Molte volte mi capita di parlare con clienti o anche con amici di situazioni che istintivamente portano ad esclamare che “sarebbe servita una querela”. Nelle stesse occasioni mi capita, forse per deformazione professionale, di notare che termini come denuncia, querela ed esposto si sovrappongono e sono utilizzati come sinonimi.
In quei momenti scatta un campanello di allarme perché penso che entrambi sono atti personalissimi, che quindi possono essere svolti anche senza l’aiuto di un legale, e che un errore potrebbe avere pesanti conseguenze in tema di tutela di se stessi e dei propri diritti.
Cos’è un esposto?
Si tratta di una sorta di segnalazione.
In pratica un cittadino che sospetti la commissione di un reato si reca presso le forze dell’ordine e narra quello che ha visto, quello che conosce precisando se vi sono fatti e circostanze già accaduti e se teme che, sulla base di quanto a sua conoscenza, un domani possa essere commesso un reato.
Non occorre in questo caso essere vittime del reato, basta semplicemente temere che un reato venga commesso.
Una volta che l’esposto è stato depositato, ricordiamo che questo istituto è previsto nel testo unico di pubblica sicurezza ma non nel codice di procedura penale, pertanto le forze dell’ordine tenteranno di trovare una soluzione bonaria alla questione.
Per tale ragione, le parti coinvolte verranno convocate e si cercherà una soluzione naturalmente evidenziando all’autore del comportamento, che rischia di trasformarsi in un reato, le conseguenze della sua condotta.
Cos’è una querela?
Si tratta di un atto che può essere posto in essere solo dalla persona vittima di un reato, che si definisce giuridicamente persona offesa, tramite il quale si chiede che venga aperto un procedimento al fine di punire il colpevole.
Possono essere denunciati tramite la querela i reati che non sono perseguibili d’ufficio, ovvero quei reati che per essere puniti devono essere denunciati per forza da chi li ha subiti. Si tratta di quei reati che, anche se conosciuti dalle forze dell’ordine, possono essere perseguiti solo se la vittima lo desidera altrimenti si rimane, purtroppo, spettatori impotenti.
La querela può essere depositata sia direttamente dalla persona offesa che dall’Avvocato che la rappresenta.
Essendo, tuttavia, reati perseguibili solo su volontà della persona offesa, occorre che questa volontà venga espressa in tempi ben precisi al fine di evitare la decadenza.
Questo significa che se decorsi tre mesi, i quali diventano sei solo per alcuni reati, da quando si è stati vittima di un reato, non si propone querela, successivamente la stessa risulta inutile poiché inammissibile.
Una caratteristica della querela è che può essere rimessa ovvero ritirata.
Cos’è la denuncia?
È un atto tramite il quale chiunque e non soltanto la vittima come nel caso della querela, può denunciare un reato, sia oralmente che per iscritto.
Naturalmente, per quanto detto prima, si tratta di reati perseguibili d’ufficio ovvero quei reati che indipendentemente dalla volontà della vittima possono essere perseguiti.
La denuncia, a differenza della querela, una volta depositata non può essere ritirata, proprio perché i reati che rientrano nella disciplina prevista da questo istituto sono caratterizzate da un livello elevato di gravità.
Per questa ragione, una volta che la denuncia viene depositata, le forze dell’ordine devono necessariamente effettuare le indagini anche se la vittima, nel frattempo, ha cambiato idea. Altra sostanziale differenza tra denuncia e querela è che la denuncia può essere presentata in qualsiasi momento anche oltre il termine di tre mesi.
Appare evidente come sia importante conoscere queste differenze perché la consapevolezza è alla base della propria tutela e della tutela dei propri diritti.
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