Ecco l’ultimo tormentone che sta spopolando sul web, la sfida del momento sui social: la #10yearchallenge.
A partire da Facebook passando per Instagram e Twitter fino ai vari memes, che lo scherniscono, siamo tutti (chi più chi meno) coinvolti in questo gioco. Ma a cosa serve realmente? Quale scopo ha comunicare al mondo che 10 anni fa eravamo in un modo e oggi siamo cambiati (che poi, detto fra noi, mica tutti son migliorati, ma vabbeh, lasciamoglielo credere)?
Le origini
Ma vediamo com’è nata la moda del momento. La Ten Year Challenge mette a confronto, con poche regole, il presente con 10 anni fa. Per questo gioco però non è stato scelto un anno a caso, bensì il 2009, anno in cui si ebbe il boom dei social, tra cui il nostro amato Facebook che proprio in quell’anno, oltrepassò in Italia la soglia dei 10 milioni di iscritti. Come tanti altri, un passatempo divertente che richiede pochi sforzi: scegliere due foto da affiancare (una del 2009 e una di oggi), aggiungere l’hashtag #10yearchallenge e pubblicare per comunicare al mondo social il nostro cambiamento.
La challenge delle star
In tanti hanno accettato “la sfida” e si sono mostrati nella loro evoluzione. Strategicamente utilizzato dai brand che ne hanno approfittato per fidelizzare il cliente, coinvolgerlo nella loro storia e dimostrare la costante presenza sul mercato. Occasione imperdibile però anche per le star come per esempio Madonna, Niki Minaj, Jessica Biel e la nostra Chiara Ferragni che, come tante altre, si sono lanciate in questo confronto spazio -temporale. È interessante vedere come, nella stessa foto ci sia un messaggio di autoironia ma al tempo stesso di nostalgia del tempo che fu. Autoironia ben poca, diciamo un disperato tentativo di far vedere al mondo che sono ancora in gran forma e pimpanti per non finire nella scatola del Barbie usate.
Il tempo che passa fa paura e l’orologio delle star ticchetta molto più velocemente del nostro, vivono con l’ansia che un follower in meno sia l’inizio del declino. In un attimo possono essere rimpiazzate con l’ultimo sorriso, l’ultimo disco, l’ultimo boyfriend o l’ultimo qualcosa per cui si apre la porta della cantina e inizia quella lunga scala che conduce al sotterraneo delle meteore.
Quindi ci ritroveremo foto zoomatissime dove a malapena si riconoscono i lineamenti somatici (vedi la nostra rebelheart), scatti plastificati, sorrisi smaglianti e tirati che sembra dicano “guardami sono ancora sexy”. Immagini prese da repertori di album della Notte degli Oscar, Music Awards o Golden Globe, se vabbeh troppo facile però.
Ma non dimentichiamoci dei vip che sono saliti sulla giostra del ten year challenge con disinvoltura. Chiaramente se nel 2009 avevi 22 anni e ora sei ancora giovane e fresca sposina con un rapper e neomamma, è chiaro che giochi a occhi chiusi. Se hai spopolato da poco, attirando l’attenzione su di te più dello sposo, è ovvio, caro il nostro Beckham che ti piace vincere facile. Beh in certi casi Madre Natura è stata molto buona e non c’è ten year challenge che tenga, se sei fico sei fico.
Le “nostre” challenge
Per noi comuni mortali invece, il tutto è molto più complicato. Innanzi tutto dobbiamo cercare una foto del 2009 dove chiaramente siamo venuti bene (ma non troppo), poi dobbiamo scegliere lo sfondo, aggiustare i capelli (che spesso nelle foto vengono come quelli di Maga Magò) e infine far nascere dal niente uno sguardo birichino, un po’ monello accompagnato da un sorrisone a 360 denti totalmente immotivato.
Allora mi chiedo, se per le star apparire e essere sempre sul pezzo serve a non entrare nel dimenticatoio, a noi a cosa serve? Se vedere il tempo che passa ci rende malinconici, perché lo facciamo? Semplicemente per intrattenerci con qualche attività che ci dia l’ennesima occasione per tirare fuori il narcisista nascosto in noi, per cercare quel complimento che magari stenta ad arrivare ed accumulare un bel po’ di like per nutrire il nostro ego. A chi non fa piacere vedere il commento sul proprio profilo social “sei una bomba” oppure “per te gli anni non sono passati”, ecco l’ennesima dimostrazione che ancora una volta un falso sorriso ha riscosso un sacco di successo, anche più di uno vero.
#10YearsChallenge: un’occasone sprecata?
Sarebbe stato meglio forse utilizzare questa opportunità per condividere cambiamenti non nostri estetici ma cambiamenti legati al pianeta dove viviamo. Siamo tutti bravi a spacciarci per ambientalisti però quando ci viene dato il potere del canale social, lo usiamo per la nostra autostima, per un nostro selfie e per parlare di noi stessi.
Per fortuna c’è chi, oltre ad un utilizzo modalità “puffo vanitoso”, ha deciso di usare questo gioco per comunicare seriamente dei cambiamenti. In dieci anni sono successe tante cose in ambito politico, ambientale, culturale, scolastico e educativo. Certo, fa più comodo vedere sorrisoni e muscoli piuttosto che una foresta rasa al suolo, un oceano che in 10 anni si è riempito di plastica, un susseguirsi di politici che non hanno portato cambiamenti significativi né positivi. Se in dieci anni ci sia stata una evoluzione dell’integrazione razziale, come sia cambiata o no la tolleranza verso i diversi.
Cosa abbiamo fatto realmente in 10 anni? Come abbiamo contribuito alla salvaguardia del nostro pianeta? Forse, dopo dieci anni, dobbiamo ancora imparare a usare questi nuovi mezzi di comunicazione, sfruttare al meglio le occasioni che ci vengono date per mandare chiari messaggi, per riflettere anche attraverso una fotografia che a volte parla molto più delle parole.
a cura di Carlotta Cigliana