del Sud è previsto dalla Costituzione. Ogni cittadino maschio di età compresa tra i 18 e i 28 anni deve prestare servizio in una delle forze armate: esercito (21 mesi), Marina (23 mesi), Aeronautica (24 mesi). Il diritto all’obiezione di coscienza è stato riconosciuto solo nel 2018 dopo anni di lotte politiche e giudiziarie. Le donne non sono obbligate a prendere parte al servizio militare, ma possono arruolarsi volontariamente.
Militari transgender nel mondo
Lo scorso anno il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha bandito le persone transgender dall’esercito per risparmiare sui costi delle cure mediche, che tuttavia ammonterebbero solo allo 0,13% del budget annuale stimato per il sistema sanitario militare.
Ciò ha privato tra i novemila e i quindicimila soldati delle medicine necessarie per affrontare la transizione di genere.
Nel Regno Unito, le persone transgender possono servire apertamente nell’esercito, e lo scorso giugno a un ex ufficiale transgender dell’esercito transgender è stato insignito di una medaglia per i servizi alla comunità LGBT nell’esercito.
A permettere alle persone transgender di servire liberamente il proprio paese nelle forze armate ci sono la quasi totalità degli Stati dell’Europa occidentale, l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda, Israele e Bolivia.
La condizione LGBT nella società e nella politica della Corea del Sud
Nonostante gli eventi pro-lgbt in Corea del Sud siano in crescita, vi sono ancora diverse ostilità che la comunità rainbow locale deve affrontare nella società.
Oltre al divieto di arruolare persone transgender, vi è grande preoccupazione per il trattamento riservato ai soldati omosessuali: a loro è negato intrattenere rapporti sessuali per tutta la durata del servizio militare, e la legge punisce i trasgressori con il carcere, prevedendo pene sino a due anni.
Sono poi abbastanza frequenti, nel paese, dimostrazioni anti-lgbt da parte di alcune minoranze religiose (soprattutto cristiane) piuttosto zelanti nel propagandare discorsi di odio contro l’omosessualità.
Neanche il clima politico è favorevole nei confronti della comunità LGBT, che è vittima di attacchi costanti soprattutto da parte di esponenti del partito conservatore. Lo scorso maggio Hwang Kyo-ahn, leader di Liberty Korea, ha rilasciato alcune pesanti dichiarazioni contro un festival queer, aggiungendo di “odiare la comunità LGBT” e che “la società coreana debba opporsi all’omosessualità“.
Solo tre mesi fa, inoltre, altri esponenti del partito conservatore hanno proposto un emendamento atto a eliminare il riferimento alle minoranze sessuali dalla National Human Rights Act, la legge nazionale anti-discriminazione, perché “ingiusto“, ritenendo la comunità LGBT responsabile dei contagi di HIV in tutto il mondo. L’emendamento è stato bocciato tra le polemiche.
La Corea del Sud vieta categoricamente ai cittadini omosessuali il diritto di unirsi in partenariati civili né riconosce le unioni contratte all’estero. Al momento non sono in esame in Parlamento leggi di questo tipo.
Fonti: BBC, CNN, Asia Times