Le legali attiviste fautrici dell’abrogazione della Sezione 377 del codice penale indiano (che criminalizzava i rapporti omosessuali), fanno ora un passo in avanti per migliorare la condizione dei diritti civili in India.
Arundhati Katju e Menaka Guruswamy hanno ora deciso di spingersi ancora oltre per promuovere l’uguaglianza tra tutti i cittadini: il riconoscimento dei matrimoni LGBT.
Verso la legalizzazione
La comunità LGBTQ in tutta la nazione ha emesso un sospiro di sollievo nel settembre del 2018, quando l’allora Giudice Capo Dipak Misra della Corte Suprema pronunciò la fatidica sentenza “I am what I am, take me as I am” (Io sono quello che sono, prendimi come sono), che eliminò dopo 155 anni la Sezione 377 del Codice Penale per rendere liberi gli atti omosessuali nel paese. Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile“, aveva detto Misra, aggiungendo che la norma “era diventata un’arma per la persecuzione della comunità Lgbt“.
Gli avvocati portavoce di quella lotta, Arundhati Katju e Menaka Guruswamy, saranno ora i promotori della legalizzazione dei matrimoni LGBT in India.
“Non siamo un paese che riconosce fidanzata, fidanzato o appuntamenti. Siamo un paese che santifica un solo tipo di relazione e che è il matrimonio”, ha dichiarato a Business Insider Guruswamy che, insieme alla sua partner Arundhati Katju, sta attivamente sostenendo un quadro giuridico, il “Marriage Project“, che mira a rendere legittimi costituzionalmente i matrimoni tra persone dello stesso genere.
Guruswamy afferma che gay o etero, indù o musulmano, casta superiore o casta inferiore, maschio o femmina, desiderano tutti la stessa cosa: una relazione duratura a lungo termine “riconosciuta dalla società e dalla legge“.
Per quanto riguarda il “Marriage Project”, coppie dello stesso sesso con sede nel Kerala, Sonu e Nikesh Pushkaran hanno già presentato una petizione presso l’Alta Corte del Kerala per ottenere il riconoscimento legale del loro matrimonio.
Secondo i dati raccolti dagli utenti dell’app di incontri OkCupid, che conta oltre un milione di utenti in tutto il paese, il 55% degli uomini e l’82% delle donne della comunità OkCupid ritiene che sia giunto il momento di legalizzare il matrimonio gay nel paese.
È possibile il matrimonio egualitario in India?
In India i matrimoni omosessuali non sono riconosciuti dalla legge, ma ai sensi dello Special Marriages Act del 1954 può essere registrata un’unione tra due persone maggiorenni. In gran parte dell’atto viene utilizzato un linguaggio perlopiù neutro dal punto di vista del genere, consentendo in teoria l’unione omosessuale.
Tuttavia, dopo il cambiamento di prospettiva sulla legalizzazione dell’omosessualità, la sfida è stata lanciata sull’illegalità dei “matrimoni” gay. Adesso toccherà all’alta corte definire i limiti della legge nel paese all’indomani della depenalizzazione dell’omosessualità.
Il matrimonio egualitario nel mondo
Allo stato attuale sono almeno ventotto i paesi in tutto il mondo che hanno legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso genere, e diverse democrazie hanno istituito le unioni civili.
Il 27 maggio, il Costa Rica è diventato l’ultimo paese a legalizzare i matrimoni di genere.
Fonte: Jagran