L’argomento trattato in quest’articolo tocca un fenomeno molto esteso e che si sviluppa sotto diversi profili.
Tutti noi abbiamo internet e la facilità e la velocità di connessione ci consente di scrivere, praticamente in ogni momento, il nostro pensiero, la nostra indignazione e la nostra opinione.
Ognuno di noi carica in rete video ed immagini, condivide foto o le ripropone anche unitamente a post e tweet. Quello che quasi nessuno fa è chiedersi: “ Posso farlo?”, “ È legale?”, “ Sto commettendo un reato?”, “ A cosa vado incontro?”. Senza voler entrare nel dettaglio di un argomento complesso e spigoloso si cercherà di spiegare cosa si può fare e cosa no poiché, citando Martin Luther King, “la mia libertà finisce dove comincia la tua”.
Cosa NON possiamo pubblicare sui vari blog e social network?
Ogni piattaforma ha una sua policy in cui viene ad essere indicato ciò che può o non può essere pubblicato. Vi sono, tuttavia, delle regole generali che non possono e non devono essere violate.
– Non si può pubblicare delle foto dove vi sono ritratte delle persone che non hanno prestato il proprio consenso alla pubblicazione;
– Non si posso pubblicare foto di nudo;
– Non si possono pubblicare foto di bambini. Particolari sanzioni sono previste, inoltre e giustamente, se nelle immagini vi sono minori degli anni 18 ripresi in atteggiamenti intimi o addirittura costretti ad avere atteggiamenti intimi. In questi casi si commette il reato di pedo-pornografia che si estende non solo a chi ha postato le immagini ma anche a chi le scarica, le detiene e le divulga. Preciso che lo stesso vale anche se nelle immagini è ripreso un adulto. In questi casi occorre subito e più velocemente e reiteratamente, segnalare queste immagini che rappresentano ABUSO;
– Non si possono pubblicare foto artistiche senza citare l‘autore;
– Non si possono pubblicare frasi, citazioni, articoli, spezzoni di libro senza citarne l’autore o la fonte;
– Non possono essere divulgati dati sensibili che attengono la sfera personale come ad esempio numeri di telefono, indirizzo di casa, indirizzo mail etc etc.
Cosa succede se tali regole vengono violate?
Dipende, principalmente, dalla natura della violazione. Per quanto sia contrario alla legge pubblicare un articolo senza citarne l’autore, sicuramente la sanzione prevista e subita sarà minore rispetto a chi, cercando di fare il furbo, pur non indicando l’indirizzo di una persona, carica on line una foto da cui è facilmente evincibile dove si trova la casa, il luogo di lavoro o la palestra dove la persona si trova. In alcuni casi si rischio tanto un procedimento in sede civile quanto in sede penale.
Quali regole per i post di Facebook e i Tweet?
Sebbene capiti o sia capitato a tutti di scrivere in preda alla rabbia, occorre sempre ricordarsi che esistono dei limiti.
Non si possono, quindi, inventare e divulgare notizie false su una persona, ricoprirla di insulti oppure intasare la bacheca facebook, o altre, da soli o unitamente ad altri, con frasi offensive o immagini violente/volgari.
Non si può estrarre da un gruppo o da una conversazione delle immagini o dei post al fine di ripubblicare in altri gruppi, aperti o chiusi che siano, allo scopo di denigrare l’autore del post e/o il gruppo in cui è stato pubblicato.
Vi sono, poi, delle figure che per il loro particolare prestigio istituzionale non possono costituire oggetto di vilipendio, ossia una dimostrazione pubblica di disprezzo tale da assumere un carattere di scherno e ingiuria: , ai sensi del 290 cc questi soggetti sono il Presidente della Repubblica, il Governo, la Corte Costituzionale. Ovviamente questa norma è valida anche nel caso in cui i commenti offensivi siano fatti sui social network.
Quanto è diffuso il fenomeno?
Troppo diffuso. Capita sovente, non soltanto ai vip, di essere oggetto di vere e proprie condotte persecutorie. Capita anche a dei ragazzini, a degli adulti, uomini o donne, di divenire bersaglio di un gruppo, più o meno numeroso, che lo fa divenire oggetto di offese, minacce ed altro.
Ad oggi, anche se qualche passo in avanti è stato fatto, non esiste una tutela in grado di essere immediata poiché per bloccare un account che viola la policy occorre del tempo.
Denunciare è la soluzione
Denunciare, denunciare, denunciare. Denunciare sempre e comunque.
Vero è che la tutela è difficile, ma i correttivi necessari vengono dall’esperienza, vengono dal coraggio di chi è rimasto in piedi ed è andato contro a chi lo aggrediva e tentava di umiliarlo.
Sebbene si tratti di un percorso lungo non occorre e non si deve scoraggiarsi. Bisogna essere consapevoli che la provenienza dei post e delle foto può essere rintracciata così come gli autori. Bisogna sapere che, queste persone, possono e DEVONO essere denunciate per diffamazione aggravata, ingiuria, minacce e moltissimi altri reati che solo l’Autorità Giudiziaria può valutare ed indicare.
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