Lo scorso mese di Luglio il parlamento britannico ha votato due emendamenti per estendere anche all’Irlanda del Nord la legislazione vigente nel resto del paese in tema di aborto e nozze gay.
La decisione di Westminster è diventata esecutiva a partire da ieri 21 ottobre, in via sussidiaria rispetto alla legislazione territoriale, in quanto da oltre 1000 giorni i partiti di Belfast (Partito Unionista Democratico, di stampo conservatore, e Sin Féin, indipendentista di matrice socialista), non riescono a trovare un accordo su una nuova coalizione di governo.
Si tratta di due decisioni storiche: se sul matrimonio omosessuale, che nel resto del Regno Unito è vigente dal 2014, il Partito Unionista Democratico ha posto il veto per renderlo esecutivo anche in Ulster, sull’aborto vigeva una normativa risalente addirittura all’epoca vittoriana.
L’interruzione di gravidanza era infatti regolata dalla legge del 1861 sui reati contro la persona, che consentiva l’aborto solo nei casi in cui la gravidanza avesse messo a rischio la vita e la salute fisica o mentale della gestante, prevedendo pene durissime come l’ergastolo sia per chi si fosse sottoposto ad aborti illegali che per eventuali collaboratori. Chiunque volesse ricorrere all’aborto avrebbe dovuto recarsi in altre zone del Regno Unito.
Con la decriminalizzazione sono annullati tutti i procedimenti giudiziari in corso, e sarà avviato un dialogo a livello locale per stabilire il cambiamento dell’offerta del servizio sanitario, con scadenza marzo 2020.
Grande gioia per gli attivisti di diritti umani, che si sono riversati nelle strade di Belfast per festeggiare il doppio successo. Tra questi Patrick Corrigan, direttore di Amnesty International nell’Irlanda del Nord ha espresso la sua soddisfazione augurandosi di “Suonare le campane di nozze a San Valentino”.
Contrari i conservatori delle comunità religiose (tanto protestanti quanto cattoliche) che negli ultimi anni si sono opposti fermamente all’entrata in vigore della nuova legislazione, anche se le pressioni per cambiare le leggi vittoriane si sono moltiplicate soprattutto dopo che, nel 2018, anche nella cattolica Repubblica d’Irlanda si è abrogata la normativa, molto restrittiva, dell’interruzione di gravidanza.
fonte: Euronews