La Federazione Internazionale di Scacchi (FIDE) con la delibera CM1-2023/47 “Approvare e pubblicare le regole FIDE suggerite sulla registrazione sulle persone che giocano a scacchi transgender nel database FIDE, in attesa della conferma della Commissione costituzionale. Continuare ad elaborare le regole riguardanti l’ammissibilità di chi gioca agli eventi femminili.”
Questo comporta il fatto che a partire dal 21 agosto 2023 fino al 2025 un’apposita commissione si occuperà di esaminare la questione in vista di una decisione definitiva e di conseguenza l’esclusione dai tornei femminili di scacchi e il permesso di partecipare solo nei circuiti open.
Grazie (o per colpa) del numero Id Fide dove viene tenuto conto del punteggio ranking. Con il nuovo regolamento, nel caso una persona avesse cambiato anagraficamente genere dopo la registrazione dell’Id Fide le vittorie verranno annullate e solamente alle giocatrici transgender, non sarà più concesso di partecipare a tornei ufficiali. Discriminazione che richiama in questo paese alla memoria un ventennio oscuro.
Si potrebbero fare varie ipotesi a riguardo sul perché di questa revisione, quella più probabile è che si pensi che possano avere qualche vantaggio sulle giocatrici cisgender? La cosa risulta offensiva da vari punti di vista nonché chiara emanazione del patriarcato
Da anni in questo paese anche un ente come il CSI (Centro Sportivo Italiano) che non brilla certamente per le battaglie sui diritti civili. Per quanto riguarda i tornei ufficiali di qualsiasi gioco da tavolo più o meno recente, Non esistono divisioni per genere che a quanto pare sono rimaste appannaggio delle associazioni scacchistiche. Mentre associazioni più proattive come La Gilda del Cassero di Bologna si battono per concepire i giochi come luoghi di equità come riportato nel loro manifesto rosa del gioco. E come loro affermano: giocare è un atto politico.