«Il magistrato che si fa corrompere dovrebbe essere giudicato per tradimento, perché il danno per l’istituzione giudiziaria è inestimabile».
Nella Giornata Internazionale contro la corruzione che ricorre oggi puntiamo i riflettori sui casi di corruzione all’interno della magistratura, sempre più all’ordine del giorno e prima causa della sfiducia dei cittadini nei confronti dell’intera categoria.
Ad eccezione del Palazzo di Giustizia di Foggia, in tutta la Puglia non vi è un foro che non sia stato colpito da un’ indagine.
Imputati informati sui procedimenti penali, ritardi nei depositi, processi falsati, scarcerazioni improvvise in cambio di mazzette, regali, prestazioni sessuali. L’ultimo scandalo è emerso a giugno 2021 e ha visto la condanna dell’ex gip Antonio Savasta e il pm Emilio Arnesano. Colpiti da misure cautelari anche l’ex Procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, il giudice civile Gianmarco Galliano e l’Ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis. “Ricavare il più rilevante profitto possibile” era il motto dell’ex pm di Trani Michele Nardi, condannato a più di sedici anni per associazione a delinquere.
La legge è uguale per tutti ed anche i magistrati che commettono reati devono affrontare i tre gradi di giudizio, oltre alla pronuncia dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura che decide, prima della sentenza definitiva, se lasciare il soggetto in carica, trasferirlo, sospenderlo o radiarlo definitivamente.
Discredito dell’amministrazione giudiziaria
Le bufere giudiziarie con protagonisti magistrati coinvolgono sempre più fori e sezioni interne, nessuna esclusa.
Avvengono ovunque, anche nel tribunale dove i giudici Falcone e Borsellino hanno sancito il cambiamento della storia d’Italia, pagato con la propria vita.
A due passi dall’aula bunker, l’ex giudice e presidente della sezione misure di prevenzione Silavana Saguto, per anni simbolo dell’antimafia palermitana, e non solo, si gestiva i beni confiscati alle cosche compiendo affari illeciti.
Radiata e condannata, secondo le carte della sentenza, la Saguto avrebbe messo in atto una “grave distorsione – per tempi, modalità e protrazione delle condotte – delle funzioni giudiziarie da avere arrecato, oltre che danni patrimoniali ingentissimi all’erario e alle amministrazioni giudiziarie, anche un discredito gravissimo all’amministrazione della giustizia”. Intanto, la sua storia è stata raccontata anche da una docuserie Netflix e nonostante le sentenze, l’ex giudice continua a proclamarsi innocente.
Risposte tardive
Dati alla mano, nello scorso anno sono state avviate 81 azioni disciplinari nei confronti di 79 magistrati, di cui il 43% pm e il 57% giudici, ma il problema che emerge da questo fenomeno è che non sempre il CSM, il Ministero della Giustizia e il Procuratore Generale offrono una risposta adeguata e in tempi brevi.
Questo porta a una costante perdita di credibilità della magistratura creando un danno irreparabile per tutti i professionisti del settore che lavorano bene. Una risposta tardiva da parte delle istituzioni è una mancanza anche nei confronti di tutti coloro che sono morti in nome della giustizia.
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Quando il corrotto è il magistrato – Toghe Sporche
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