Da Biancaneve e i sette nani (1937) a oggi, sono molte le figure del mondo Disney che hanno rappresentato le donna nella società, sia esse principesse, personaggi secondari, cattive, o più in generale eroine.
Ognuna di loro ha raffigurato il pensiero del suo tempo, elogiandolo, accettandolo o criticandolo. E proprio perché i tempi passano, possiamo rivedere alcuni di questi personaggi con un occhio più critico, elogiando pregi e difetti del loro tempo e in rapporto al nostro presente… insomma, vedere come questi personaggi sono invecchiati tra ieri e oggi
La Sirenetta e il Rinascimento Disney
il 1989 fu per la Disney un momento di rinascita per i suoi film d’animazione. Con La Sirenetta si aprì il periodo conosciuto come Rinascimento Disney, e questo nome non venne dato a caso. Dopo un decennio abbondante di film mediocri, i produttori dei film d’animazione scoprirono un nuovo modo per narrare le loro storie, ripartendo dalle origini (fiabe e classici) con la chiave del musical di Broadway. Questo comportò un aggiornamento delle tematiche affrontate, e nei personaggi in generale.
Ariel e il suo personaggio
Ariel ci viene presentata fin da subito come una principessa nuova, ribelle addirittura. Non si presenta al suo “posto” come le sue sorelle, ma mentre esplora un relitto in cui non potrebbe entrare.
Dai suoi grandi occhioni azzurri, è affascinata dal mondo in superficie e dai suoi oggetti, rischiando di essere mangiata da uno squalo! Non per nulla ha una grotta segreta in cui nasconde questi oggetti, cantando di voler conoscere quel mondo a lei così lontano, ma vicino.
Essenzialmente, Ariel è una figlia del suo tempo. Gli anni ’80 furono gli anni della ribellione giovanile dagli schemi e le autorità, prima tra tutte l’autorità genitoriale. Ecco perché esiste il contrasto tra Ariel e Tritone, restio a conoscere il mondo in superficie per chiusura mentale. Solo in un prequel ufficiale del 2008 ci verrà spiegata la sua paura.
“finchè vivrai sotto il mio oceano obbedirai alle mie regole”
Ma, se da un lato Ariel si ribella alla figura autoritaria del padre, appena scorge il principe Eric si innamora perdutamente e desidera solamente stare con lui. E come mai si innamora di questo principe misterioso? Essenzialmente perché è bello. Per carità, lo salva persino da un nubifragio improvviso, ma la frittata poi è fatta. Occhioni dolci e bam, innamorata. Comunque, per me Henry Cavill è il principe Eric in versione Umana.
Non potendo contare su chi conosce, si fa convincere dalla strega del mare Ursula che l’unico modo per ottenere l’amore del principe è diventare umana, ma con un prezzo da pagare: la sua voce. E se non potrà comunicare verbalmente con lui, potrà sempre farlo fisicamente.
Ecco un altro punto a sfavore del film: la perdita della voce della Sirenetta significa perdere il modo più chiaro e immediato per comunicare con l’altra persona, senza ricorrere alla sensualità. Una castrazione metaforica per un uomo! Non più per conoscere il mondo in superficie, ma per un uomo!
Sicuramente in questo gioca molto l’ingenuità della sirenetta e la sua giovane età (e per carità, anche il principe non è che sia una cima di acume), ma così passa il messaggio che per poter conquistare un uomo è necessario castrare il proprio pensiero, e comunicare solo con la sensualità. E la sensualità fino a quel momento era sempre stata una prerogativa delle cattive Disney.
Una grande parentesi dovrei dedicarla a Ursula, melodrammatica, macchinista e sensuale, se non un intero articolo! Ma per il momento mi limiterò a dire che per quanto sia lei a dare questa idea sbagliata tra voce e fisicità, Ariel la accetta perché pensa sia la più giusta, ed è questo il punto a sfavore!
Fortunatamente questo elemento viene sfatato poco dopo la canzone Baciala. Ursula, per incantare il principe, utilizza proprio la voce della sirenetta, attraverso cui veicola un incantesimo di ipnosi, e sarà proprio grazie al ritorno della voce stessa ad Ariel, che Eric la riconosce.
Ecco che giungiamo alla parte finale del film. Eric sconfigge Ursula nel combattimento, salva Ariel e si accascia sulla spiaggia esausto.
E solo in quel momento, mentre Ariel sospira vedendo il principe, che Tritone capisce il sentimento della figlia. Così le dona le gambe che tanto ha desiderato, e i due giovani convolano a nozze.
Conclusioni Finali
La Sirenetta è un bellissimo film d’animazione. Se da una parte ci presenta una principessa diversa da quelle narrate finora, che esprime dei desideri che vanno al di là del mondo che conosce, scontrandosi con il padre (la figura paterna, autorità principale della sua vita), dall’altra va a finire che tutti questi desideri confluiscono verso un uomo e verso il matrimonio. Negli anni ’80 c’era la ribellione giovanile verso quelle che sembrano le regole sociali, ma se poi riguardiamo bene quell’epoca, il fine ultimo delle persone era sempre quello: sposarsi e avere figli, soprattutto per le donne! La ribellione era veicolata più su CHI sposare, e non su SE sposarsi.
Ora… non sto dicendo che le donne non possano desiderare di trovare la persona da amare, sposarla e passarci la vita insieme, ci mancherebbe. Il femminismo non riguarda l’abbattimento del matrimonio, e non riguarda solo le donne. Però qua è palese come i progetti iniziali della sirenetta, il suo senso d’avventura e di scoperta vengano veicolati verso il principe, annullandosi del tutto. Un esempio è dato sempre dall’auto castrazione della voce, o persino dal finale stesso, in cui Ariel comunque rinuncia alla sua famiglia per stare con Eric.
In conclusione posso dire che La Sirenetta è un film che collocato nel suo tempo funziona alla grande! Ma se lo riguardiamo e lo collochiamo al giorno d’oggi lo percepiamo un po’ stantio, una storia vecchio stile e non più così attuale.