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Coronavirus: l’uomo si ferma e la Terra respira

- 02/04/2020


Gli unici che stanno godendo di questa quarantena sono gli animali, il pianeta e l’aria

Loro non si annoiano, non hanno facebook dove lamentarsi di essere chiusi in casa che poi in realtà, o per un motivo o per un altro, son sempre in giro. Gli animali, quelli veri, in questo periodo in cui l’essere umano è immobile stanno (ri)prendendo spazio e si stanno riappropriando del loro habitat che avevano dovuto lasciare per colpa dell’invasione umana. 

Un segnale importante e significativo. Una fuga dal contatto umano, una industrializzazione violenta che ha violentato il pianeta. Inquinando l’aria, l’acqua e disboscando, privando così gli animali delle loro case e del loro spazio. Adesso invece che il vero animale, cioè l’uomo, è chiuso “in gabbia” gli animali stanno tornando. Escono dai nascondigli, ripopolano il paese. Aria pulita consente a uccelli di tornare e nidificare. Acqua pulita senza traghetti e trasporti consente a delfini e non solo di ripopolare i mari. Insomma, le cose si sono invertite.

Con questo coronavirus, mentre noi ci lamentiamo perché non possiamo andare a fare aperitivi, ingorgarci sulle autostrade per il week end, uscire per fare la spesa, il pianeta sta respirando. Ci ha messo da parte. Ci ha fermato.

In India, per esempio, migliaia di tartarughe marine stanno nidificando sulla spiaggia di Rushikulya senza alcun disturbo (in arrivo 60 milioni di uova stimate). In Thailandia hanno liberato 78 elefanti, che venivano utilizzati per il trasporto di turisti. In Giappone, a Nara, i cervi passeggiano per la città. In Italia abbiamo cigni nei canali di Venezia, conigli nei parchi di Milano, delfini nel porto di Ancona e a Firenze hanno visto passeggiare un tasso in pieno centro storico. Insomma, la quarantena di massa ha risvegliato gli animali. Qualcosa intorno a noi sta cambiando.

Questo è un segnale bellissimo. – commenta Luigi Boitani, docente di Zoologia alla Sapienza – Stiamo assistendo a un mega esperimento non voluto e vediamo che gli animali sono pronti, che potrebbero riprendersi il territorio che gli abbiamo tolto. Pensiamo a che cosa accadrebbe in mare se improvvisamente cessassero le attività di pesca: ci sarebbe una rigenerazione immediata. Sulla terraferma, se smettessimo di essere così invasivi e distruttivi, avremmo il ritorno vicino a noi di molte specie. Questa è una bella lezione che possiamo imparare dalla pandemia”.

Non solo la fauna, ma anche la flora terrestre, da quando è iniziata l’emergenza COVID-19, è tornata a gioire. I livelli di smog si sono ridotti ed è stato registrato un calo significativo dell’inquinamento atmosferico, in Cina ma anche in Italia. Alberi e boschi stanno respirando.

Mi vengono in mente i cartoni animati di Hayao Miyazaki, nato a Tokyo nel 1941, cresciuto nel periodo Shōwa (regno dell’Imperatore Hirohito), segnato da una imponente distruzione della natura, di montagne e di fiumi a seguito dello sviluppo economico. La natura, nei cartoni di Miyazaki, è rappresentata con precisione e amore, il tema basico è un “grande spirito naturale” che agisce a seconda di come ci si pone nei suoi confronti, come nemici o come amici. È una metafora della Natura che, in base a come l’uomo si comporta con lei, può travolgere con furia inarrestabile o essere nutrimento e salvezza. Il messaggio che vuole mandare è che è dato solo a noi come trattarla prendendoci le responsabilità delle nostre azioni

Un’immagine tratta da “Il mio amico Totoro”

Dove la natura regna sovrana, l’uomo non ha spazio. Impressionante come sia bastato diminuire la presenza e l’inquinamento perché si manifestasse per farci capire quanto poco ci stessimo prendendo cura di lei.

Sono miglioramenti che magari non saranno irreversibili, visto il breve periodo, ma sicuramente è una boccata di ossigeno che al pianeta non può fare altro che bene. Un periodo in cui potremmo pensare e escogitare nuovi metodi innovativi, che abbiano maggiore rispetto dell’ambiente per non sprecare questo periodo che ci sta regalando un luogo più sano dove abitare. Riflettere su quanto le nostre azioni abbiano un impatto disastroso sull’ambiente che ci circonda e quanto sia nocivo per gli animali ma anche per noi stessi. Impariamo a osservare cosa viene fuori quando noi ci fermiamo e cerchiamo di ricordarcelo per mantenerlo così anche quando torneremo ai ritmi normali. È tutto nelle nostre mani.

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