Ben ritrovati, gaymers e non, sulla vostra rubrica preferita! Ci siamo lasciati il periodo natalizio alle spalle, pertanto entriamo subito nel mood giusto. Qualche settimana prima di Natale ha fatto molto scalpore l’annuncio della nuova serie dei Cavalieri dello Zodiaco prodotta da Netflix, in completo 3d (a differenza della serie classica).
Quello che ha fatto più discutere è il vero e proprio stravolgimento in uno dei protagonisti principali. Ricordiamo che la saga Saint Seiya (titolo originale dell’opera) nasce dalle matite di Masami Kurumada nel lontano 1985.
La trama della saga, alquanto complessa e longeva, si
dipana, almeno nella versione animata, nei sottocapitoli “Il Santuario”, “Odino”, “Poseidone” e “Hades”, “Omega” , “Lost Canvans” e “Soul Of Gold”; se poi aggiungessimo anche le versioni cartacee di “Episode G” e “Next Dimension”, potremmo solo minimamente capire quanto quest’opera sia immensa.
Da pochi giorni è stata rilasciata la versione animata di Santhia Sho, le sacre guerriere di Atena, saga parallela alla principale.
Ebbene, per chi non avesse mai visto la saga, il prologo è il seguente: periodicamente, nei secoli, a seguito di una nuova guerra galattica la Dea Atena si reincarna in una fanciulla terrestre e consacra un gruppo di ragazzi (ovvero i santi/cavalieri, il cui potere ed armature derivano dalle costellazioni) fin dalla notte dei tempi con lo scopo di proteggere il pianeta terra,la pace e l’umanità dagli attacchi di altre divinità mitologiche.
Nella saga classica, fra i protagonisti principali troviamo Shun di Andromeda, fratello minore di Ikki della Fenice, allenatosi nell’isola di Andromeda per conseguire la sua sacra armatura, come accadde nel mito antico; la giovane Andromeda fu incatenata ad uno scoglio in balia delle intemperie del mare a causa un’affronto della madre rivolto alle ninfe Nereidi, le quali, adirate, chiesero l’intervento di Poseidone per vendicarsi. L’unico modo per placare le ire delle divinità era il sacrificio della giovane fanciulla, al quale lo stesso Shun venne sottoposto per guadagnarsi la sacra armatura di Andromeda. Uscitone vittorioso, il combattente, a differenza di tutti gli altri, non fu incline alla violenza e non ricorse al combattimento se non in casi estremi.
La sua armatura, di un rosa vistoso e con un due forme evidenti di seni, è stata nel corso degli anni oggetto di discussioni in quanto rispecchiava chiaramente l‘identità del protagonista maschile.
Tornando ai giorni nostri, ciò che ha fatto discutere è che nella nuova edizione di Netflix, Shun è diventato donna a tutti gli effetti.
Un personaggio schivo, dai modi pacati e gentili perché mai è stato reso donna nonostante da circa 30 anni ci si sbeffeggi di lui e della sua presunta sessualità?
Netflix ha replicato che “per le nuove generazioni, questo cambio di sesso sicuramente attirerà anche il pubblico femminile e possa sviluppare una nuova schiera di fans“. Ma davvero si pensa che rendere un personaggio velatamente omosessuale in una donna completa sia davvero una
scelta coraggiosa?
Se Netflix avesse voluto davvero azzardare, non sarebbe stato molto più coraggioso rendere donna un personaggio “cazzuto”? C’era davvero bisogno di stravolgere una serie amata in tutto il mondo all’insegna del politically correct?
Ricordiamo anche che Shun è il terzo dei personaggi preferiti del vasto universo dei Saint, presente anche nei capitoli videoludici di casa Sony, nonché protagonista di molte action figures e altre tonnellate
di merchandising.
Personalmente, come per molti anche io stesso ho storto il naso all’accoglienza di questa notizia: non ci resta che aspettare la prossima estate per un giudizio più completo.
Va anche detto che i cavalieri non sono nuovi al cambio di sesso: pochi anni fa è stato editato un film in computer graphic dove uno dei 12 cavalieri d’oro, Milo di Scorpio, subisce la stessa trasformazione in una donna!
Voi cosa ne pensate a riguardo? Scrivete pure la vostra sotto qui nei commenti e fatemi sapere se vi è piaciuto ma soprattutto… avete mai sentito bruciare il cosmo dentro di voi?