Il 22 luglio 2011 Anders Behring Breivik fece esplodere un’autobomba fuori dall’ufficio del primo ministro a Oslo, uccidendo otto persone, prima di guidare fino all’isola di Utøya e sparare a 69 persone che partecipavano a un campo estivo dell’organizzazione giovanile del Partito Laburista. I workshop organizzati avevano come tematica proprio la gestione dei conflitti e la lotta contro il razzismo.
Il neo nazista Anders Behring Breivik, armato fino ai denti, rincorse i ragazzi e le ragazze e li uccise a sangue freddo. Questa terribile strage segnò la storia del paese Scandinavo e l’intera Europa. Le immagini della fredda mattanza sono ancora impresse nell’immaginario collettivo. A distanza di 10 anni la Norvegia si prepara a commemorare quelle vittime e ad interrogarsi, nuovamente, sull’inclusività e il razzismo.
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Il terrorista Brevik, durante i processi che si sono succeduti in questi anni, ha sempre menzionato, a “sua discolpa” che il Partito Laburista avesse tradito la Norvegia perché aveva permesso ai musulmani di vivere nel paese, nell’ambito di quello che considerava un complotto globale per rendere l’Islam la religione dominante in Europa, soppiantando il cristianesimo.
Attualmente i partiti di estrema destra norvegese cavalcano questa paura fomentando una “giustificazione ideologica” del Brevik.
La Strage di Utøya ha segnato globalmente la storia dei paesi occidentali creando un prima e un dopo.
Nel deep web sono presenti moltissimi siti e forum ultranazionalisti che osannano il criminale norvegese e aizzano menti contorte verso le teorie di sostituzione etnica e di musulmanizzazione dei paesi occidentali. Sono molteplici i casi di “emuli” di Anders Behring Breivik che negli anni hanno macchiato di sangue le loro comunità.
Il 3 febbraio 2018, verso le ore 11, a Macerata, furono esplosi alcuni colpi di pistola nel centro cittadino da una vettura in movimento. Tra gli altri, fu colpita anche la sede locale del Partito Democratico. Nell’attacco, rimasero ferite sei persone, tutti immigrati di origine sub-sahariana con età compresa tra i 20 ed i 32 anni. Per l’attacco venne arrestato Luca Traini, un uomo di 28 anni, il quale, secondo la ricostruzione, sarebbe partito da Tolentino e, dopo aver sparato, sarebbe sceso dall’auto davanti al Monumento ai Caduti cittadino, dove avrebbe fatto il saluto romano e gridato “Viva l’Italia” con un tricolore legato al collo, prima di arrendersi alle Forze dell’Ordine. Nella sua casa furono rinvenuti elementi riconducibili all’estrema destra, tra cui una copia del Mein Kampf e una bandiera con la croce celtica. Fu inoltre accertato che Traini si era candidato con la Lega Nord per le elezioni comunali di Corridonia del 2017: nel programma del candidato sindaco per il Carroccio vi era anche il “controllo degli extracomunitari”.
A marzo del 2019, in Nuova Zelanda, il suprematista bianco Brenton Tarrant, che per il suo manifesto si era ispirato a Breivik, uccise 51 persone in due moschee.
Philip Manshaus, neonazista di 22 anni, aveva “cercato di uccidere più musulmani possibile” nell’attacco a una moschea vicino a Oslo nell’agosto del 2019. Poche ore prima aveva assassinato sua sorella adottiva di origini cinesi.
La commemorazione della Strage di Utøya dovrebbe essere motivo di riflessione globale sui processi di inclusione sociale e sulla galoppante propaganda neonazista che sta minando dal basso le democrazie del mondo. La disumanizzazione delle minoranze è un processo che l’umanità ha già vissuto facendo piombare nel baratro della storia un epoca circonfusa di teorie criminali che vanno dalla Germania Nazista di Adolf Hitler, alla pulizia etnica in Serbia, Montenegro e Kosovo per ordine del presidente Slobodan Milošević.