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L’Ombrina Boccadoro: dalla padella alla quasi estinzione.


In questi anni i cambiamenti climatici, la miopia umana e le scelte scellerate di industrializzazione delle nazioni stanno portando allo stremo gli ecosistemi. Da diversi decenni associazioni ambientaliste portano avanti programmi di salvaguardia di flora e fauna soprattutto in quelle parti di mondo dove inquinamento e cambiamenti climatici devastano totalmente la biodiversità.

Orsi polari, balenottere azzurre, panda, gli arbusti di Socotra, i baobab e i mogani amazzonici, specie importantissime ma distanti geograficamente dell’Italia fanno sì che le cittadine e i cittadini della repubblica italiana siano ancora troppo tiepidi su questa tematica. Anche la nostra nazione, che vanta innumerevoli microclimi e biodiversità non è assolutamente esente da questo fenomeno riferibile agli effetti devastanti dell’essere umano. Vogliamo presentarvi, settimana, dopo settimana animali e piante a rischio estinzione nel nostro territorio nazionale così da dimostrare, ancora una volta, che questa emergenza riguarda tutti e tutte a qualunque longitudine e latitudine del globo.

Vi facciamo conoscere l’Ombrina Boccadoro pesce comunemente utilizzato in cucina, presente addirittura nei ricettari dell’Artusi, che tra pochi anni si estinguerà a causa dell’ingordigia italiana.

L’ombrina boccadoro è un pesce speciale dal nome curioso e affascinante. Essa prende il nome dal fatto che l’interno della bocca è di colore giallo dorato. Il suo nome scientifico è Argyrosomus regius. La bocca è abbastanza grande e dotata di denti appuntiti come per tutti i predatori. La mandibola nell’ombrina porta un breve barbiglio.

Appartiene alla famiglia degli scienidi, pesci ossei appartenenti all’ordine dei perciformi. Essa comprende soprattutto specie marine anche se qualche specie si è adattata alle acque dolci. La colorazione di questi pesci va dal grigio argento al colore del bronzo, spesso con linee laterali ondulate, e anche con livree dai colori contrastanti bianchi e neri. Il corpo è compresso lateralmente e abbastanza slanciato, con ventre piatto e dorso arrotondato. La pinna dorsale è unica ma presenta una forte intaccatura che divide la parte spinosa da quella, più lunga, con raggi molli, tanto da dare l’impressione che sia duplice. La pinna caudale ha margine arrotondato e la linea laterale si estende fin sulla pinna caudale. Spesso i giovani hanno livrea ed aspetto molto diversi dai pesci adulti. Alcune specie della stessa famiglia degli scenidi raggiungono taglie notevoli, anche oltre i 2 mt, e possono pesare oltre 100 kg.

Le ombrine sono pesci piuttosto costieri e vivono preferibilmente sui fondi sabbiosi;
le si possono trovare anche intanate tra le rocce come la corvina, un pesce simile, della stessa famiglia. L’ombrina boccadoro è una specie “eurialina” che penetra nelle lagune e nelle foci fluviali risalendo i fiumi fin dove permangono le acque salmastre. E’ un pesce molto diffuso nel Mediterraneo, nel mar Nero e nell’Atlantico. Qui da noi nell’alto Adriatico si può trovare in alcuni periodi anche di frequente.

La comunità internazionale oceanografica ha decretato questa specie in grave pericolo d’estinzione, soprattutto in Italia. La causa della quasi scomparsa dalle nostre coste non è riconducibile al surriscaldamento delle acque né tanto meno dall’inquinamento. Infatti questo pesce è altamente resistente e si adatta facilmente a tutti gli habitat. La causa della sua condizione critica è la voracità italiana. Infatti la domanda di ombrina boccadoro sta portando allo stremo l’intera specie. Attualmente nessun governo, negli ultimi dieci anni ha prodotto alcuna legge a tutela dell’ombrina. Si prevede che se il consumo rimarrà simile a quello dell’anno passato, nel giro di 3 anni i mari italiani non avranno più quest’animale indispensabile per l’ecosistema.

Tutte le cittadine e i cittadini italiani, dunque sono responsabili dello stato di conservazione dell’ombrina boccadoro. Una presa di coscienza comune potrebbe salvarla.

Se vi viene voglia di ombrina, sostituitela con un’insalata: voi non morirete, l’ombrina ringrazierà!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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