Dal 29 al 31 marzo, Verona ospiterà la tredicesima edizione del World Congress of Families, il “Congresso mondiale sulla famiglia” organizzato da Iof (International Organization for the Family), lobby di “pressione statunitense religiosa” (cristiana, ebraica e perfino musulmana) che ha l’obiettivo di farsi unica portavoce di molte istanze di stampo conservatore, come la difesa della famiglia tradizionale, il contrasto all’autodeterminazione, la lotta al femminismo e alla rivoluzione sessuale e ovviamente il disconoscimento di ogni unione al di fuori di quella uomo-donna, che si pone come unico e incontrastabile dogma a fondamento della famiglia. Nella tre giorni di incontri prevista a Verona, si alterneranno alcuni dei principali esponenti del Movimento Globale Pro-Family.
Il Congresso, come recita il sito internet ufficiale, sarà un “un evento pubblico internazionale di grande portata che ha l’obiettivo di unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”.
Tra le tematiche affrontate durante il Congresso, sono previste “La bellezza del matrimonio”, “I diritti dei bambini”, “Ecologia umana integrale”, ” La donna nella storia”, “Crescita e crisi demografica”, “Salute e dignità della donna”, “Tutela giuridica della Vita e della Famiglia” e “Politiche aziendali per la famiglia e la natalità”.
“Hate group”
Nato nel 1997, il Congresso è oggi sotto attenta osservazione della Southern Poverty Law Center, organizzazione americana che si batte per la tutela dei diritti umani, in quanto riconosciuto come “hate group”. Nel corso degli anni, infatti, il Congresso e i suoi membri si sono pronunciati a favore della legge russa anti propaganda gay e al ritorno della criminalizzazione dell’omosessualità in Uganda.
A ricoprire il ruolo di Presidente dello IOF, oggi, è Brian Brown, noto attivista pro-vita e anti-lgbtq+, che si batte da anni contro la “colonizzazione ideologica della famiglia” e il diritto al matrimonio egualitario.
Il World Congress of Families si tiene ogni anno con grandi eventi internazionali e regionali, per sensibilizzare la centralità del ruolo della famiglia tradizionale nelle politiche nazionali, a scapito dei diritti lgbt. Secondo il sito ufficiale, figurano come co-organizzatori dell’evento di Verona il Comune di Verona, PROVITA – Ass. Onlus, Citizen Go, National Organization for Marriage, Generazione Famiglia e Comitato Difendiamo i nostri figli.
I relatori
Sono moltissimi i relatori previsti per i numerosi incontri della tre-giorni veronese. Tra gli altri, vi saranno alcuni esponenti della politica italiana, tra cui il Ministro per la famiglia e i disabili Lorenzo Fontana, il Ministro dell’istruzione Marco Bussetti, il Vicepremier nonché Ministro dell’Interno Matteo Salvini, Giorgia Meloni (leader di Fratelli d’Italia), il sindaco di Verona Federico Sboarina e addirittura il Presidente del parlamento Europeo Antonio Tajani.
Insieme a loro, diversi rappresentanti della chiesa cattolica e ortodossa, alcune personalità internazionali impegnate, più che sul fronte pro-vita, su quello delle campagne d’odio verso la comunità lgbt e qualche nostra vecchia conoscenza. Scopriamo qui le personalità più influenti che appariranno a Verona tra qualche settimana:
Silvana De Mari: Medico e psicoterapeuta, afferma di curare gli omosessuali da oltre quarant’anni. Ha dichiarato che l’omosessualità è una condizione patologica reversibile e che gli attivisti gay “provino simpatia per pedofilia, necrofilia e coprofagia”. Ha inoltre ipotizzato una correlazione tra il gay pride e il contagio di epatite, e associato il sesso anale alle iniziazioni sataniche. È stata più volte oggetto di provvedimenti disciplinari da parte dell’Ordine dei Medici.
Katalin Novak: Quarantunenne ministro ungherese della famiglia, della gioventù e degli affari internazionali, nonché una delle pupille del Presidente Orban. È una ferma sostenitrice dei valori del matrimonio.
Theresa Okafor: Attivista lgbt nigeriana. Supporta la criminalizzazione dell’omosessualità in Africa, sostenendo che “non fa parte della tradizione culturale della nazione”. Ha paragonato il movimento gay ai terroristi di Boko Haram.
Allan Carlson: Presidente del Centro Howard dell’Illinois per la famiglia, la religione e la società. Nel 1988 ha scritto un saggio in cui analizzava il declino demografico americano, sostenendo che fosse causa delle spinte femministe e della rivoluzione sessuale del dopoguerra. È un grande ammiratore della Russia e delle sue leggi anti-propaganda gay. Sostiene che Putin “sta cercando di far riacquistare alla società la sua moralità” dopo il comunismo e il suo crollo, che ha comportato un “approccio libertino alla sessualità.
Antonio Brandi: Presidente di ProVita e grande amico di Roberto Fiore (leader di Forza Nuova). Tra i promotori della petizione “No all’ideologia Gender nelle scuole”. Ha commentato così la legge sul testamento biologico:
“un disegno di legge pericoloso e mortifico che, come obiettivo, ha quello di portare avanti un’ideologia hitleriana di sopprimere ogni vita arbitrariamente considerata non degna di essere vissuta“.
