Come annunciato lo scorso mese di novembre, seguendo l’esempio della Russia anche l’Ungheria ha ottenuto una legge che vieta la propaganda LGBT+.
Fortemente voluta da Fidesz, il partito al potere del leader magiaro, questa misura garantirà che non si trattino tematiche relative all’orientamento sessuale e all’identità di genere nelle scuole. Inoltre, i contenuti (anche pubblicitari) destinati ai minori di 18 anni non dovranno contenere riferimenti alla comunità LGBT+.
Questo il testo della legge: “Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini, la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni“. Le lezioni di educazione sessuale “non dovranno essere finalizzate a promuovere la segregazione di genere, il cambiamento di genere o l’omosessualità“,
Tutto questo, ufficialmente, è stato predisposto con l’intenzione di proteggere e “garantire i diritti dei bambini” e prevedere pene più severe contro l’abuso sessuali sui minori.
Secondo quanto riportato dal sito ungherese origo.hu gli esperti sostengono che “nel cosiddetto mondo digitale odierno, lo sviluppo mentale sano dei bambini è maggiormente minacciato dai contenuti sessuali facilmente accessibili“, per questo la proposta di Fidesz ha lo scopo di vietare l’accesso a tali contenuti a chiunque abbia meno di 18 anni.
Ciò che emerge, però, è che il ricorso alla lotta e alla pedofilia celi la volontà, da parte di Fidesz, di censurare ogni riferimento alla comunità LGBT+ nei media, facendo in modo che la sottrazione dei contenuti afferenti alla sessualità e all’identità di genere dai media conduca a una inesorabile invisibilizzazione della comunità LGBT+ nella nazione.
Questa legge rappresenta l’ennesimo attacco frontale di Orbán e di Fidesz ai danni della comunità arcobaleno, dopo aver cancellato il riconoscimento delle persone trans e inserito in costituzione il divieto alle adozioni omogenitoriali. Con l’adozione di questa legge si assiste all’ennesimo schiaffo alla comunità trans ungherese, soggetta a una costante invisibilizzazione.
Intolleranza col placet dell’Europa
Gli attivisti avvertono che la legge è sospettosamente simile alla legge russa sulla propaganda anti-gay. Tale legge ha anche lo scopo di limitare le espressioni di omosessualità. Secondo l’attivista e ricercatore LGBT+ Rémy Bonny, direttore esecutivo di Forbidden Colours. è difficile per le persone LGBT+ fare campagna contro la legge, poiché viene promossa come misura contro la pedofilia.
“Il declino democratico degli ultimi dieci anni è stato in realtà una copia di ciò che è successo in Russia. Le persone LGBTI vengono utilizzate come capri espiatori per smantellare la democrazia“, ha affermato Bonny. Il tutto con il placet silenzioso della Commissione europea. “Il silenzio e l’inazione contro i crimini del governo ungherese contro la comunità LGBTI hanno permesso all’Ungheria di continuare la sua lotta contro i diritti umani e la democrazia“, ha aggiunto.
Oltre 5.000, secondo l’ANSA, si sono radunate ieri sera davanti al parlamento ungherese per protestare contro la legge che limita gravemente la libertà di espressione e i diritti dei bambini.
Fonte: out.tv