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BEARITY POSTA: Donne dai “trasporti” eccezionali


Se volete partecipare alla nostra posta del cuore, per confessare i vostri segreti più nascosti, anche in forma anonima, o semplicemente per chiederci consigli, l’indirizzo di posta è redazionebearslicious@gmail.com

Il nostro Michelangelo è a vostra disposizione per fare chiarezza sui vostri sentimenti, accogliere le vostre rivelazioni o semplicemente leggere i vostri punti di vista sul mondo. Scriveteci!

Ciao Michelangelo, non so se la rubrica della posta è aperta anche alle donne lesbiche, ma seguendoti da un po’ ho pensato “perché no?” Ti racconto in breve: ho 37 anni e sono alla mia prima esperienza lesbica. Sono stata anche sposata per cinque anni con un uomo, e il matrimonio è naufragato per ragioni legate alla mia sopraggiunta insensibilità verso il sesso maschile. Pochi mesi fa ho conosciuto una donna su una chat, lei vive in un paese vicino. Sarò franca con te: avevo una voglia tale che si è finite a letto in poco tempo, e da lì è nata una conoscenza che si sta elaborando in un qualcosa che però non saprei definirti… ciò che è certo è che sto riscoprendo il sesso come un piacere mentale, oltre che fisico. La nostra storia però è unilateralmente clandestina. Lei la vive senza problemi, ma nessuno della mia famiglia o dei miei amici sa di noi. Io non avrei alcun problema a dichiararmi in senso lato, ma sono molto ritrosa a farlo per compiacere lei, perché, e qui sorge il problema, lei ha un caratteraccio. In gergo la chiamerebbero “camionista”, mettiamola così. È molto mascolina, e la trovo sexy e bellissima, ma c’è un limite oggettivo: sembra una delle cattive di Orange is the new black. I miei amici ne riderebbero, e mi sentirei pesantemente giudicata. Diciamo pure che i rapporti tra me e lei si fermano al sesso e poco altro: a quello non riesco a rinunciare e non mi interessa esplorare il sesso con altre. Stiamo bene insieme quando si è sole, ma ogni intromissione terza la vivo con estremo disagio perché probabilmente comincio a guardarla sotto un’altra ottica. Lei dal canto suo mi dice che è felice e vorrebbe che andassimo a vivere insieme, ma temo che al di fuori della mia “zona di comfort” tutto possa tramutarsi in un gigantesco dramma personale. Secondo te dovrei fermarmi? O imparare a farmela piacere così com’è? Sono tanto confusa!

le protagoniste lesbiche di Orange is the New Black

Le protagoniste di Orange is the New Black

Buongiorno mia cara amica. Ma assolutamente si! Il nostro Magazine,e nello specifico la mia rubrica, sono aperti a chiunque: etero od omo, giovani o agée, per noi contano solo le persone e ciò che possiamo condividere e scambiarci.

La confusione che vivi è palpabile. La scoperta di un piacere diverso, di una te difforme da quel che sei stata in una prima fase della tua vita, hanno certamente sconvolto un universo scandito secondo regole precise e riconosciute anche nella condivisione con chi ti sta intorno.

Il primo impatto con la nuova consapevolezza potremmo definirlo come una serie di ginocchiate dirette al nostro stomaco: rimaniamo piegati per qualche momento, avvertiamo un dolore lancinante, ma al contempo sentiamo le nostre fibre tutte tese a captare e, successivamente, pronte a reagire al colpo.

Tutto questo si trasforma in una specie di godimento man mano che impariamo a controllarne e assaporarne gli effetti… ma non è immediato e occorre indubbiamente sperimentare e sperimentarsi, prima di poter avere almeno un quadro sommario della rettifica con cui ci stiamo aggiornando.

Lei ti piace: però nella misura in cui puoi supervisionarne gli effetti su te e impermeabilizzare le tua vita al di fuori di voi.

Lei ti piace! Ma hai paura che i tuoi affetti possano deriderla e di rimando possano deridere te.

Come spesso accade, rinneghiamo parti di noi o parti di terzi per il terrore di essere deportati al lazzaretto sociale cui ci sentiamo destinati.

