Maria Kolesnikova, una delle leader dell’opposizione bielorussa, dopo essere scomparsa nel nulla lunedì mattina, sarebbe stata arrestata nella notte tra lunedì e martedì mentre cercava di superare il confine con l’Ucraina.
Era scomparsa il 7 settembre a Minsk e, come riportato sul sito locale di notizie Tut.by, una testimone ha affermato di aver visto alcuni uomini incappucciati rapirla nel centro di Minsk e portarla via su un minivan.
Non è però ancora chiaro come siano andate realmente le cose.
La politica aveva appoggiato la candidatura alle presidenziali di Svetlana Tikhanovskaya, ed è l’unica esponente dell’opposizione ad essere rimasta in Bielorussia.
Infatti Tikhanovskaya si è rifugiata in Lituania, così come Olga Kovalkova, altra attivista di spicco dell’opposizione, scappata invece in Polonia successivamente alle minacce di arresto qualora fosse rimasta in Bielorussia.
Lo scorso 31 agosto Kolesnikova, che è anche una flautista e insegnante di musica, aveva annunciato che avrebbe fondato un nuovo partito d’opposizione insieme ai sostenitori di Viktor Babariko, ex banchiere e anch’egli esponente politico, arrestato dopo essersi candidato contro Lukashenko.
La vicenda si colloca quindi sullo sfondo della vasta campagna di repressione messa in atto dalle autorità per sedare il movimento di proteste che continuano ad animare le strade da un mese a questa parte, chiedendo le dimissioni di Lukashenko, che all’indomani delle elezioni l’opposizione ne contestava il risultato che gli davano un’ampissima vittoria, accusando il presidente, al potere dal 1994, di brogli.
Molti dei giornalisti filo-democratici che hanno partecipato alla protesta sono stati licenziali in seguito alla manifestazione.
La situazione non è ancora chiara, ma sono diversi i Paesi europei che chiedono risposte al governo bielorusso:
“Siamo estremamente preoccupati per la signora Kolesnikova. Chiediamo chiarezza sulle sue condizioni e chiediamo il rilascio di tutti i prigionieri politici in Bielorussia”, ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.
“I continui arresti e le repressioni non sono più accettabili”, ha aggiunto il capo della diplomazia tedesca, a detta del quale “chi vede le immagini delle manifestazioni pacifiche a Minsk non può chiudere gli occhi dinnanzi al fatto che le persone chiedono un cambio nella politica e nella leadership” del Paese.
Ed è per questo, conclude Maas, che il Governo tedesco lavora con forza ad un pacchetto di sanzioni contro il regime di Minsk: “Se il signor Lukashenko non cambia rotta, reagiremo nell’Unione europea”.
“Le autorità statali devono smetterla di intimidire i cittadini e di violare le proprie leggi e gli obblighi internazionali”, è la reprimenda dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
A fargli eco il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, che sottolinea la preoccupazione da parte dell’Italia e la necessità “di nuove elezioni”.