Ben ritrovati a tutti sulle righe della vostra rubrica preferita #RETROGAYMERS. Oggi, come da titolo, approfondiremo un personaggio che ha accompagnato la nostra infanzia.
Come cantava Cristina D’Avena (della quale potere recuperare la recensione del magazine dei suoi ultimi album Duets e Duets Forever) nella celeberrima sigla di apertura “I PUFFI ” (qui lo speciale #BLSigle) questi strani ometti blu nascono dalla matita del belga Pierre Cuillford in arte Peyo, come spin off della celeberrima saga “Johan Et Pirlouit” (conosciuti in Italia John e Solfamì).
La loro prima comparsa avviene nel film d’esordio “Il flauto a sei puffi“. Va detto che questi ometti blu vivono in Europa, in un non precisato periodo medievale, nel bel mezzo di una foresta all’interno casa tipiche ricavate da funghi.
La loro società è ben strutturata, ognuno svolge il suo mestiere. Sono in genere pressoché tutti identici, e differiscono solo per il look ispirato dalla propria professione (in genere cappello ed abiti) o particolari caratteristiche fisiche.
Uno di loro, “diverso dagli altri“, nonché personaggio protagonista dell’articolo è niente meno che “Puffo Vanitoso“.
Per chi non lo conoscesse, Puffo Vanitoso è estremamente narcisista, e indossa un particolare cappello dove ha appuntato un fiore (bianco nei fumetti, rosa nella lunga serie televisiva prodotta da Hanna&Barbera). Il suo unico passatempo è godere del meraviglioso riflesso (a detta sua) del suo viso nello specchio che tiene sempre e saldamente con sè in mano. Pensa, inoltre, di esser il più bello di tutti i Puffi. Inoltre, Vanitoso indossa un costume estivo a strisce rosa.
Nell’edizione animata italiana, Vanitoso ha assunto un accento francese piuttosto effeminato, e in effetti, talvolta, parla di se stesso al femminile. Per questo sono davvero esilaranti le gag che si possono trovare nelle strisce in compagnia di Puffetta.
Puffo Vanitoso, socialmente, è un puffo inutile. Infatti, in una saga cartacea dove si racconta di una disputa, i Puffi si dividono in “socialmente utili“, i quali contribuiscono alla società e allo sviluppo con una professione ben definita, e puffi socialmente inutili. Tra questi, oltre a Vanitoso, figuravano Puffo Pigrone e Ttontolone ( i quali non lavorano). Inutile dire che chi resta tutto il giorno con le mani in mano non conclude nulla di buono.
Buono o no, qualcosa il Puffo Vanitoso l’ha realizzata, creando involontariamente il centesimo puffo! Il Puffo n. 100 nasce durante una tempesta mentre Vanitoso si specchiava: colpito da un fulmine, lo specchio (questa volta era maxi!) ha generato un puffo identico a Vanitoso, in tutto e per tutto, tranne per il fatto che parlasse al contrario. Se per i primi tempi aver trovato un qualcuno identico a se stesso è sembrato un idillio, successivamente il rapporto è degenerato. Solo con una magia dell’alchimista Grande Puffo, il doppione ha poi assunto un’identità tutta sua.
Puffo Vanitoso, come tutti gli altri Puffi nella saga “i Puffi Neri” è stato a
sua volta infettato, divenendo “cannibale” e contagiando gli altri superstiti.
Inoltre, il nostro narcisista e amatissimo omino blu è stato uno dei protagonisti principali del secondo film prodotto dalla Sony, dove si riprende un po’ il concetto della divisione tra Puffi di serie A e serie
B.
Vanitoso è anche protagonista dell’omonimo videogioco per console (Sony, Microsoft e Nintendo) e in quanto personaggio giocabile è possibile vestire i suoi panni per completare l’avventura. Chi pensa che sia
indifeso non ha fatto i conti con la sua mossa speciale: Puffo vanitoso si specchia ed il suo riflesso è talmente potente che fa innamorare tutti i nemici nei dintorni che storditi rimangono inermi!
Esistono migliaia di giochi dei Puffi: dalla più vecchie consolle come il Commodore 64 alle nuove generazioni di app per smartphone, questo business in costante crescita ha prodotto migliaia di merchandising.
Nelle ultime serie animate, grazie a dei potenti cristalli , Vanitoso sarà in grado di viaggiare nel tempo, dall’antico Egitto alla Roma Imperiale passando attraverso lo spazio, e finendo addirittura in una importante avventura ai Poli.
Piccola curiosità: anni fa Unicef, in collaborazione con le creature di Peyo, ha rilasciato un corto nel quale spiegava ai più piccoli gli effetti della guerra e dei bombardamenti. Anche il villaggio ne è stato il target, e tutti i Puffi erano scomparsi, ad accezione di Baby Puffo che chiude il video disperato, piangendo circondato da macerie e cadaveri.