È tempo di leggi sulla bioetica in Francia.
I nostri cugini d’oltralpe stanno affrontando molti temi nell’ambito di un disegno di legge di ampia portata che riguarda il fine vita, l’anonimato dei donatori di sperma, la chirurgia per neonati intersessuali, cellule staminali, donazione di organi e una nuova disciplina sull’accesso alla fecondazione medicalmente assistita.
Il dibattito parlamentare si è fatto molto acceso sull’apertura alla fecondazione in vitro a tutte le donne, indipendente dal proprio stato civile o dall’orientamento sessuale.
In buona sostanza, mentre oggi lo Stato si fa carico delle cure mediche necessarie per consentire alle donne con problemi di fertilità di ricorrere alla fecondazione in vitro e donazione di sperma, qualora questo progetto di legge venisse approvato potrebbero accedere all’assistenza medica anche donne single e donne lesbiche sposate.
Il contenuto della riforma
In relazione a questo, sono previsti aumenti di circa 2mila richieste rispetto ai 150mila casi rilevati in Francia ogni anno.
Ma non è tutto: la controversa riforma consentirebbe alle donne di congelare i propri ovuli senza una precisa ragione medica, così da poter incrementare le opportunità di diventare madri anche più avanti con l’età.
Il divieto in ogni caso rimane imprescindibile per la maternità surrogata, che il disegno di legge esclude categoricamente. Lo stesso Ministro della Salute Agnes Buzyn ha espresso le sue perplessità in quanto l’inserimento della gpa nella riforma “avrebbe sollevato questioni etiche sulla commercializzazione del corpo femminile“.
La nuova legge farà inoltre decadere l’anonimato per i donatori di sperma, la cui identità potrà essere conosciuta dai propri figli biologici al raggiungimento dei 18 anni di età.
Critiche e controversie
Sebbene la Francia si riconosca – anche a livello politico – come uno Stato laico e multiculturale, e per questo poco soggetto all’influenza della chiesa (che è considerata in declino), sono giunte critiche feroci al disegno di legge da parte di La manif pour tous (imparentati con il comitato Pro-Vita italiano), famosi anche per aver contrastato il matrimonio egualitario nel 2013.
Il 6 ottobre sarà una giornata di mobilitazione nazionale contro la legge sulla bioetica proprio da parte di LMPT, che lamenta “la volontà di privare completamente i figli dai loro padri“, mente il partito di Marine Le Pen, Rassemblement National, invoca un referendum agitando lo spettro dell’omogenitorialità.
Dubbiosa anche l’Accademia Francese di Medicina, che ha commentato la privazione della figura paterna come “un importante punto di rottura antropologica, con rischi per lo sviluppo psicologico del bambino“. È giunta a stretto giro la risposta del Ministro Buzyn, che oltre a definire “antiquato” il parere dell’Accademia ha ricordato che un bambino francese su quattro vive in famiglie monoparentali, aggiungendo che “Gli studi mostrano che i bambini nati da coppie gay o cresciuti da donne sole non hanno particolari difficoltà“.
Fecondazione assistita in Europa
L’Italia, così come Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Lituania, Slovacchia e Slovenia, consente l’accesso alla fecondazione assistita esclusivamente alle coppie eterosessuali, mentre in altri paesi come Portogallo, Spagna, Regno Unito o Svezia, la fecondazione in vitro è un diritto di tutte le donne, anche se single o in coppia omosessuale, ma a condizione che siano in “età riproduttiva naturale”.
Le donne single possono accedervi in Grecia, Estonia, Bulgaria e Slovenia, mentre l’Austria è curiosamente l’unica nazione che consente alle sole coppie – di tutti i tipi – la facoltà di sottoporsi alla fecondazione assistita.
Fonte: euronews