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Polonia, nuove restrizioni per aborto ed educazione sessuale

- 14/04/2020
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In una nota rilasciata oggi, Human Righths Watch ha espresso la propria preoccupazione per il dibattito politico in corso in Polonia sull’opportunità di introdurre, in piena emergenza Coronavirus, un disegno di legge restrittivo sull’aborto e sull’educazione sessuale.

La prima lettura dei disegni di legge di iniziativa popolare, che risalgono a marzo 2018 e a novembre 2019, è prevista per i prossimi giorni, approfittando del divieto di assembramenti per evitare il sorgere di movimenti di protesta

L’attenzione del governo polacco durante la pandemia dovrebbe essere quella di proteggere la salute e i diritti delle persone, non di ridurle” ha affermato Hillary Margolis, ricercatrice senior per i diritti delle donne presso Human Rights Watch.

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Manifestazione per i diritti delle donne in Polonia: “sciopero delle donne” recita lo striscione

Il disegno di legge polacco “Stop all’aborto”

Questo progetto legislativo modifica il codice penale, eliminando l’accesso legale all’aborto in caso di anomalia fetale grave o fatale, e limitando ulteriormente quella che è già una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa.

Il via libera da parte della commissione parlamentare al disegno di legge, presentato a marzo 2018 e sostenuto da politici del partito conservatore al potere, aveva suscitato numerose polemiche sfociate in proteste di massa in tutto il paese. Il successivo blocco dell’iter è stato dovuto alla richiesta, da parte di alcuni membri del parlamento conservatore, di un giudizio di costituzionalità sull’aborto in casi di grave anomalia che minaccia la vita di un feto.

Secondo la legge attuale della Polonia, l’aborto è legale solo per salvaguardare la vita o la salute delle donne, in situazioni di anomalia fetale grave o fatale, o se una gravidanza deriva da uno stupro o un altro atto criminale come l’incesto.

Anche quando l’aborto è legale, molteplici ostacoli limitano l’accesso delle donne e delle ragazze nella pratica, inclusa la diffusa invocazione della “clausola di coscienza” che consente ai fornitori di servizi sanitari di rifiutare le cure sulla base di credenze personali o religiose.

Le leggi che limitano o criminalizzano l’aborto non riducono o eliminano la necessità dell’aborto da parte delle donne, ma piuttosto le spingono a cercarlo attraverso mezzi che possono mettere a rischio la loro vita e la loro salute. Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite aveva precedentemente invitato il parlamento polacco a respingere il disegno di legge “Stop all’aborto“.

“Stop pedofilia”: contro l’educazione sessuale

Oltre alla stretta sull’aborto, il governo conservatore polacco ha tutta l’intenzione di mettere la pietra tombale sull’educazione sessuale con un disegno di legge dal titolo improprio “Stop Pedophilia“, col quale si vuole modificare il codice penale per criminalizzare “chiunque promuova o sostenga l’attività sessuale nei confronti dei minori“, in particolare se questa ha a che fare con l’omosessualità, per “minaccia alla cultura polacca“.

Chi fornisce a minori informazioni e corsi sulla sessualità, sulla salute, sulla riproduzione e sui diritti sessuali, inclusi insegnanti, operatori sanitari, attivisti, rischiano una pena per un massimo di tre anni.

Il Parlamento ha approvato il disegno di legge durante una prima lettura nell’ottobre 2019 e potrebbe scadere se non preso in considerazione dal parlamento neoeletto entro la metà di maggio.

È curioso, se non grottesco, che si vieti una sana educazione sessuale, volta alla prevenzione verso gravidanze indesiderate e alla maturazione della propria consapevolezza fisica, e allo stesso tempo si stringano ulteriormente le possibilità di accesso all’aborto. Due scelte ben poco lungimiranti.

Lo strumentale utilizzo della parola “pedofilia”, che evoca una delle infamie peggiori che un giovane essere umano possa subire, ha un unico, preciso scopo: far credere agli elettori che si tratti di un disegno di legge di tutt’altro genere, che possa prevenire e punire gli atti sessuali nei confronti dei minori, quando il testo, ingannevolmente, dice altro.

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“Educazione non è iniziazione”, manifestazione in Polonia contro la legge “Stop Pedofilia”

L’ennesimo attacco al cuore dei diritti individuali

I due disegni di legge sono redatti e supportati da gruppi di destra, tra cui l’Istituto per la cultura legale dell’Ordo Iuris dichiaratamente conservatore, anti-abortista e anti LGBT. Entrambi sono stati presentati per la sessione parlamentare di questa settimana da Elzbieta Witek, portavoce del parlamento, membro del partito conservatore al potere Law and Justice (Prawo i Sprawiedliwość, PiS).

Da quando PiS è salito al potere nel 2015, il governo polacco ha preso di mira i diritti delle donne, anche attraverso campagne diffamatorie, discorsi d’odio e altri attacchi contro le organizzazioni e le attiviste per i diritti delle donne. La crociata del partito al potere contro la cosiddetta “ideologia gender” ha poi guadagnato terreno ed è stata utilizzata per galvanizzare il sostegno a misure che colpiscono i diritti delle donne e LGBT.

In particolare, nel 2016 il parlamento ha respinto un disegno di legge antidiscriminatorio che avrebbe tutelato dai discorsi d’odio minoranze sessuali e di genere, disabili, anziani, migranti.

Si tratta dell’ennesuma erosione, da parte del governo polacco, dello stato di diritto, con una lenta e continua interferenza nei confronti della magistratura libera e la libertà di stampa.

C’è da chiedersi quale ruolo abbia in tutto ciò l’Unione Europea, e perché non preveda l’applicazione delle procedure iscritte dall’art. 7 del Trattato sull’Unione Europea, che prevede possibili sanzioni, come la sospensione dei diritti di voto di uno Stato membro in seno al Consiglio dell’UE, se tale paese viola i valori fondanti dell’UE, come lo stato di diritto.

Fonte: Human Rights Watch

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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