I Carabinieri del Comando provinciale di Mantova, a conclusione di indagini coordinate dalla Dda di Brescia, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di dieci persone indagate per concussione, corruzione e intestazione fittizia di società”, con l’aggravante delle finalità mafiose, per aver agevolato la cosca ‘ndranghetista Dragone.
Nel corso delle indagini sono saltate fuori delle intercettazioni spavalde del capetto della cosca operante sul mantovano: l’architetto Giuseppe Todaro, per anni tecnico istruttore dei comuni colpiti dal terremoto del 2012 nel “cratere”.
“Sai che nella vita devo fare il capo, io? Il capo o niente. Facendo tanti imbrogli ho fatto la vita, ho speso, ho messo 150 mila euro da parte. A Cutro mi vedono come un eroe. Tutto per la storia di mio nonno“.
L’operazione è in corso in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Calabria.
I reati sarebbero stati commessi nell’ambito delle procedure per la concessione di ‘fondi sisma‘ per ricostruzione di immobili danneggiati dal terremoto del 2012 in provincia di Mantova.
Sono decine anche le perquisizioni in atto da parte dei carabinieri in abitazioni e in studi tecnici di professionisti interessati dalle indagini nelle varie regioni italiane nell’operazione chiamata ‘Sisma’.
Con questi nuovi arresti è constatabile quanto la ‘ndrangheta sia totalmente inclusa nei territori del nord Italia e di come continui ad operare nell’ombra. A febbraio Regione Lombardia andrà al voto ed attualmente sono pallidissime le discussioni politiche sulle infiltrazioni mafiose nei territori regionali. Fatto gravissimo se ci si rende conto del ‘modus operandi istituzionale’ che la cosca Dragoni ha brevettato in una delle provincie più ricche d’Europa.