Ben tornati a tutti voi nerd sulle righe della vostra rubrica preferita del BL MAGAZINE, #RetroGaymer.
Giugno, Pride Month: sempre più compagnie si schierano a favore dei diritti LGBT. Negli anni scorsi SONY ne aveva preso parte, realizzando un bellissimo tema Rainbow da impostare sulla propria Playstation 4 con scritto “POWER TO ALL THE PLAYERS“. Pochi giorni fa, anche un’altra grande compagnia è scesa in campo, schierandosi a favore: WARNER BROS, che ha rilasciato il logo di uno dei suoi brand più redditizi in versione Rainbow: MORTAL KOMBAT!
Mortal Kombat: la storia
La saga giunta ufficialmente all’undicesimo capitolo sta riscontrando un vasto successo di pubblico e critica, seppur non utilizzi l’Unreal Engine 4 (motore grafico di ultima generazione di cui quasi tutti gli ultimi titoli ne facciano uso) rimane un capolavoro.
Bisogna tornare nel lontano 1992 per vedere la nascita di questa longeva saga, quando nei cabinati da sala giochi esisteva un solo ed unico RE dei Picchiaduro, STREET FIGHTER 2! Fu così che due giovani, BOON e TOBIAS, realizzarono,un picchiaduro diverso dagli altri, sanguinolento e truce, con attori in carne ed ossa totalmente digitalizzati. Nacque così MORTAL KOMBAT, con l’idea di contrastare l’egemonia del titolo di Capcom.
La storia, molto vasta e articolata, vede in prevalenza gli eroi della terra chiamati dagli dei anziani, primi fa tutti RAIDEN (Dio del tuono), a scontrarsi in un combattimento mortale, che si tiene ogni 500 anni, contro gli invasori provenienti da diversi regni (ad esempio occulto, esterno,) per proteggere il pianeta (tra le regole, è previsto che il Regno esterno debba vincere 10 tornei di fila prima di conquistare e assoggettare il pianeta Terra al proprio dominio).
Inizialmente sviluppato dalla MIDWAY, Mortal kombat, in seguito al fallimento dell’azienda, passò successivamente a WARNER BROS, la quale decise di farne un reboot con distorsioni temporali, ma soprattutto ampliandone la mitologia.
Dopo questa premessa, ci dedichiamo al personaggi perno dell’articolo di oggi: Kano, presente fin dal primo capitolo.
Mortal Kombat: Kano, il cyborg musclebear
Kano è un malvagio assassino e mercenario al servizio del Dragone Nero, solito schierarsi sempre con le forze oscure per ricavarne profitti. Kano si caratterizza per il suo aspetto: per metà faccia appare come un cyborg stile Terminator.
Nell’ultimo titolo ha subito un vistoso restyling grafico, dal quale sono scaturite polemiche sessiste. Fin nei precedenti capitoli le donzelle, umane e non, erano vestite in abiti molto succinti e provocanti, mentre i colleghi maschi erano invece totalmente vestiti, o quasi. In questo capitolo, invece, le donne non vestono più abiti succinti e scosciati, mentre Kano presenta un character design piuttosto accattivante e sexy, mostrando un poderoso torace villoso. il malvagio Kano somiglia sempre più ad un sexy daddy muscle bear.
La peculiarità della saga era appunto la comparsa, alla fine di ogni incontro, della scritta FINISH HIM/HER, dove al giocatore più esperto era data la possibilità di finire il proprio avversario nel modo più truce possibile (fatality, brutality, animality) oppure, solo in seguito, in maniera meno violenta (come le innocue modalità friendship e babality). Tutto ciò fino al nono capitolo, nel quale, invece, per far capire meglio al giocatore cosa avviene all’interno del corpo dell’avversario quando si rompono ossa o si trafiggono muscoli, è stata implementata la funzione X-Ray.
Come già detto, Mortal Kombat è un vasto franchinsing che gode di ben 2 film, una serie animata, fumetti, una serie televisiva e molto altro ancora. Si vocifera, tra le altre cose, la lavorazione di un nuovo capitolo cinematografico.
Voi avete mai giocato a questo titolo? Che ve ne pare? Siete in grado di eseguire le fatality? Avete un personaggio preferito? Fatemi sapere sotto nei commenti. Ciao e alla prossima!