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Un pandoro ancora indigesto


Gossip, voci di corridoio, tanto “sentito dire”: districarsi nel caso Ferragni-Balocco e quanto accaduto finora meriterebbe un articolo dedicato, ma cosa sta accadendo oggi? E domani?

Partendo da dati oggettivi, Chiara Ferragni è quasi sparita dai social, perde follower (500mila in due mesi) e guadagna hater tra insulti online, store e partner boicottati, oltre soprattutto a collab sospese in attesa di tempi migliori, e contratti stracciati: Coca-cola, Luxottica, Pigna in odore di ricorso per cavilli sui motivi del recesso.
Re Mida (o regina Media?) è ora un pària, tanto che pure Taffo, dark ma sempre intelligente, posta: «Se ora Chiara sponsorizzasse bare non morirebbe più nessuno».

Eppure la Blonde Salad non ha solo detrattori: ad esempio l’hotel dove è scappata dalle critiche l’ha accolta a braccia aperte (bontà o opportunismo?) ma gli insulti sono piovuti anche sulla struttura, che ha subito rimosso il relativo post (fonte: Gambero Rosso).

Fuori dal coro d’odio, arriva inaspettatissima (o no?) perfino Wanna Marchi a elogiare l’imprenditrice che “dà lavoro a migliaia di persone”, ma guarda caso omette che alla base di questa brutta storia c’è una questione etica: la pubblicità è spesso tendenziosa, ma se ingannevole diventa reato, e in quanto tale speriamo venga trattato. Più diplomatica invece Belen Rodriguez, che in un messaggio fiume chiede di lasciarla in pace.

Al momento proprio l’oblio sembra la strategia di Ferragni, sicuramente concordata con il proprio entourage, ma non condivisa da altri social media manager che la vorrebbero online a scusarsi, purché resti presente come sempre. Perché in fondo, a noi umanə del 2024 servono sempre nuove storie(s) ed emozioni, non importa che generino amore cieco o shitstorm.
E Ferragni è stata bravissima – ora possiamo dirlo – in entrambi i casi.
Immagine di copertina di Balocco – Instagram

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Potrei definirmi con un sacco di etichette, ma se collaboro con BL Magazine è perché non mi piacciono: le trovo riduttive per me e tacciabili di discriminazione per chi crede di non riconoscersi. Amo l'arte, lavoro tra comunicazione e tecnologia, e scrivo per chi vorrà leggermi - spero con piacere.

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