I social network in rosa solitamente sono usati e pensati per dare modo alle donne di parlare di shopping, matrimoni, gossip, capelli, tendenze, vip, ricette, figli, passioni, hobbies, insomma tutte quelle cose di cui le donne solitamente cianano (parlano, disquisiscono) intorno ad un tavolino di un bar o su un divano di una amica. Poi in tutto questo mondo rosa ci sono ovviamente mille sfumature che includono anche altri tipi di profili e altri tipologie di comunicazione.
Tutti infatti pensano che le donne siano avvantaggiate sui profili social. in fondo un corpo femminile è sempre un bel vedere (anche quello maschile ovviamente), una bella posa e il gioco è fatto. Ma non è sempre tutto oro quello che luccica. Infatti se le donne hanno più facilità di avere like hanno la stessa facilità di perderli e non solo.
Gli algoritmi dei social infatti penalizzano i profili di noi giovani pulzelle. Recentemente, infatti, è stato condotto uno studio sugli algoritmi dei social network e in particolare su quelli di Instagram, la piattaforma per le foto appartenente a Facebook. Per coloro che non masticano questo tipo di argomento o non conoscono tecnicamente un Social Network e le sue funzioni, spiego cosa sono.
Gli algoritmi sono un insieme di fattori, composti da dati raccolti, che variano e si mutano molto frequentemente e che aumentano o diminuiscono il successo di un post, e decidono anche quindi quale mostrare e a chi, variandone la visibilità e quindi il successo. Ecco, a tal proposito, a seguito di una analisi, hanno riscontrato che i profili femminili ricevono meno “Mi piace” rispetto a quelli maschili.
Lo studio è stato realizzato da tre ricercatori della Columbia University (The Web Conference, una conferenza itinerante sulla Rete che si svolgerà a Lione, in Francia, dal 23 al 27 aprile) ed ha riscontrato che, a fronte di una presenza lievemente differente sui social (54% le donne 46% e gli uomini), le foto postate da un pubblico maschile raccolgono più like rispetto a quello femminile.
Pare che questo lieve ma significativo squilibrio sia dettato dalla somiglianza della specie, una sorta di cameratismo o per meglio chiamarla omofilia, ossia la tendenza di persone con simile forma mentis a raggrupparsi. Infatti risulta che gli uomini abbiano meno problemi di noi donne a mettersi like reciproci ai post.
Beh, ciò non mi risulta complicato crederlo dato che, alla base delle amicizie maschili, non ci sono invidie e ripicche ma solo condivisione pura ed elementare di un qualcosa, senza un sottofondo psicologico di introspezione che spesso mettiamo noi donne in ogni semplice azione, oltre ad un pizzico di invidia che non ci fa accendere quel cuoricino sotto una foto.
Ma non perdiamo di vista il fatto che le donne sono meno seguite e quindi penalizzate. La cosa sarebbe simpatica e curiosa qualora si trattasse solo di like. In fondo il mondo social è in continua evoluzione e ogni giorno si notano cambiamenti, tendenze, esigenze e modi di esprimersi per i quali difficilmente si potrebbe parlare di svantaggio vero e proprio.
Il problema si pone e comincia ad essere di nota, come sottolinea Ana-Andreea Stoica (Ph.D. student in Computer Science at Columbia University), alla guida del team di ricercatori: “Le nostre analisi matematiche dimostrano l’esistenza di un soffitto di cristallo algoritmico che mostra tutte le proprietà di una metaforica barriera sociale in grado d’impedire a determinati gruppi, come donne o persone di colore, di essere egualmente rappresentati”.
Lo evidenziava già nel 2015 un’indagine del Global Media Monitoring Project (GMMP), secondo cui a fare notizia in Italia sono ancora soprattutto gli uomini: il 79% nell’informazione di carta stampata, radiofonica e televisiva, e il 73% nelle news online di Internet e su Twitter.
Questo è molto grave negli anni 2000. In diversi si stanno muovendo in questo senso e stanno facendo studi per capire se questo aspetto sia realmente tangibile. Molte accuse riguardano gli algoritmi di Instagram, che penalizza determinati contenuti rispetto ad altri. Contenuti che, pur non violando alcuna regola in termini di condizioni e utilizzo, vengono limitati alla diffusione poiché ritenuti “sessualmente provocanti”. Prendiamo per esempio artiste come ballerine o pole-dancer, ragazze che condividono la loro passione e il loro allenamento che spesso, senza saperlo vengono penalizzate. Parlo al femminile perché pare che questo “trattamento” gli algoritmi lo dedichino con più frequenza agli account in rosa. Inconcepibile calcolo matematico. Attendiamo e vediamo se dai recenti studi potrà emergere qualche analisi che ci condurrà ad un giusto equilibrio di followers. Nonostante tutto noi gentilpulzelle ci siamo fatte ascoltare anche senza i like quando non c’erano strambi meccanismi, quindi non saranno certo i dati raccolti dai Social a spengere il nostro entusiasmo di condivisione.