Dmitri Smirnov: Arciprete ortodosso e membro della Commissione Patriarcale per la famiglia. Ha dichiarato “Se non fermiamo gli aborti, il signore ci cancellerà dalla faccia della terra“. Paragona l’aborto all’Olocausto, promuovendone il taglio dei fondi statali. È per confinare il ruolo della donna a moglie e madre, com’era un secolo fa.
Zeljka Markic: Ha combattuto in prima linea in Croazia per dissuadere il governo dalla ratifica della Convenzione di Istanbul. È stata la principale promotrice del referendum che ha introdotto la tutela costituzionale del matrimonio nel Paese slavo.
Nicola Legrottaglie: ex calciatore convertito sulla via di Damasco, afferma che i gay sono peccatori e che per redimersi dovrebbero leggere la Bibbia. Nel 2009 ha detto: “Essere gay oggi è visto come una moda, una maniera come tante di essere contro. Nella Bibbia c’e’ scritto chiaro e tondo che, sia maschile che femminile, è peccato“.
Igor Dodon: Presidente della Repubblica Moldava, si è espresso contro il Gay Pride del 2017 di Chisinau, affermando che si trattasse di una marcia “in contraddizione con i valori tradizionali, la religione ortodossa e la morale“, e che i gay “non saranno accettati né da lui personalmente né dall’intera società.
Ce ne sarebbero molti altri, ma credo che abbiamo reso l’idea.
La questione “Patrocinio”
Il Congresso gode, oltre al patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto, anche della Presidenza del Consiglio dei Ministri / Ministro per la famiglia e la disabilità.
A fronte di una sfilata di protagonisti nemici della libertà individuale, che in una qualunque democrazia avanzata sarebbero considerati dei folli integralisti, bigotti e omofobi, risulta davvero spiacevole e inadeguato che sia stato consentito l’utilizzo dello stemma della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La questione è tanto complessa quanto banale, emblema di un modo di fare grossolano e clientelare tutto italiano. Il sito The Vision ha ricostruito minuziosamente tutti i dettagli della vicenda, che qui vi riassumiamo.
La concessione del Patrocinio ha messo in imbarazzo il partito di maggioranza, il Movimento 5 Stelle, e soprattutto il sottosegretario alle pari opportunità Vincenzo Spadafora, da sempre molto vicino alle posizioni della comunità LGBT. Una nota della Presidenza ha chiarito che “non è stata mai ricevuta nessuna richiesta di patrocinio per il ‘World congress of families’, in programma a fine marzo a Verona, né quindi si è potuto mai concederlo. Si tratta di una iniziativa autonoma del ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, attraverso procedure interne agli uffici e che non hanno coinvolto direttamente la Presidenza del Consiglio“.
Spadafora ha anche specificato che “Il patrocinio era firmato dal capo di gabinetto del ministro e non aveva seguito i percorsi che formalmente si seguono quando viene richiesto il patrocinio della presidenza del Consiglio. Generalmente, queste pratiche devono essere autorizzate non da una capo di gabinetto ma dalla dirigenza della presidenza del Consiglio”.
Come ha fatto Fontana ad ottenere il Patrocinio pur non coinvolgendo direttamente l’Ufficio di Presidenza? Semplice. Il Ministero di Fontana è del tutto nuovo e non ha un dicastero ufficiale. Si tratta di un ministero che non ha capacità di spesa, pertanto “senza portafoglio” e senza logo. Trattandosi di un ministero ex novo, può legittimamente utilizzare quello della Presidenza del Consiglio.
Il Patrocinio è stato quindi concesso in virtù di un “buco” burocratico che nessuno si è mai impegnato né a colmare, né a prevenire. Né tanto meno gli scopi e le finalità del Congresso, ormai chiari a tutti ed evidentemente contrari ai più elementari principi costituzionali, sono stati oggetto di controllo o supervisione.
Le reazioni politiche
Ne sono seguite dichiarazioni da parte di molti esponenti dei partiti di sinistra, come Nicola Fratoianni (leader di Sinistra Italiana), che ha chiesto anche un’interrogazione parlamentare. “ Il congresso riunisce diverse sigle e fa capo all’associazione International organization families, in cui confluiscono estremisti di destra (da Forza Nuova ad Alba Dorata ecc), estremisti cattolici, anti-abortisti, anti-divorzisti, anti-femministi, attivisti contro i diritti degli omosessuali“ […] e individua come cause del declino della ‘famiglia tradizionale il divorzio, l’omosessualità e il lavoro femminile. Cioè le donne devono essere obbligate a stare a casa a fare figli, lavare e stirare, altrimenti si sfasciano le famiglie”.
La stessa Monica Cirinnà è stata tra le prime firmatarie di una mozione trasversale (sostenuta anche da qualche parlamentare 5stelle) che definisce “oltremodo grave, nonché lesivo dei principi costituzionali e convenzionali” che il Governo della Repubblica e la Presidenza del Consiglio dei Ministri – sia pure per il tramite di un Ministro senza portafoglio – concedano il patrocinio ad un evento che punta a diffondere una cultura di odio e discriminazione verso le persone LGBT+, oltre che a promuovere una concezione delle relazioni familiari astorica e fondata sulla subordinazione femminile”.
aggiornamento qui