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Estensione del congedo parentale maschile: la proposta in esame in Parlamento

- 08/09/2021
congedo paternità


Quando si pensa al lockdown, tendenzialmente viene in mente un periodo molto complesso poiché caratterizzato da una forte restrizione della propria libertà.

Eppure in alcuni casi il rimanere chiusi in casa è stata una fortuna. Avete mai pensato alle donne che hanno partorito in prossimità del lockdown e che, quindi, in quei mesi erano in casa a prendersi cura dei figli?

Avete pensato a tutti quei padri che non hanno la possibilità di usufruire di un vero e proprio congedo parentale (attualmente possono essere richiesti solo 10 giorni), che in genere tornavano a casa e trovavano la propria compagna completamente distrutta?

Avete presente quelle discussioni che sorgono quando un bimbo nasce?

Ebbene, il lockdown ha creato una nuova situazione che ha risolto numerosi conflitti.

Molti padri, infatti, non erano a lavoro nei primi mesi di vita del proprio figlio, e hanno toccato con mano una realtà che prima poteva essere loro solo narrata e per tale ragione non completamente compresa.

Molte coppie, nel predetto periodo, hanno imparato a conoscere il ruolo dell’altro e a scambiarlo, prendendosi cura in maniera realmente eguale del proprio figlio.

Non era, quindi, più soltanto la madre a saper gestire ogni aspetto del bambino, né era solo lei a dover fare la maggior parte del lavoro.

Non sarebbe bello se questa situazione potesse diventare ordinaria e non solo straordinaria?

La soluzione potrebbe essere fornita da due emendamenti inseriti nel Family Act.

congedo parentale
Photo by Picsea on Unsplash

Cosa prevedono gli emendamenti?

I due emendamenti, proposti dal PD, hanno lo scopo di estendere anche ai padri lo stesso congedo parentale di cui attualmente possono godere solo le madri.

Questi emendamenti, a onor del vero, ricalcano una precedente proposta di Legge che fu presentata due anni fa dalla deputata Pini.

La speranza è che il lockdown abbia potuto fornire una reale visione di cosa gli emendamenti potrebbero modificare e che conseguentemente dia la possibilità agli stessi di essere approvati.

Lo scopo principale è di estendere il congedo parentale maschile da 10 giorni a un periodo di tre o quattro mesi, equivalente quindi a quello già in vigore per le donne.

Gli emendamenti sono stati inseriti all’interno del Family Act della ministra Elena Bonetti poiché, spiega la deputata Pini, “si tratta di una legge quadro che prevede un riordino dei congedi ed è dunque l’occasione per affrontare il tema di quelli dedicati ai papà”. Attualmente per gli uomini il periodo dei congedo dopo la nascita del figlio è di dieci giorni. “Ma in altri Paesi è in vigore un tempo più lungo – spiega la deputata del Pd – la Spagna ha introdotto da poco la decisione di concedere tre mesi di congedo di paternità e i risultati sono finora ottimi“.

La retribuzione durante il congedo parentale sarebbe per gli uomini come quella delle donne, ovvero una forbice compresa tra l’80 e il 100 per cento della normale retribuzione, a seconda del contratto nazionale del settore in cui lavorano.

Tutte le famiglie, anche quelle omosessuali, potrebbero accedere a tale congedo poiché ricordiamo che il congedo parentale spetta anche in caso di adozione e/o affidamento.

A ciò si aggiunga che i due congedi non sono necessariamente alternativi ben potendo essere goduti congiuntamente ovvero nello stesso periodo.

Anche su questo argomento non esiste armonia poiché non si è avuto l’appoggio degli altri partiti che a loro volta hanno proposto delle modifiche che, almeno per chi scrive, appaiono meno tutelative e meno egualitarie.

Fratelli d’Italia ha proposto un congedo parentale totale di 15 giorni mentre Italia viva di un mese.

Probabilmente si cercherà di arrivare a un accordo bipartisan ma resta il timore che cercare un accordo che accontenti tutti, alla fine comprometterà lo scopo per cui tali emendamenti erano stati proposti. .

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Non faccio l'Avvocato ma lo sono. Calabra di nascita e "fiorentina" per adozione.

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