Lo scorso 26 marzo è stato depositato agli atti del Senato il disegno di legge n.1176 intitolato “Modifiche all’articolo 604-bis del codice penale e istituzione dei centri antiviolenza per le vittime di omofobia e transfobia“, per iniziativa parlamentare della Sen. Alessandra Maiorino (M5S) e cofirmato da 35 Senatori pentastellati, tra cui la vicepresidente Paola Taverna e Alberto Airola.
Il ddl, come risulta dalle note d’agenzia (sul sito del Senato è possibile reperire il testo originale) rappresenta un’estensione della legge Mancino, che già pone l’aggravante per le discriminazioni fondate su motivi razziali, etnici e religiosi, anche per i reati di omo-transfobia. Della stessa legge Mancino, lo scorso agosto, l’ex Ministro per le Famiglie Lorenzo Fontana, aveva proposto l’abrogazione perché accusata di “offrire una sponda al razzismo anti-italiano“.
Cosa prevede il ddl anti omotransfobia dei 5 stelle?
Stando all’articolo de Il Messaggero, pene molto severe sia per episodi di discriminazione che di violenza.
“Chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sull’omofobia o sulla transfobia“, secondo il testo, è punito “con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6000 euro“.
E ancora: “Chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza fondati sull’omofobia o transfobia è punitocon la reclusione da sei mesi a quattro anni”. Infine “è espressamente vietata ogni forma di organizzazione, associazione o movimento o gruppo fondati sulla transfobia e omofobia“.
Per gli accusati, si potrà accedere alla sospensione del procedimento “con messa alla prova“, dedicandosi a lavori di pubblica utilità per “lo svolgimento di attività di ripristino e di ripulitura di luoghi pubblici o ad attività lavorativa in favore di organizzazioni di assistenza sociale o volontariato“.
Sarà previsto il patrocinio dello Stato per le vittime, la cui condizione di particolare vulnerabilità sarà oggetto di valutazione per soppesare la gravità degli atteggiamenti omotransfobici.
Infine, saranno istituiti centri antiviolenza per le vittime di omotransfobia, con “incremento annuale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità,agevolando l’integrazione con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali e l’assunzione di personale specializzato“.
La Sen. Maiorino, via facebook, ha così commentato il ddl a suo nome:
Si intende dare tutela giuridica alla folta minoranza di italiani appartenenti alla comunità #LGBT – che in Italia rappresenta il 13% circa della cittadinanza – che finora è esposta all’arbitrio.
Contrastare violenza fisica e verbale, contrastare la discriminazione e il bullismo, che tante vittime miete purtroppo oggi tra i giovani e i meno giovani, è una battaglia che non può e non deve avere colore politico.
Sono certa che la Lega sarà aperta al dialogo su questo tema, perché parliamo di cittadini come gli altri, che non possono essere esposti ad insulti, aggressioni e discriminazioni per il loro orientamento sessuale.
Sono cose ovvie, sancite dalla Costituzione e da ogni convenzione sui diritti umani. Educare all’umanità e al rispetto è il primo passo per una società civile, prospera e felice.
Alessandra Maiorino (M5S)
Leggi contro l’omofobia in Italia: i precedenti
Non è la prima volta che in Parlamento viene depositata una legge contro l’omofobia. Già nel 2011, durante la XVI legislatura, l’ex ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna si schierò a favore della proposta di legge firmata da Anna Paola Concia (PD) e con un appello bipartisan chiese alla maggioranza di governo di appoggiarla: la votazione in Commissione Giustizia andò a vuoto e buona parte dei propri colleghi di coalizione (tra cui l’allora Lega Nord e Giovanardi) non appoggiarono il Ministro. Il disegno di legge non prevedeva il reato di omofobia: era composto da due articoli e proponeva la sola aggravante di omofobia per i reati commessi a scopo discriminatorio.
Due anni più tardi, la maggioranza a trazione PD di Enrico Letta, con la Carfagna sempre in prima linea, prima smembrò la legge Scalfarotto, che fu approvata, senza i suoi punti focali, alla Camera, e poi, a causa dell’ostruzionismo del NCD di Angelino Alfano, la dimenticò al Senato. Anche in questo caso il ddl prevedeva diverse aggravanti alla legge Mancino, ma tutto quello che la legge prevedeva circa la discriminazione e l’istigazione per i singoli, non sarebbe valso per le organizzazioni religiose, sindacali e politiche.
Si arriva a marzo 2018, quando la Sen. Monica Cirinnà, già autrice della legge sulle unioni civili, a inizio legislatura deposita una legge del tutto simile a quella proposta dai 5Stelle, intitolata “Disposizioni in materia di contrasto alle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere“, che oltre a prevedere l’estensione dei reati previsti dalla legge Mancino anche per motivi omotransfobici istituiva, anche a livello statale, la Giornata Nazionale contro l’omofobia e la transfobia il 17 maggio. Questo disegno di legge, tuttavia, non è mai stato discusso, né in aula né in Commissione Giustizia.
fonte: agi, il messaggero