Ciao Michelangelo,
Sono una ragazza di Alessandria e da un paio di settimane ho scoperto grazie ad un amico la tua rubrica e ho deciso di raccontarti (in forma anonima per favore) la mia situazione per sapere che ne pensi.
È ormai quasi un anno che frequento un ragazzo, è bellissimo, gentile e ci tiene molto a me, insomma è perfetto. Siccome la nostra storia pare che stia diventando molto importante, qualche giorno fa ha deciso di aprirsi con me e mi ha raccontato un suo piccolo “segreto”. In pratica qualche anno fa gli è capitato di avere un’avventura con un altro ragazzo, durata 3 o 4 mesi. Mi ha detto che è stato un episodio isolato, che non rimpiange nulla ma che comunque non ha più desiderato nessun altro maschio e si sente eterosessuale.Io sono stata molto comprensiva e mentalmente aperta e gli ho detto che per me non fa alcuna differenza. Purtroppo però la verità è un’altra. Sono caduta in paranoia, continuo a pensare che chi è stato con un altro uomo prima o poi ci tornerà, anche se so che è una paura irrazionale. Sono una ragazza emancipata, e so che oggi si parla sempre più spesso di sessualità fluida ma questo pensiero continua ad assillarmi. Forse sono più bigotta di quanto non voglia ammettere o forse ho solo paura di perderlo.
Cosa ne pensi? Sono una persona orribile?
Ti ringrazio in anticipo per la risposta e ti faccio i complimenti per tutto.
L.
Ciao L., accolgo con gratitudine, per la fiducia che mi concedi, questa tua lettera, e spero di aiutarti a far luce sui quesiti che ti stai ponendo. Ho ben presente quando con la mente riusciamo a mettere bene a fuoco, ma di pancia ci appare tutto avvolto dalla nebbia!
Hai accanto un ragazzo che, come dici tu, è bellissimo, gentile, tiene a te e reputi perfetto. Un ragazzo che ha voluto portarti a conoscenza di un aspetto della sua vita e, lasciamelo dire, non ne era tenuto. Mettersi a nudo per condividere con te un frammento della sua natura e della sua intimità non è cosa da poco; poteva tenerlo per sé, poteva reputare la cosa come una parentesi privata, e invece ha voluto presentarsi alla persona cui vuol bene (mi auguro sia questo quel che prova) per ciò che è!
Partiamo dal presupposto che la sua inclinazione sia quella di riuscire indipendentemente a provare sentimento e piacere per entrambi i sessi: cosa negherebbe a te in quanto sua compagna? A mio parere nulla: bisognerebbe uscire da quella logica che vorrebbe che un genere sia ripiego dell’altro, un compensativo per chi non è in grado di prendere una decisione! È mia opinione che non tutti ci muoviamo per regole predefinite; davvero potrebbe essere stato un caso isolato, come potrebbe essere una situazione che si ripresenta, ma non è detto che succeda mentre sta con te e non è detto che lui la avverta una mancanza da soddisfare per compensare un rapporto tiepido.
Non è disdicevole che tu sia pietrificata davanti ad una data ammissione, poiché ciò che non conosciamo ci si paventa davanti creando scenari apocalittici, e altresì non credo si possa dire di te che tu sia bigotta. Hai probabilmente bisogno di essere rassicurata e per esserlo, devi compiere quel passo avanti che ti porterà a voler introiettare il suo mondo emotivo, la sua sfera più intima, creando quell’incontro che nasce solo se c’è rispetto e fede, sia nei suoi che nei tuoi confronti. Proprio di fede si tratta! Non cieca e immotivata, ma ragionata e figlia di uno scambio sincero.
Hai mai pensato, amica carissima, che esistano persone che si innamorano di altre persone e basta?
Non riduciamo tutto ad una questione di istinti sessuali, impariamo a parlare di uomini e donne che si muovono al di fuori di recinti cui un certo tipo di cultura li vorrebbe rinchiudere. Se a lui piacessero solo le donne avresti lo stesso timore, che so, che magari arrivasse una ragazza a tuo parere più avvenente o brillante, e lui potesse scegliere diversamente? Allora è il caso che tu apra un confronto con te stessa, forse ti stai svalutando.
Certo è diverso mettersi a paragone con chi potrebbe offrire ben altre opzioni all’amato, ma il lavoro sulla nostra autostima è sempre lo stesso. Noi siamo unici e ciò che mettiamo a disposizione dell’altro è innegabilmente irriproducibile. Consideriamo che l’amore segue inevitabilmente le regole dell’amore.
Che ci piaccia o no, non possiamo metterci al riparo da ciò che riteniamo una minaccia, ma possiamo invece lavorare affinché la relazione sia quanto più onesta possibile. Occorrerebbe fidarsi di chi ci dimostra (e non solo dice) di averci a cuore e, nel caso specifico, di chi è pronto a sfidare timori e pregiudizi pur di farsi conoscere nella sua vera veste .
Ho in mente una coppia di amici, sia lui che lei omosessuali che, incontratisi, si riconobbero come anime affini e si innamorarono. A detta loro, lei trovò in lui la parte delicata che cercava, lui in lei quella forza e quel modo di accogliere che non aveva avuto ancora modo di scoprire.
Era meraviglioso guardarli e vedere nei loro gesti quanto amore e quanta cura avessero l’una per l’altro. Sono stati insieme per moltissimi anni, erano migliori amici e complici, oltre che amanti, nonché collaboratori di progetti lavorativi comuni. Sì, si sono lasciati, ma come si sarebbe potuta lasciare una qualunque coppia perché ad un tratto si cambia, si parte alla ricerca di un nuovo sé, e ogni tanto questo viaggio è solitario, perché uno dei due magari rimane indietro o, a sua volta, intraprende un viaggio per altre destinazioni.
Non abbiamo garanzie che qualcuno rimanga al nostro fianco e non esistono luoghi sicuri presso cui nascondere l’oggetto del nostro amore, esistono semplicemente territori in cui ci incontriamo con fiducia e nei quali sostiamo mediante un’ospitalità che chiamiamo dialogo. Senza queste due costanti si faticherà sempre a sentirsi protetti nei rapporti con gli altri.
Il mio consiglio è sicuramente quello di ricambiare la stima ricevuta dal tuo partner, aprendoti e mettendo sul piatto dubbi e insicurezze. Ricordati però che le rassicurazioni non possono venire solo dall’esterno, è necessario imparare a darci credito, consapevoli della nostra straordinarietà.
ti abbraccio,
Michelangelo