(KHARTOUM) La proposta internazionale di un cessate il fuoco di 24 ore è stata accolta solo sai paramilitari delle Forze di Supporto e rigettate dall’Esercito Ordinario. Il tutto via Facebook: un botta e risposta via social. – Questa è la prima volta nella storia che due fazioni lasciano annunci su un social network Bombe e spari nella capitale. Sale a 97 il numero delle vittime civili coinvolte.
Ma cosa sta accadendo in Sudan e perché si è riaperto un conflitto tra due diverse forze armate dello stesso stato?
La crisi sudanese ha origine nel 2000 quando, nel Darfour, la regione più povera della nazione africana, si mossero rivolte armate contro il governo centrale di Omar al-Bashir , dittatore sanguinario che inventò le Forze di Supporto Rapido come suo personale braccio armato. Attualmente nelle fila del FSR sono circa 100.000 i paramilitari arruolati. Una vera e propria forza personale del Dittatore al-Bashir.
Dopo il colpo di stato dell’11 aprile 2019, dopo quattro mesi di massicce proteste popolari che ne invocavano la rimozione dal potere, i militari si schierano intorno al palazzo presidenziale e tramite un incruento colpo di Stato hanno destituito al-Bashīr.
Dopo il Federmaresciallo al- Bashir a reggere la Rupullica del Sudan doveva essere Ahmed Awad Ibn Auf che, però, il 12 aprile stesso delle sommosse fu deposto da Abdalla Hamdok.
Hamdok resse fino al 21 novembre del 2021, giorno in cui avvenne il Colpo di stato Militare che depose il presidente e fece insediare Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan attuale Presidente.
Negli ultimi mesi la FSR è tornata al contrattacco per destabilizzare totalmente il capo politico sudanese e probabilmente, far tornare Omar al-Bashir a tiranneggiare sulla nazione: un vero e proprio colpo di Stato. Emergenza climatica, flussi migratori dal corno d’Africa e carestia sono state l’esca di questa escalation senza precedenti.
Nel centro di Khartoum nei giorni scorsi ci sono stati “bombardamenti aerei, cannoneggiamenti e lancio di missili terra-terra”, anche nella zona dove si trova l’Ambasciata d’Italia. Lo ha riferito una fonte qualificata nella capitale sudanese aggiungendo che “sempre più abitazioni civili vengono colpite da proiettili vaganti”.
Vani i tentativi dei ministri degli Esteri statunitense e britannico che hanno rinnovato gli appelli alle parti in conflitto a “cessare immediatamente le violenze“, invitandole a tornare al tavolo dei negoziati. C’è accordo sulla necessità di “un immediato cessate il fuoco e di un ritorno ai colloqui, colloqui che sono stati molto promettenti nel mettere il Sudan sulla strada verso una piena transizione, verso un governo a guida civile”, ha dichiarato il Segretario di Stato americano Antony Blinken insieme al suo omologo britannico, James Cleverly, a margine del vertice del G7 Esteri a Karuizawa, in Giappone.