Viviamo in una società dove se non sei magro, o bello, non esistiti.
Se non sei magro o bello non trovi un certo tipo di lavoro. Se non sei magro o bello non trovi il compagno/a. viviamo con un constante “Se non sei” che ci aleggia intorno. Manca sempre qualcosa. Siamo bullizzati dal mondo. Un mondo fatto di gente brutta che si prende la briga di giudicarti per un rotolo di carne in più, un mono-ciglio, un naso “importante”, una dentatura non perfetta, un difetto fisico. Un mondo che senza accorgersene spinge le persone a compiere atti malsani per la stanchezza di essere ripudiati. Scansati come feccia. Sei ciccione? sei brutto? non ti parlo neanche. Sei ciccione? Sei brutto? Non ti rispondo se mi scrivi. Sei ciccione? sei brutta? ti prendo in giro.
Un mondo brutto dentro che cerca solo la bellezza fuori, rappresentata solo dalla magrezza o da certi canoni imposti da altri.
Ma da chi?! Quale è questa società che impone i canoni? Puoi essere brillante, peccato sei ciccione o sei brutto. Puoi essere intelligente, peccato sei ciccione o sei brutto. Puoi essere una persona fedele da avere accanto per la vita, peccato sei ciccione o sei brutto.
E non si parla solo di persone che hanno gravi problemi di salute, si parla semplicemente dell’essere più paffuti del normale, persone che hanno un “difetto” ossia una lonzetta in più e finisce la magia. Parole dolci, pensieri romantici, sparite nel giro di mezzo secondo, il tempo di scaricare una foto sul cellulare o di guardarti fisicamente. In quella manciata di secondi non esisti più. Non sei degna di risposte, non sei degna di parole. Neanche ciao. Sei brutto, punto. Una violenza non verbale. Una violenza psicologica che distrugge.
Ma quando di preciso il grasso è passato dall’essere un concetto collegato ad un senso di prosperità, benessere e ricchezza a qualcosa di deprecabile?Quando la magrezza è diventata simbolo di superiorità morale?
Non devi valere, devi essere figo. Non devi essere dolce, devi essere figo. Non devi avere valori, devi esser figo. Ma non bello, magro! Perché spesso non si guarda come sei ma quanto pesi. Una bellissima persona, due occhi meravigliosi, un sorriso che ammazza, ma se posti su un corpo non magro non valgono niente. La famosa teoria delle “belle di faccia” di cui parla anche Amy Erdman Farrel nel suo libro “Fat shame”.
Di recente ho condiviso la mia esperienza su Tinder, dove funziona esattamente così. Pezzi di carne da macello che non devono avere pensieri o voce, solo apparire e quando appari non perfetto magro e asciutto, sei un pezzo di carne da buttare. Scartare. Non è facile vivere in una società come questa che ti squadra dall’alto in basso, che ti giudica, che ti esclude. Ma ti escludono per tanti fattori non solo per i chili in più, per i tatuaggi, per i piercing, per i capelli colorati. Purtroppo siamo cresciuti con l’estetismo inculcato nei nostri cervelli dalle immagini e così siamo sia vittime sia boia in questo mondo che ci spinge a cercare il bello piuttosto che il buono.
Questo però spesso accade molto nei nostri paesi perché basta allontani di poco e subito trovi persone al pubblico meravigliose che magari hanno un bel fisico “tornito” (braccia, gambe ben “tornite”di rotondità perfetta e di forme molto armoniche come lavorate al tornio), un tatuaggio a teschio sul petto e i capelli mezzi fucsia e mezzi neri.
Però mi domando, se questa persona è affabile, delicata, efficiente, servizievole, garbata, molto più rispetto a tante che si trovano negli uffici al pubblico, magari di aspetto perfetto, perché non deve essere valutata la sua capacità ma il suo aspetto? Capisco la difficoltà dei più deboli che non ce la fanno. Che cedono sotto la scure dello sguardo altrui. Che non sopportano di essere classificati brutti solo perché con un po’ di grasso in più o non conformi ai canoni della società. Sotto i giudizi di persone che dicono “non rientra nei miei canoni di bellezza”.
Ed è cosi che negli anni sessanta la “fat acceptance” ci ha portato al concetto che tutti i corpi sono validi. Una battaglia attiva ancora oggi che aiuta nell’accettare il proprio corpo, sensibilizzando l’opinione pubblica sugli ostacoli incontrati dalle persone grasse. Ci sono le frasi a difesa delle donne in carne, ci sono le pubblicità per le donne “vere”, ci sono campagne a favore della ciccia, ma tanto poi un uomo o una donna, ancora oggi, se devono scegliere, non scelgono un grasso. MAI. E allora autodistruggiamoci così. Facciamoci del male. Disintegriamoci a vicenda senza armi ma solo con la cattiveria mentale.
Un rifiuto per il tuo aspetto può essere molto più doloroso di uno schiaffo. Dovremmo evitare che le persone arrivino a farsi male con le loro stesse mani per cambiare il proprio corpo per essere accettati. Spesso da quei tunnel non se ne esce. Nessuno di noi è perfetto, pensiamoci prima di trattare male una persona che ha solo un po’ di ciccia in più o qualche altro tipo di differenza rispetto a quello che pensiamo sia “normale”.
In fondo è vera la frase che dice: “io posso cambiare, posso dimagrire ma tu non puoi cambiare, tu resti cattivo”