Da sempre il discorso sulla legalizzazione delle droghe leggere porta con sè numerose critiche nonostante sia un tema che attraversa le libertà individuali, la giustizia, la sicurezza e, soprattutto, la lotta alle mafie.
La legalizzazione della Cannabis sottrarrebbe ingenti quantità di denaro alle mafie, da metterne in crisi la stessa esistenza
Sono 16,2 miliardi di euro quelli che finiscono direttamente nelle tasche della criminalità organizzata.
Questa è, secondo l’ultima relazione parlamentare sulle tossicodipendenze, la spesa per il consumo complessivo di sostanze illegali, di cui il 39%, per un totale di 6,3 miliardi di euro dallo spaccio di cannabis.
Legalizzare significherebbe sottrarre ingenti quantità di denaro alle mafie, tali da metterne in crisi la stessa esistenza.
“Nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva”. Queste sono le conclusioni della Direzione Nazionale Antimafia che chiede anche lei un cambio di paradigma come lo stesso Procuratore Nazionale Antimafia che non perde occasione per ribadire che rendere legale la Cannabis significa togliere terreno alle mafie.
Legalizzare, ottimo affare per lo stato
Oltre a privare di un mercato fiorente le organizzazioni criminali, legalizzare la Cannabis sarebbe un ottimo affare per lo stato. Secondo un recente studio dell’Università di Messina lo Stato spenderebbe meno per il contrasto allo spaccio illegale, arrivando a risparmiare 541,67 milioni per la diminuzione delle spese di magistratura carceraria (calcolando i detenuti arrestati per possesso di droga leggera e detenuta in carcere) e 228,37 milioni di euro per spese destinate alle operazioni di ordine pubblico.
Non solo, ogni anno si guadagnerebbero quasi sei miliardi di euro grazie al nuovo mercato legale.
Molti rispondono “Non si deve scendere a patti con le mafie” quando si discute su questo tema, non pensando che oltre a indebolire le mafie, rendere la Cannabis legale significherebbe rendere disponibili sostanze controllate alla popolazione, che attualmente le acquista cercando un pusher in giro per la città che ha lavorato non si sa come la materia.
QUI tutte le specifiche sul referendum per la cannabis legale nell’articolo della condirettrice Avv. Sara Astorino