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Il nostro Michelangelo è a vostra disposizione per fare chiarezza sui vostri sentimenti, accogliere le vostre rivelazioni o semplicemente leggere i vostri punti di vista sul mondo. Scriveteci!
Ciao Michelangelo, ho visto la diretta del pride di Bologna e ho deciso di scriverti.
Cercherò di essere breve. Da due anni ho un compagno, col quale convivo da dieci mesi, e c’è un problema che sta mettendo a dura prova la mia pazienza.
Da circa un anno lui è vegetariano, nel senso che ha smesso di mangiare carne e pesce. Fin qui tutto bene.
Il dramma è che da quando abbiamo cominciato a convivere lui, oltre a diventare vegano (e anche qui figuriamoci, scelte personali), ha cominciato quasi a radicalizzarsi. Non posso cucinare carne in casa perché dice di sentire odore di morte. Non mi faccio un ragu la domenica da chissà quanto tempo perché gli dà fastidio. Rimedio con degli affettati, ma ha da ridire anche su quelli. Gli dà fastidio tutto e oltre a questo mi tiene ore e ore a tavola a parlare di allevamenti intensivi, dei diritti degli animali ok.
La scelta di diventare vegano è sua, non mia. A me la carne piace, non eccedo ma mi piace, voglio mangiarla. Pure la mozzarella non gli va più bene, così come il miele, le uova. Niente. Non lo sopporto più, maledico il giorno in cui gli ho chiesto di convivere perché da quel momento abbiamo cominciato a stare male. Il problema è che lo amo. Punti d’incontro non ce ne sono perché lui è irremovibile sulle sue posizioni, se mi vede mangiare carne mi mortifica. Ci sto male, credimi. Male. L’altra sera sono andato a mangiare un panino col wurstel dallo zozzone da solo per la rabbia, quando sono tornato a casa non ho cenato e lui mi ha tenuto il muso.
Non so che fare. Come direbbe Arianna David dell’Isola dei Famosi, SONO PIENA.
Ben trovato carissimo amico! Ironia del caso, hai scritto proprio ad un vegetariano, anche se ti anticipo subito che non mi troverai solidale con l’atteggiamento del tuo compagno.
Quando ci siamo conosciuti io e Mr Dee, avevamo due diete diverse: lui vegano, io “semi-vegetariano” tornato da qualche anno a mangiare poca carne o pesce, per non rendere difficoltosi i momenti di socialità, visto che la mia dieta rendeva le persone irascibili, ansiose e qualcuno mi chiedeva persno di portarmi il cibo da casa quando si organizzavano cene.
Ebbene! Il mio compagno neanche per un solo momento mi ha fatto pesare la sua scelta etica e i valori a cui si ispirava. Certo, mi spiegava il perché di queste scelte, ma sempre e solo quando io gli chiedevo delucidazioni o, al limite, parlandomi di sé e di quello che voleva fare lui per il Mondo!
Io pian piano mi sono sentito di ritornare ad essere vegetariano, perché in quel momento avevo non solo un alleato (dopo anni di mega super pipponi dai miei amici e parenti), ma ho anche parecchia scelta in più nei locali e nei supermercati, rispetto a quando le uniche soluzioni dei ristoratori erano pasta al pomodoro e insalata .
Io ammiro chi, come i nostri compagni, investe su stesso e sulle proprie risorse per sensibilizzare gli altri o per cambiare qualitativamente la propria vita e quella di ogni altro essere vivente.
Ma non riesco proprio a concepire come lo si possa fare arroccandosi dietro posizioni rigide o allontanando gli affetti e gli amici. Credo che sia proprio l’atteggiamento atto ad inasprire i rapporti umani, stimolando più diffidenza che apertura, facendo passare il messaggio che una delle parti coinvolte sia sotto giudizio/attacco.
Io sono e sono stato tante cose nei miei quarantanni di vita, però su una cosa sono sempre stato fermo: ho detto no a proseliti e proselitismi: chi rivede nel mio stile di vita qualcosa che riconosce come affine e mi vuol prendere ad esempio, sarà il benvenuto. Io mi sono sempre riservato di fare lo stesso.
Non riesco ad immaginare che chi mi ama possa impormi qualcosa che non desidero o addirittura possa farmi sentire a disagio perché non condivido le scelte che, e voglio sottolinearlo, valgono e sono legittime solamente per la sua di persona.
Io e Dee, ogni qual volta ci troviamo a mangiare con gente che non conosciamo, veniamo presi d’assalto sotto il fuoco amico di mille domande e, alcuni probabilmente sentendosi giudicati (non tanto dalle nostre parole, quanto dalle nostre scelte) tentano in ogni modo di sminuire e ridicolizzare il nostro stile di vita .
Mi farebbe piacere che tu mostrassi al tuo compagno questa mia risposta, affinché possa comprendere che non è mai buona cosa mettere le persone in difficoltà, sia in un senso che in un altro . Non è allontanandoci dal mondo che possiamo apportare rivoluzioni al suo interno; ci battiamo affinché tutte le creature abbiano la dignità e il rispetto che meritano, esseri umani compresi.
È indubbio che il sentimento sia presente nel vostro rapporto, perché sei tu che me lo comunichi, ma se piuttosto che coinvolgerci alziamo muri, anche quello pian piano si spegne.
Esiste un compromesso valido per tutti: la tua libertà di esprimerti e di autogestirti è pari alla sua! Senza questo presupposto la coppia non farà molta strada .
C’è stato un tempo in cui io per primo sono stato vittima di certe subdole coercizioni; chi rappresentava il mio mondo affettivo mi ha sabotato, ha imposto le sue preferenze sulle mie, ha subdolamente fatto in modo che per non “meritarmi” l’emarginazione dovessi chinare il capo e ingoiare rospi, cavalli, mucche e pollame. Ma non accadrà più e non dovrà accadere neanche a te.
Valutiamo e valutiamoci per valori e qualità imprescindibili (onestà, coraggio, sensibiltà) e non proiettiamo sugli altri le nostre aspirazioni così come i nostri timori.
Ho provato una tenerezza infinita nell’immaginarti “dallo zozzone”, tutto solo, sotto la pioggia (questo l’ha liberamente creato la mia mente), sentendoti un estraneo in casa tua e alieno a colui che più di tutti dovrebbe darti rifugio.
Guardatevi negli occhi e ditevi ancora una volta chi siete e che strada volete percorrere, senza recriminazioni e senza indugi. O vi ritrovate perché vi riconoscete o vi salutate perché il cambiamento ha intaccato solo uno di voi.
Ma non fatevi del male, non lo meritate e vi porterebbe ad una nuova schiavitù, quella del rancore.
Vi faccio i miei migliori auguri e tifo per una vostra riconciliazione.
Baci, Michelangelo.