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Quaresima chiama Quaresimali

- 18/02/2021


Da Mercoledì 17 Febbraio (Mercoledì delle Ceneri) siamo entrati in quaresima. Il periodo dei buoni propositi, di rinunce, 40 giorni fino a Giovedì Santo in cui molto scelgono di fare un “fioretto”.

Periodo in cui nelle pasticcerie, al fornaio e in tutti i supermercati arrivano queste manciate di lettere color cioccolato che hanno effetto delle ciliegie: uno tira l’altro.

Nel mondo ecclesiastico i temi del digiuno, della preghiera, dell’astinenza o della carità sono quelli più sentiti e più idonei per affrontare questo periodo. Per tutti gli altri, credenti o meno, il fatidico “fioretto” è la rinuncia a qualcosa di goloso o molto gradito, qualunque esso sia.

Il periodo della Pasqua è caratterizzato, parlando in ambito culinario, dal cioccolato e le mille tipologie di uova che vengono prodotte, quindi la rinuncia al cioccolato per quaranta giorni prima sarebbe perfetto per chi ne è dipendente. Per fortuna però ci sono altre rinunce alle quali sottoporsi senza coinvolgere l’imparagonabile sensazione di benessere indotta dalla cioccolata come per esempio i grassi animali.

Infatti proprio da questa tradizione nascono i famosi biscotti Quaresimali noti in molte parti d’Italia. In tanti in questo periodo si sono trovati ad assaggiarli o magari a comporre frasi poco consone vista la loro particolare forma a lettere dell’alfabeto. 

La storia

Ci sono molte tradizioni legate ai quaresimali, la loro nascita nel mondo cattolico in un convento a Firenze nel XIX secolo dove le monache li avrebbero creati a forma di lettere per ricreare le parole del Vangelo; la loro origine in Germania col nome “Russich Brot” (pane russo) con importazione da San Pietroburgo come strumento didattico vista la forma di lettere dell’alfabeto.

Oltre che in Toscana, in particolare a Firenze e Prato, anche a Genova, a Napoli, in Puglia, nel salento e in Sicilia esistono i famosi quaresimali, con forma e ricetta differente ma sempre con in comune una caratteristica: non sono fatti con grassi animali. Infatti la ricetta non prevede l’utilizzo di burro, la loro leggerezza nasce dall’essere un biscotto con pochi ingredienti peccaminosi (la tradizione racconta che la scelta della ricetta fosse dettata dal rispetto dei quaranta giorni di digiuno di Gesù nel deserto).

La ricetta

Ci sono infiniti modi di fare i quaresimali, alla genovese, alla siciliana, alla napoletana, alla salentina, alla pugliese ma tutte hanno in comune un dettaglio, sono fatti senza grassi animali quindi ci sono alcune varianti con le mandorle, ma sempre senza burro. 

In Toscana la ricetta è molto semplice, albume, zucchero e cacao sono i soli ingredienti di queste letterine.

3 Albumi montati a neve
150 gr di farina
30 gr di cacao
170 gr di zucchero a velo
1 scorza d’arancia

Unire farina, cacao, zucchero. Montare gli albumi a neve e mescolare insieme al resto del composto. Grattugiare la scorza d’arancia e mescolare delicatamente. Usare una sac à poche per formare le letterine. 
150° per 15 minuti circa

Buon fioretto a tutti!

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