Il Transgender Day of Remembrance, Giornata del ricordo transgender in onore alle vittime dell’ordio e della discriminazione transfobica, si celebra oggi 20 novembre.
Era il 1998 quando Rita Hester veniva uccisa a coltellate nel proprio appartamento ad Allston il 28 novembre, presumibilmente da conoscenti visto che la serratura non mostrava segni di forzature. Il motivo? Rita era transgender, nata in un corpo maschile che non riconosceva come proprio. Il suo brutale assassinio, tuttavia, non passò inosservato, e grazie alla militanza lgbt e al volontariato si diede avvio al progetto web “Remembering Our Dead“, che portò, nel 1999, all’organizzazione di una fiaccolata a San Francisco in solidarietà di Rita e delle vittime transgender.
Una morte, quella di Rita, che non ha mai cessato di fare orrore: quando anche i giornali cominciano a parlarne, la sua famiglia non gradì che ci si raccontasse di lei al femminile, cancellando – di fatto – la sua vera identità. Si rivolgevano a lei al maschile, utilizzando il suo deadname. Rita così fu uccisa una seconda volta, dall’ottusità di una famiglia che disprezzava il suo vero essere.
Grazie al ricordo di Rita, e di tutti i transessuali uccisi dall’odio e dalla violenza cieca e ottusa di uomini senza scrupoli, Gwendolyn Ann Smith ha istituito il Transgender Day Of Remembrance, un evento cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.
Le statistiche di TvT: +6% omicidi nel 2020
In occasione dell’International Trans Day of Remembrance (TDoR), il progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide (TvT) pubblica i dati aggiornati raccolti attraverso il Trans Murder Monitoring (TMM).
L’aggiornamento TDoR 2020 rivela un totale di 350 persone trans e di genere non conforme uccise tra l’1 ottobre 2019 e il 30 settembre 2020, il che rappresenta un aumento del 6% degli omicidi segnalati dall’aggiornamento del 2019 (l’anno scorso erano 331). La maggior parte degli omicidi è avvenuta in Brasile (152), Messico (57) e Stati Uniti (28), per un totale di 3664 casi segnalati in 75 paesi e territori del mondo tra il 1 ° gennaio 2008 e il 30 settembre 2020.
Le statistiche, ovviamente, si riconducono solo ai casi segnalati e registrati.
I dati TDoR 2020 mostrano che:
• Il 98% degli assassinati a livello globale erano donne trans o transfemminili;
• Il 62% delle persone trans assassinate, la cui occupazione è nota, erano lavoratrici del sesso;
• Le persone trans nere costituiscono il 79% del totale degli omicidi avvenuti negli Stati Uniti;
• 11 persone trans assassinate in Europa; Il 50% erano migranti;
• L’82% degli omicidi registrati è avvenuto in Centro e Sud America; quasi la metà (il 43%) solo in Brasile;
• Il 38% degli omicidi è avvenuto per strada e il 22% nella propria residenza;
• L’età media degli assassinati è di 31 anni, la vittima più giovane ne aveva 15.
Particolare focus merita l’Italia, che dai dati riportati dal progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide risulta essere il paese più transfobico d’Europa: 42 sarebbero gli omicidi registrati di persone trans dal 2008, con un ulteriore aumento di 4 decessi in questo 2020: si tratta del dato più alto nel vecchio continente. Pesa, e molto, l’assenza di una legge contro l’omotransfobia.
I dati raccolti mostrano una tendenza allarmante di un graduale aumento degli omicidi di trans e persone con diversità di genere all’anno tra il 2008 e il 2020. Tuttavia, queste cifre non sono complete: nella maggior parte dei paesi, i dati sulle persone assassinate e di genere diverso non vengono prodotti sistematicamente ed è impossibile stimare il numero effettivo di casi, che è sicuramente maggiore rispetto alle cifre in nostro possesso.
Come conseguenza della pandemia COVID-19, oltre al crescente razzismo e polizia brutalità, le vite delle persone trans e di genere diverso sono ancora più a rischio. Il COVID-19 ha avuto un impatto sproporzionato sulle persone trans in tutto il mondo, soprattutto quelle più emarginate, come quelle appartenenti a minoranze etniche, le lavoratrici del sesso, migranti, giovani e con scarsi mezzi di sussistenza.
dati completi disponibili qui
Andrea Olivero, uccisa a bastonate a Termini
Anche la cronaca italiana ha le sue Rita Hester. Nel giorno del TDoR è consuetudine ricordare il brutale pestaggio di Andrea Oliviero, travestito sudamericano il cui cadavere fu trovato alle otto di mattina da un addetto alle pulizie al binario 10.
Il corpo di Andrea, che si prostituiva in zona Termini, riversato da due giorni nell’area di un cantiere interdetto al pubblico, era ricoperto di ecchimosi e mostrava segni di percosse, forse bastonate.
Il suo funerale fu celebrato solo parecchi mesi dopo, a dicembre, nella Chiesa del Gesù organizzati dalla Caritas. La distanza di tempo tra la morte e i funerali fu causata dai tempi necessari alle indagini e quelli della richiesta della salma da parte dei parenti, che non ci fu.
Andrea aveva 28 anni, e Termini – raccontava – era la sua unica casa. Era arrivata in Italia quattro anni prima dalla Colombia, da dove era scappata per condurre una vita dignitosa.
Passava le giornate tra le pensiline di Piazza dei Cinquecento e la mensa della Caritas, camminando dinoccolata per una zoppìa alla gamba e un braccio paralizzato che un’aggressione a Ostia le avevano procurato. Sognava di incontrare un ragazzo con tanti soldi che le facesse lasciare la strada, “perché” – diceva – “era troppo brutta”.
Il 20 novembre di ogni anno, al binario 10 della stazione Termini, si celebra il ricordo di Andrea, dei suoi sogni e delle sue speranze di vivere una vita piena di amore, a ricordo di tutte le vittime dell’odio transfobico.
Leggi anche –> Il TDoR 2020 si terrà online.
TDoR: giornata della memoria transgender - Blog di Educare alla Bellezza