Mi parli di questa donna, ma ti riferisci a lei come se fosse qualcosa di estraneo intrufolatosi nel tuo quotidiano rilegandole uno spazio marginale. È come se da un lato la ammirassi per la sua “scioltezza“, per la libertà con cui gestisce la sua dimensione personale e dall’altro temessi di essere investita da qualcosa a cui senti di non voler appartenere.

Sai amica mia, non è facile accettare gli altri quando ancora fatichiamo a misurarci con la struttura con cui, nostro malgrado, ci apprestiamo a modellarci.

Proprio questa distonia tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere o non essere ci porta ad affibbiare cliché, caratteristiche, funzioni, che ci disturbano e attraggono allo stesso tempo, disegnando un mondo dove opposizioni e congiunture si sovrappongono per creare distanza e mai contatto.

Di questa donna non fai risaltare nulla di positivo; di positivo per te ovviamente. Sottolinei un caratteraccio, un “eccessiva“ mascolinità, un atteggiamento da detenuta come nell’omonima serie a cui fai riferimento.

Fintanto che state in intimità, non solo sessualmente parlando, lei è contenuta, non rappresenta una minaccia al tuo spazio personale, alla tua sfera privata. Ma se solo pensi di dover portare questa storia all’esterno, ti prende il panico perché vorrebbe dire che dovresti rielaborare te stessa anche e soprattutto nell’elaborazione che gli altri farebbero di te.

Qui, e sono certo che in te ci sia già un ottimo grado di consapevolezza al riguardo, non si tratta di come sia o cosa faccia lei; qui si tratta di te e del tuo timore di mostrare quel che credi possa turbare gli altri. Fintanto che reputerai gli altri ingombranti ti sentirai tu stessa come un ippopotamo in un negozio della Thun.

Il mio consiglio è di portarti fuori da quella zona di comfort e conoscere per davvero sia colei che ti sta accanto, sia le altre persone che compongono la comunità GLBQT, potendo così bagnarti della storia di ognuno, meglio comprendere quanto la specialità possa costituire una risorsa ed edificare una vera libertà.

Se a tutto ciò aggiungi una conoscenza profonda della storia del movimento che ci ha portato dove siamo oggi, credo che ti risulterà più semplice centrare questa relazione e, a maggior ragione, quel che attiene a te individualmente.

Mentre ti scrivo mi viene in mente un film che ho amato con tutto il cuore, si chiama Women (2000): è una pellicola a tematica lesbo, divisao in tre momenti apparentemente slegati tra loro, sia temporalmente che nella trama.

In una di queste vicende una giovanissima Michelle Williams ci trasporta nel pieno degli anni ’70, in pieno periodo di rivoluzione sessuale e femminista, dove si troverà ad esplorare sentimenti e pulsioni per una donna che fa fatica a collocare… un po’ come nel tuo caso.

Non aggiungo nulla di più su questo capolavoro cinematografico (oltretutto nel cast figurano una splendida Ellen DeGeneres, una simpaticissima Sharon Stone e una delicatissima Vanessa Redgrave) perché mi piacerebbe lo guardassi, se ancora non ti fosse capitato.

Ti auguro di sentirti più a tuo agio nelle tue scarpe, siano esse a spillo o da trekking, perché è con quelle che dovrai far strada.

Potrai decidere di assecondare le aspettative di chi ti ha conosciuto fino ad oggi , ma è ai tuoi piedi che devi chiedere un passaggio per affrontare i chilometri verso la Tua Nuova Casa. Usa calzature comode! E se ti è possibile massaggia i piedi affaticati di chi si è incamminato prima di te  !

Un abbraccio,
Michelangelo

Women (2000)

Un fotogramma dal film WOMEN con Michelle Williams

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Nato a Enna il 27/06/1977, ho studiato Scienze del Servizio Sociale alla facoltà di Scienze Politiche, non conseguendo la laurea. Ho lavorato come educatore presso strutture di neuropsichiatria infantile, e ad oggi  lavoro in ambito ferroviario. Amo dipingere,creare con diversi materiali, leggere i movimenti sociali. vivo nella splendida Bologna da 15 anni.

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