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Carne di cane e gatto? La Cina dice NO

- 23/04/2020
Carne di maiale


Pochi giorni fa è giunto un comunicato ufficiale importante dalla Cina, che si aspettava da molto tempo ma che era stato ignorato volutamente: sarà vietata la carne di cane e gatto.

Per chi non lo sapesse, mangiare carne di cane e gatto è una pratica molto diffusa in Cina, e anche se il solo pensiero ci può far scorrere brividi di terrore lungo la schiena, la pratica è meno lontana dalla nostra realtà di quello che sembra.

Il divieto

Da inizio maggio, entrerà in vigore il divieto che proibirà il commercio alimentare e il consumo di gatti e cani. Non sarà però un divieto universale, in quanto non coprirà l’intero territorio cinese.

Anche se il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali cinese ha dichiarato che “i cani e gatti sono da considerarsi animali da compagnia e non bestiame”, si inizierà da alcune città e province. La prima a prendere questa decisione è stata Shenzhen, seguita subito dopo da Zhuhai.

La decisione è stata ponderata a seguito dell’epidemia di coronavirus, considerata strettamente correlata all’allevamento e consumo di carne. Per maggiori dettagli, abbiamo tuttavia dedicato un articolo al rapporto tra allevamento e inquinamento.

A detta dei sostenitori del divieto, si spera in un effetto domino sull’intera nazione.

Gabbie da macello
Gabbie da macello di gatti

Un passo indietro

Ora che abbiamo introdotto l’argomento, facciamo chiarezza sulla questione cinese: perché si usa consumare carne di cane e gatto?

In barba alla crudeltà, all’etica e il sadismo, si tratta di “tradizione”. Questi animali non sono mai stati considerati esclusivamente domestici, ma ibridi, e la loro macellazione e consumazione non è considerata immorale come da noi. Basti pensare nei mercati umidi di tutta la nazione vengono venduti anche animali considerati poco fruibili al consumo alimentare, come serpenti, pangolini e pipistrelli. E cosa dire della cottura di insetti, tra cui gli scorpioni? Se un alimento fa parte della propria cultura alimentare, difficilmente si rinuncia a esso.

Un altro aspetto poco considerato, è che la Cina ha una stragrande maggioranza di popolazione al di sotto del tenore medio di vita, cosa che porta a correre ai ripari per quel che riguarda l’alimentazione. Ci sono quindi a monte delle ragioni antropologiche e sociali da considerare: non si tratta (solo) di crudeltà nel concetto, anche se gli allevamenti destinati al macello sono una crudeltà di fatto.

Gabbia da macello di cani
Gabbia da macello di cani

Piccoli cambiamenti

In Cina, nel corso del tempo le cose sono cambiate. Con l’apertura al commercio massiccio con il mondo occidentale, ecco che le nuove generazioni hanno sempre più iniziato a considerare cani e gatti come animali esclusivamente da compagnia.

Secondo un’analisi, la maggior parte dei consumatori ha un’età che supera almeno i cinquant’anni di età, per cui si tratta di una tradizione legata perlopiù alle vecchie generazioni. Se poi si considerano altri fattori, scopriamo che solo il 20 % della popolazione consuma saltuariamente (e non regolarmente) carne di cane e gatto, pertanto il consumo effettivo scende ulteriormente.

La domanda sorge spontanea: sarà possibile sensibilizzare anche la popolazione più ritrosa a questo cambiamento di mentalità? Si riuscirà a debellare questa tradizione in nome dell’etica e dell’amore verso animali che sono a tutti gli effetti compagni di vita?

Noi speriamo di sì.

menù della tua vita
menù della tua vita

Oscuri tabù

Come scritto in precedenza: “la pratica è meno lontana dalla nostra realtà di quello che sembra“. È il momento di approfondire questo aspetto, perché il consumo di carne di cane e gatto non è esclusivo della Cina (qui ci sono altri stati nel mondo elencati), ma è stato parte anche della nostra realtà nazionale.

Facciamo un salto nel passato, nel periodo della seconda guerra mondiale, e precedentemente a esso. Gli abitanti delle zone rurali avevano bisogno di salvaguardarsi dalle invasioni di roditori e piccoli animali infestanti, e il modo migliore per tenerli a bada era avere degli animali domestici come cani e gatti. In periodi di carestia, di animali malati e di guerra… cosa finivano in pentola? Misteriosi conigli mai visti, e i gatti sparivano.

Ci sono molte storie riguardo a questo, da parte di chi lo ha vissuto direttamente (come conferma il sindaco di Quartu in Sardegna Stefano Delunas) e di chi le ha ascoltate da chi lo ha vissuto direttamente. Non faceva parte della cucina tradizionale, né si faceva per sadismo. Ma per fame.

Cosa dice la giurisdizione italiana sul tema?

L’articolo 544 del codice penale stabilisce che è punito “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”.

Tuttavia, non esiste un decreto apposito che vieti il consumo di carne di cane e gatto in Italia. La normativa per la macellazione di animali a fine alimentare è stata scritta nel 1928, e mai aggiornata. Ma se si traggono delle conclusioni tra l’articolo, i decreti e l’etica personale, in Italia è vietato vendere e mangiare carne di cane e gatto.

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Sono Alberto Orsotorta. Nato in piemonte e col cuore pellegrino, ho sempre amato le parole e le torte, ma su questi schermi posso dedicarmi solo a una di queste cose! Tra un articolo e l'altro… gradite qualcosa da mangiare? #waiterlife #blmagazine #orsotorta #parole Un modo per esprimere la mia fantasia e ritrovarmi con chi amo.

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