L’attribuzione del cognome materno è un argomento che ciclicamente torna alla ribalta.
Numerose sono state nel tempo le mozioni e le proposte di Legge finalizzate, per motivi e scopi diversi, ad attribuire ai figli non solo il cognome del padre ma anche quello della madre.
Come funziona la scelta del nome e quella del cognome?
Ogni Stato ha delle norme che regolano la scelta del nome tanto che in ogni parte del mondo esiste una lista di nomi vietati ed esistono regole ben precise per individuare il nome del nascituro.
In Italia il nome di battesimo può essere composto da un numero massimo di tre elementi ma al figlio non si può attribuire il nome del padre, di un fratello o di una sorella viventi, non si può utilizzare un cognome per attribuire un nome né possono essere utilizzati nomi di località o nomi imbarazzanti.
Ricordate il caso del padre che voleva chiamare il proprio figlio Varenne ( nome di un cavallo vincitore di moltissime corse)?
Il nostro codice, all’art. 262 cc, stabilisce che il figlio assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. Se il riconoscimento avviene nello stesso momento allora il figlio assumerà il cognome del padre.
Questa era regola in vigore sino al 2016, in quell’anno la Corte Costituzionale ha riconosciuto la possibilità, diritto, di affiancare il cognome materno in abbinamento a quello paterno.
Intervento della Corte Costituzionale: sentenza del 08 Novembre 2016
Come detto in precedenza, dal 2016 il figlio potrà avere i cognomi di ambo i genitori ma SOLO in caso di accordo degli stessi altrimenti egli avrà solo il cognome del padre.
In caso di accordo il cognome materno seguirà il paterno.
Non è possibile invertire l’ordine né scegliere di utilizzare il solo cognome materno.
Esistono escamotage?
Si, uno ma è applicabile solo in caso di convivenza more uxorio, i genitori non devono essere sposati, e consiste in una procedura lunga, complicata ed anche costosa.
Un’altra strada è che una volta divenuto adulto, o semplicemente maggiorenne, il figlio decida di cambiare il proprio cognome.
Figli maggiorenni: la scelta del cognome materno
L’adulto può liberamente scegliere di aggiungere il cognome della madre a quello del padre e per farlo dovrà seguire le indicazioni dal proprio Comune di Residenza.
Del tutto diversa è, invece, la procedura di sostituzione del cognome materno a quello paterno.
Nel primo caso l’aggiunta del cognome è sempre accettata mentre nel secondo caso, eliminazione del cognome paterno, occorrerà una procedura più complessa, che per assurdo prevede il consenso del padre, e delle motivazioni ben specifiche per evitare il rigetto della richiesta.
La procedura
Fino a pochi anni fa la legge prevedeva solo di poter cambiare cognome da adulti e solamente con l’autorizzazione del Ministro dell’Interno e la procedura di aggiunta del cognome veniva sempre accolta, entro un anno, e la giustificazione per la presentazione della domanda era “ la richiesta si basa su motivazioni di carattere affettivo”.
Nel 2012, tramite il decreto del Presidente della Repubblica del 24 Febbraio 2012, la normativa è stata modificata pertanto la domanda va proposta non più al Ministero dell’Interno ma al Prefetto e vi è stata una riduzione dei tempi di attesa.
Ulteriore cambiamento è determinato dalla necessità di argomentare la richiesta essendo impossibile ricorrere a mere clausole di stile come quella precedentemente indicata.
Come funzione nel resto del mondo?
Non possiamo dare una indicazione specifica ma una indicazione di massima si.
In Francia il figlio può ricevere o entrambi i cognomi o anche uno solo di essi.
In Germania la coppia può utilizzare il proprio cognome, per il cognome coniugale che può essere preceduto o seguito dal proprio.
Nel Regno Unito il figlio può avere il cognome di uno dei genitori, di entrambi oppure uno diverso da quello dei genitori.
In Spagna la regola è quella del doppio cognome e l’ordine viene deciso dai genitori.
In Islanda si usa il patronimico al posto del cognome, ossia ogni persona assume come cognome il nome del padre seguito dal suffisso son se maschio, dottir se femmina.
In Russia viene utilizzato il patronimico seguito dal cognome.
In Tibet, in Eritrea ed in Etiopia i cognomi non esistono.