Con Deliberazione del Direttore Generale della ASL di Pescara di Giugno 2023 viene reso possibile, anche a Pescara, poter effettuare una interruzione volontaria di gravidanza anche con il metodo farmacologico entro il novantesimo giorno di amenorrea, presso il presidio di Via Rio Sparto, Pescara.
Una notizia che va totalmente controcorrente rispetto alla linea politica e sanitaria di questo periodo, suscitando reazioni positive di associazioni e sindacati, come il Collettivo Zona Fucsia e la CGIL di Pescara.
Nell’agosto 2020, in piena emergenza sanitaria, su sollecitazione della società civile e delle società scientifiche italiane, è stata pubblicata la Circolare del Ministero della salute che ha aggiornato le “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine”.
La circolare ministeriale prevede l’estensione della metodica farmacologica e la possibilità di effettuare l’IVG in regime di day-hospital e in regime ambulatoriale, presso strutture pubbliche, come i consultori, se adeguatamente attrezzate, e autorizzate dalla Regione.
Ma dopo oltre due anni dalla sua pubblicazione, l’aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali è stato recepito, con sostanziali differenze di interpretazione, solo da alcune regioni.
La Regione Abruzzo, nello specifico, con una nota del febbraio 2021 aveva raccomandato, con disposizione firmata dall’assessore alla Sanità Nicoletta Verì e del dg della Sanità Claudio D’Amario, la somministrazione della Ru486 in ambito ospedaliero e non consultoriale, a maggior tutela delle pazienti in caso di effetti avversi che nei consultori potrebbero non essere trattati adeguatamente.
L’Abruzzo, lo ricordiamo, resta una Regione dove il diritto di abortire è una chimera in alcune province come Chieti dove l’ASL non garantisce il rispetto della Legge 194. Troppi i medici obiettori di coscienza e troppi ancora i tentativi di colpire una legge che riconosce invece il diritto di autodeterminazione delle donne.
I tentativi di ostacolare la corretta attuazione di una legge Nazionale oggi vengono infranti: oggi vince il diritto di autodeterminazione delle donne, l’inalienabile possibilità di scegliere sul proprio corpo.
Pensare che in Italia, si possa ancora incontrare resistenza nella sfera dei diritti umani e del diritto alla salute è sempre sconfortante, ma constatare come, dopo qualche anno di attenzione e opposizione costante, si faccia un passo in più verso la tutela dei diritti delle donne, verso la protezione dallo svilimento di anni di lotte femministe e non solo, è una piccola, grande vittoria.