L’evoluzione della tecnologia spesso non va al pari con l’evoluzione umana.
Siamo riusciti a progettare cose immense, riusciamo a programmare tutto dai tablet, non ci spaventa niente del futuro se possiamo averlo sul nostro smartphone. Tutto tranne l’omosessualità. Non se ne parla. Se non si dice non esiste. Invece c’è ed è oramai nelle nostre vite quotidiane, che si accetti o meno. Abbiamo inserito negli spot la pedofilia. Abbiamo inserito la violenza. Abbiamo inserito il bullismo. Ma non si riesce ad accettare l’amore fra due persone dello stesso sesso. Incredibile. Ho riflettuto su quanto la normalità dell’omosessualità sia gestita su social, programmi e spot. In Italia è molto difficile che sia resa pubblica e palese.
Qualche anno fa addirittura ricordiamo tutti la campagna della Barilla sulla famiglia tradizionale. “Barilla e gli omosessuali: non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri“, così Guido Barilla ai microfoni di Radio24 (26/09/2013), rispondeva a una domanda sul perché l’azienda non abbia mai fatto spot con protagonisti omosessuali”. Indubbiamente argomento delicato. Indubbiamente messaggi importanti da mettere all’interno di uno spot. Ma niente di surreale o inesistente. Normalità nelle nostre vite. Domande che spesso i bambini fanno e per le quali che sarebbe bene iniziare a trovare risposte.
Non tutta l’omosessualità è volgarità. Non tutta l’eterosessualità è pudica.
Gli eccessi disturbano in tutti i casi. Qui si parla di amore. Nessuna influenza. Nessun pregiudizio. Nessuno stereotipo. E mentre noi siamo qua a dover scegliere la marca della pasta nel mondo si mangano messaggi importanti.
Ultimo ma non ultimo lo spot della Renault che per sottolineare il marchio che ci accompagna da moltissimi anni ha inserito al suo interno la storia di due bambine amiche che poi si ritrovano da adulte e si accorgono di amarsi. Tutto il percorso accompagnato sullo sfondo da una Renault. Arriverà in Italia? Quanto ancora ci nasconderemo dietro ad un dito?tiriamo fuori la verità, bella o brutta che sia. Prendere atto della realtà e imparare ad accettarla e soprattutto spiegarla alle generazioni future. È molto più semplice spiegare dell’amore che spiegare dell’odio.
Ecco un excursus storico di qualche messaggio LGBT nella storia degli spot.
Amore arcobaleno per Ikea – 1994
Una colorata sorpresa per Findus – 2014
Banco Argentina (Spot con donna transgender) – 2007
Se volete saperne di più, vi consigliamo di recuperare questo articolo sulle 5 pubblicità LGBT mai viste in tv