Con il suo post inqualificabile, omofobo e violento, con cui commentava una notizia del campione d’intolleranza Simone Pillon, aveva suscitato l’indignazione perfino di Giorgia Meloni, che aveva scritto indignata “Non c’è posto per chi scrive queste cose in Fratelli d’Italia” (ne abbiamo parlato qui).
“Schifosi, gay, lesbiche e pedofili, ammazzateli tutti“, aveva scritto un anno fa Giuseppe Cannata, medico e odontoiatra di Vercelli, all’epoca dei fatti vicepresidente del consiglio comunale della città piemontese.
Due giorni dopo la Procura di Vercelli iscriveva Cannata nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione a delinquere, aggravata dalla commissione del fatto attraverso strumenti informatici e telematici, e Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia si costituiva parte civile.
Nei confronti di Cannata è stata eseguita anche una perquisizione, personale e informatica. L’attività – aveva precisato la Procura di Vercelli – ha consentito di attribuire “inequivocabilmente” al medico la responsabilità del post incriminato.
In altre occasioni Cannata aveva definito «feccia d’Italia» lesbiche e gay, augurato buon compleanno al Duce (sic!) e passato in rassegna tutte le ossessioni della destra populista, da Bibbiano a Carola Rackete, sempre commentando con toni ingiustificabilmente volgari e truculenti. Fino all’ultimo, becero episodio che lo ha visto protagonista condividendo una fake news di stampo sessista su Silvia Aisha Romano.
In seguito a questi episodi, Cannata si è dimesso dalla carica di vicepresidente del consiglio comunale ma non da quella di consigliere.
Il patteggiamento
Cannata ha ieri patteggiato una pena di 4 mesi, con sospensione condizionale della pena, e un risarcimento di 3mila euro da versare all’Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia.
Stando a quanto scrive La Repubblica, l’accusa di istigazione a delinquere era stata “archiviata per insussistenza sotto il profilo oggettivo e soggettivo“, ma rimasta in piedi l’accusa per diffamazione dopo la querela dell’arcigay di Vercelli. “Abbiamo volontariamente deciso di versare una somma all’Arcigay – chiarisce il legale di Cannata, Giuseppe Fiore – Quella frase era un commento a un post del senatore Pillon riferito a un pride toscano. Il mio cliente non ha mai voluto offendere gli omosessuali. E’ stato un commento sciocco, che è stato cancellato e per il quale abbiamo chiesto scusa“.
Sui canali fb del medico piemontese non è ancora apparsa alcuna dichiarazione sulla vicenda, così come tacciono i canali istituzionali del Comune di Vercelli e del sindaco Andrea Corsaro.
Non è mancata, però, la replica di Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che ha così commentato la fine di questa triste vicenda e condannato il silenzio della Giunta Corsaro.
Cannata patteggia, la Giunta del niente, connivente, ignora la comunità lgbti sul territorio.
[…]Possiamo dire ufficialmente che il nostro eroe è stato condannato, su accordo con la Procura, a una pena di quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale ed ha versato come risarcimento alla nostra associazione una somma di 3000€.
Troppo, troppo pochi, a nostro avviso.
Ed è per questo che sabato scorso abbiamo aderito alla manifestazione “Spazza l’Odio”, organizzata (all’interno della rete nazionale “Da’ voce al rispetto”) […] in sostegno dell’approvazione della legge contro l’omotransfobia che si sta discutendo in questi giorni in Parlamento. Il tutto nel totale silenzio anche delle forze politiche di minoranza della nostra città […] E il Consiglio Comunale? Tace, come sempre. Silenzio, come quando […] poco più di un mese fa abbiamo nuovamente chiesto all’amministrazione di dimostrarci la presa di distanza dal Cannata esponendo perlomeno la bandiera arcobaleno nel corso del mese del Pride, bandiera che ci siamo addirittura offerti di fornire noi di Arcigay Rainbow. Ebbene: prendiamo atto.
Prendiamo atto del fatto che […] a Vercelli dia fastidio esporre una bandiera.
Cara Giunta Corsaro, abbiamo capito ormai chiaramente di farvi schifo, i vostri segnali sono stati più che eloquenti e mai contraddittori.
Sappiamo che non avete niente contro le esternazioni del vostro prezioso Consigliere dispensatore di inviti all’omicidio […] Siamo consapevoli anche del fatto che le battaglie di civiltà per i diritti di tutti sono ben lontane dalla vostra visione politica di ricchi, bianchi, eterosessuali, cisgender. Quello che non avete capito voi, però, è che questo ci rende ogni giorno più combattivi. […] Guardatevi allo specchio, e chiedetevi se siete fieri di contribuire con l’indifferenza e l’omertà all’omofobia di chi invita ad ucciderci. Perché noi siamo ancora qua, e dovrete seguire davvero i consigli del Cannata ammazzandoci tutti, per metterci a tacere.
Il Consiglio Direttivo di Arcigay “Rainbow” Vercelli –Valsesia
Ma serve comunque una legge contro l’omofobia
Non sentiremmo il bisogno di specificarlo se fossimo in un paese con una visione, se non progressista, quanto meno liberale, ma casi come quello di Cannata sono l’esempio lampante che in questo paese una legge contro l’omofobia non può più attendere.
Gli “strumenti” a disposizione di procure e giudici, senza una legge contro l’omofobia, sono risibili e insufficienti per punire condotte fortemente discriminatorie e di incitamento all’odio, come dimostra la pena patteggiata da Cannata. La violenza omofobica, fisica e verbale (e in questi giorni stiamo assistendo ad uno stillicidio continuo ai danni delle persone LGBT in tutta italia, su più fronti) deve poter essere adeguatamente prevenuta e condannata con un sistema sanzionatorio efficace e una maggiore presenza delle istituzioni.
La dignità delle persone LGBT non può essere barattata con alcun tipo di libertà di offesa, non più.