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BEARITY POSTA: Latte di suocera


Se volete partecipare alla nostra posta del cuore, per confessare i vostri segreti più nascosti, anche in forma anonima, o semplicemente per chiederci consigli, l’indirizzo di posta è redazionebearslicious@gmail.com

Il nostro Michelangelo è a vostra disposizione per fare chiarezza sui vostri sentimenti, accogliere le vostre rivelazioni o semplicemente leggere i vostri punti di vista sul mondo. Scriveteci!

 

Ciao Michelangelo, Seguo sempre la tua rubrica e faccio tanti complimenti a te e a tutti voi che lavorate a BL Magazine. Ti scrivo perché mi trovo in una situazione a dir poco antipatica, che sta rischiando di compromettere il rapporto col mio ragazzo. Capiamoci, lui è praticamente l’uomo dei miei sogni: bello, premuroso, gentile e brillante. Ci amiamo molto, ci rispettiamo e da qualche anno abbiamo anche avviato i nostri progetti di vita. Cosa non va? La sua famiglia. Ho da sempre l’impressione che mi detestino. Quando andiamo a trovarli sua madre deve sempre criticare il nostro modo di vivere e gestire la casa, imputando non troppo sottilmente a me tutta la responsabilità della cosa. Il padre non fa altro che tessere le sue lodi per poi fare paragoni coi quali pare voglia sempre sottolineare la mia inferiorità rispetto a quel gioiello di suo figlio che nessuno, men che meno io, si merita. Il fratello per lo meno mi ignora con cortesia. Forse sono troppo suscettibile io, ma ti assicuro che sono capace a mandare giù dei rospi, soprattutto in situazioni che lo richiedono, per amore e per rispetto. Il problema è che sento di non essere mai “difeso” dal mio compagno, il massimo che riesce a fare è cambiare argomento. Mi sento sempre in minoranza, sempre solo e secondario rispetto alla sua famiglia (di cui in teoria dovrei fare parte). Secondo me ha un rapporto davvero morboso con loro, ma sembra che non sia possibile prendere l’argomento in nessun modo. Che cosa ne pensi? Tu cosa faresti al mio posto? Un abbraccio

 

Jane Fonda e Jennifer Lopez in “Quel mostro di suocera”

 

Ben trovato sulla nostra rubrica di posta e grazie per le parole gentili che hai speso per il nostro lavoro.

Ahia! Ci hai portato un problema mica da niente!

Come ci rapportiamo agli affetti di chi amiamo, qualora dovessimo avere dei contrasti o subentriamo come destinatari delle loro antipatie? Come preservare il rapporto?

È un dramma che vedo portare in scena in più di una famiglia e io stesso ne sono stato vittima, in passato. La mia ex suocera era invadente, inopportuna, sempre pronta al giudizio non richiesto, e cercava continuamente di farmi sentire un caso sociale, trasformando le mie abitudini in una distorta pantomima di cui lei si improvvisava sceneggiatrice.

Molti miei amici e conoscenti mi riferiscono il loro esodo eterno verso La Terra dell’Approvazione Che Non C’è, fatto di frasi infelici, di confronti impropri e delle allegre beffe sui successi ottenuti o sulle difficoltà incontrate.

Se hai già provato a intraprendere assertivamente il discorso chiamando in causa tutti i soggetti coinvolti, sia in privato che in corso d’opera, per fare una bella lavatrice di panni sporchi esigendo il rispetto che meriti, e ne hai ricavato semplicemente un bel biglietto solo andata per Isterilandia, è giunto il momento di “togliere Baby dall’angolo“ (cit,) e sfoderare l’artiglieria pesante .

Per quanto amore possiamo provare, esso non basterà a preservare un legame orfano della complicità e del supporto necessario. In particolar modo, io credo che nel caso specifico sia proprio il figlio a dover guidare i propri genitori verso il rispetto per la persona a cui tiene. Proprio per evitare di mettere a disagio coloro i quali si presentano come estranei ad un gruppo (famigliare) più che consolidato.

Possiamo contrastare però questo tipo di violenza silenziosa, dobbiamo solo ricordarci che possiamo rifiutare il “gentile “ invito ad accomodarci sull’altare sacrificale cedendo il posto a chi vorrebbe essere il nostro boia. È opportuno fare notare al nostro partner la prova a cui siamo sottoposti, ma dobbiamo tenere conto che in alcuni casi il problema verrà minimizzato; vuoi perché il cocco di mamma è abituato a quell’atteggiamento e lo trova naturale, vuoi perché ben incorporato in un ménage in cui il complesso edipico non ha ancora trovato il suo sfogo, o semplicemente non si vuole perdere l’affetto e le coccole di mamma e papà valutando la situazione come nostra esagerazione. Alla fine mamma e papà, con lui/lei , sono stati sempre premurosi; “dobbiamo noi passarci sopra“ , “in fin dei conti loro sono buoni e amano anche noi” .

Negare l’evidenza diventa il motivo scatenante di tanti dissidi e di tanti addii.

Una scena del film “Quel mostro di suocera”

Va da sé che, se compiamo il passo falso del: ”o me o loro”, il nostro alleato-amore, ci si potrebbe ritorcere contro o comunque sentirsi messo alle strette e il rapporto ne risentirebbe.

Quel che possiamo fare è mettere in difficoltà queste persone privandole innanzitutto della soggezione con cui ci vorrebbero limitare. Accogliamo le loro insinuazioni con un sorriso e canzonandoli con un: ”hai ragionissima!” Ho visto che il tuo metodo di coinvolgere tuo marito nella gestione della casa ha funzionato benissimo, appena hai finito di versargli il vino e tagliargli la carne, mi spieghi come fare col mio?”, oppure ripetiamo a voce alta il commento del genitore, qualora il nostro distratto amore fosse troppo impegnato altrove, in modo da fargli notare le continue precisazioni e i rimbrotti a cui siamo sottoposti.

Questo ci aiuterà innanzitutto a sentirci agenti e non più subordinati e, in seguito potrebbe aiutarci a chiamare in causa la nostra dolce metà, costringendolo a prendere in carico i nostri sentimenti e a prendersi la responsabilità di proteggere la nostra relazione.

Questi sono solo dei consigli estemporanei, dati da qualcuno che si è dovuto arrabbattare per sopravvivere a certe dinamiche, ma il mio consiglio primario, come ti ho detto prima rimane quello di affrontare con estrema serenità persone e discorsi lì, sul momento, chiedendo di essere rispettato e di venire trattato come un adulto, come un nuovo membro della famiglia (se vogliono) e soprattutto con la delicatezza e la sensibilità che meriti.

Credimi, non sono parole al vento. Se non si corre subito ai ripari, quello che oggi sopportiamo per amore domani sarà esattamente ciò che quell’amore potrebbe farlo a pezzi.

Un abbraccio,

Michelangelo

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Nato a Enna il 27/06/1977, ho studiato Scienze del Servizio Sociale alla facoltà di Scienze Politiche, non conseguendo la laurea. Ho lavorato come educatore presso strutture di neuropsichiatria infantile, e ad oggi  lavoro in ambito ferroviario. Amo dipingere,creare con diversi materiali, leggere i movimenti sociali. vivo nella splendida Bologna da 15 anni.

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