Le persone LGBT+ con genitori religiosi o di stampo conservatore hanno 2,5 volte più possibilità di affrontare il rifiuto in seguito al coming out in famiglia. In relazione a questo, il 70% di chi riceve una reazione negativa soffre di ansia, depressione e pensieri suicidi.
È l’esito di un nuovo sondaggio della Fondazione Naz & Matt, istituita dall’inglese Mat Mahmood-Ogston dopo la morte del suo fidanzato Naz, suicidatosi dopo il rifiuto dei suoi genitori musulmani di accettarlo in quanto omosessuale. Sulla home page del sito della Naz & Matt Foundation campeggia lo slogan “La nostra missione è di non lasciare mai che la religione, nessuna religione, si frapponga all’amore incondizionato tra genitori e figli“.
Il sondaggio, realizzato su un campione di ragazzi inglesi, dimostra tuttavia che la maggior parte dei genitori accetta l’omosessualità dei propri figli, e che solo il 25% delle persone aderenti a qualche credo religioso, o di stampo conservatore, hanno registrato reazioni sfavorevoli al coming out dei propri parenti più prossimi. La percentuale dei genitori non credenti – o non conservatori – che non hanno accettato i propri figli gay è invece ferma al 10%. Altri genitori potrebbero essere risultati positivi, neutrali o si sono rifiutati di rispondere.
Mahmood-Ogston ha dichiarato a GayStarNews che l’omofobia innescata da famiglie religiose o culturalmente conservatrici è molto diffusa. “Abbiamo commissionato questo nuovo sondaggio per comprendere meglio le sfide che le persone LGBTQI + affrontano e l’impatto a volte devastante che hanno sulla loro salute mentale.” ha
I ricercatori hanno scoperto che le persone LGBT+ di origine religiosa o culturalmente conservatrice hanno il 30% in meno di probabilità di dichiararsi ai propri genitori o alle proprie famiglie rispetto ad altre persone LGBT + nel Regno Unito.
Effettivamente, il 27% del campione ha dichiarato di non essersi dichiarato perché temeva di deludere i genitori, il 23% temeva rabbia e aggressività e il 19% era preoccupato che i loro genitori li avrebbero diseredati. Paure fondate da dati concreti: tra coloro che hanno subito una reazione negativa al coming out, il 43% ha affrontato la rabbia dei propri familiari e il 13% è stato oggetto di abusi.