È guerra tra clan a Torre Annunziata. La Camorra continua a sparare.
Ieri (ndr 12 settembre 2021), Francesco Immobile è stato ucciso con tre colpi di pistola davanti alla Chiesa di Sant’Alfonso De Liguori a Torre Annunziata. L’uomo si trovava a pochi passi da casa, vicino al piazzale della Chiesa, quando i sicari gli hanno sparato contro una raffica di proiettili. L’omicidio potrebbe essere collegato a quello di sabato pomeriggio in cui è stato gambizzato Michele Guarro, secondo gli inquirenti esponente del clan Gionta, gruppo egemone nella cittadina vesuviana.
La criminalità a Torre Annunziata
La tensione è alta in città: i gruppi criminali sono tornati a sparare alla luce del sole, mettendo tutti in pericolo.
“La scarcerazione di alcuni personaggi di spicco legati alla criminalità organizzata locale, in un contesto già particolarmente compromesso sta avendo il nefasto effetto di scatenare una guerra tra fazioni rivali per il controllo del territorio“. Per il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione “la situazione non è più sostenibile e sono necessari provvedimenti drastici prima che la situazione degeneri”.
A Torre Annunziata c’è un militare ogni 230 abitanti ma questo non basta. I clan sono tornati a farsi alla guerra per il controllo del territorio e del traffico di droga, e le ritorsioni, i raid e gli spari ne sono la conferma. Ad agosto, sono state ritrova bombe destinate ad attività commerciali a scopo intimidatorio, da aggiungere ai proiettili contro un bar in Piazza Cesaro, a quelli contro un rampollo del Clan Gionta e verso un esponente dei Chierchia-Fransua.
Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare
In città i diritti sono negati, i cittadini stanchi e spaventati ma non si piegano. Venerdì 10 settembre, è stato presentato il nuovo Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare, nato dall’unione di trenta associazioni insieme ai familiari di vittime della camorra e il senatore e giornalista antimafia Sandro Ruotolo.
Domani mattina, alle ore 10 a Villa Parnaso, il Comitato, insieme al parlamentare Paolo Siani, fratello del giornalista assassinato dalla Camorra, si riuniranno davanti alla panchina della libertà di stampa, in memoria di Giancarlo Siani. Subito dopo, una delegazione incontrerà il prefetto di Napoli Marco Valentini, per vagliare proposte e suggerimenti in merito alla faida di camorra a Torre Annunziata.