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Casa Felicia potrebbe tornare ai Badalamenti

- 07/03/2022


Per un errore nel decreto di confisca, l’Agenzia nazionale per i beni confiscati potrebbe dover ridare Casa Felicia al figlio del boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato.

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Non è la prima volta che l’Agenzia in questione solleva questioni con le pratiche, ricordiamo la storia delle sorelle Pilliu, ma se l’errore dovesse essere confermato, le chiavi di Casa Felicia dovranno essere riconsegnate entro il 26 aprile al “legittimo” propietario. “Dare a Leonardo Badalamenti, figlio di Don Tano, le chiavi di Casa Felicia, sarebbe una grande sconfitta per Cinisi, per le giovani generazioni e per chi ha sacrificato la vita nella lotta alla mafia.”

Comunicato stampa

Come si può leggere nel comunicato stampa ufficiale dell’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, “Tutto ciò ci sembra un pessimo segnale da parte delle Istituzioni, col rischio che si perda la fiducia nello Stato e nella Giustizia, quella che si basa sulla difesa del bene comune e non su “errori tecnici o burocratici” che non cambiano la sostanza di ciò che rappresenta il bene in oggetto e soprattutto non cambia la sostanza di quello che fu il potere mafioso di Gaetano Badalamenti nel territorio di Cinisi, simboleggiato anche dal suo patrimonio.”

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Anche Libera ha rilasciato immediatamente una dichiarazione sulla grave questione emersa il 25 febbraio, giorno in cui l’ufficiale giudiziario si è presentato a Casa Felicia insieme a Badalamenti. “Sarebbe grave se questo avvenisse perché il bene confiscato è divenuto bene comune, di una comunità che vuole continuare a custodire la memoria di Peppino e di Felicia, sua madre coraggiosa. La vita di Peppino e di Felicia è stata una vita per la verità e la giustizia che appartiene a tutto il Paese e ha contribuito fortemente a costruire quei percorsi culturali ed educativi con tante scuole e associazioni e la partecipazione di tanti giovani provenienti da tutta Italia, grazie all’impegno dei loro familiari. È la storia di un impegno civile ed etico che non può interrompersi per un vizio di forma. Sarebbe una grande sconfitta e un regalo alle mafie. Facciamo quindi un forte appello affinché le Istituzioni trovino al più presto le soluzioni per permettere che il riutilizzo sociale di Casa Felicia possa continuare ad essere motore e luogo di cambiamento e speranza”.

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Marchigiana a Torino. Compro più libri di quanti ne possa leggere.

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