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Se torna Sanremo deve tornare anche Shakespeare

- 28/01/2021


Teatri chiusi. Concerto chiusi. Cultura ferma. Ma non per tutti. Silenziosamente, ma neanche troppo, la macchina di Sanremo si è messa in moto. Stanno provando a organizzare il Festival più famoso cercando soluzioni alle restrizioni, imposte a tutti i teatri d’Italia, per il distanziamento del pubblico. Addirittura, secondo notizie arrivate di straforo, pare che stiano anche cercando comparse per fare da pubblico.

Ma facciamo un passo indietro. 

I teatri come  Scala, il San Carlo, l’Opera di Roma, il Carignano e il Teatro Nazionale, il Comunale sono chiusi “sine die” (senza termine o scadenza), causa coronavirus, come tanti altri anche minori. Questo per motivi di sicurezza e norme di controllo anti-contagio però, a quanto pare, all’Ariston il pubblico potrà entrare.

Davide Livermore direttore Teatro Nazionale di Genova

A sollevare una accesa polemica e mettere sotto i riflettori la questione è il regista, musicista, attore Davide Livermore, il direttore del Teatro Nazionale di Genova, il quale rilascia la seguente dichiarazione alla Stampa: “Assisteremo a Sanremo con il pubblico in sala? Allora noi apriremo i teatri e sul palco ci sarà il nostro festival: primo concorrente Shakespeare“.

La cultura sta subendo un calo, le programmazioni sono ferme e il nervosismo è alle stelle. La questione che solleva il direttore del Teatro Nazionale di Genova è l’iniquità tra il trovare soluzioni per il pubblico per Sanremo ma non trovare le stesse soluzioni per gli altri teatri.

Infatti continua “Noi staremo alle regole, se valgono per il Festival, valgono anche per noi: riapriamo e riempiamo di comparse contrattualizzate i nostri teatri. Si ha un’idea di quanta gente del mondo teatrale, dagli attori ai tecnici, è senza lavoro da mesi? E ogni comparsa potrebbe fare una donazione al teatro, che sarà il costo del biglietto. E tutti saranno tamponati”.

Lo stop causa Covid ha messo in ginocchio il mondo dello spettacolo a 360°. Non a caso, il famoso rapper Fedez, compagno della influencer Chiara Ferragni, oramai entrambi paladini e padroni del mondo Social, si è mobilitato con “SCENA UNITA”: progetto di raccolta fondi a favore di tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo. Pare che, grazie a questa iniziativa e una ottima divulgazione mediatica, siano stati raccolti più di 2 milioni di euro destinati ai lavoratori nel mondo dello spettacolo e in generale nel mondo della musica. 

E i teatri? Davide Livermore infatti, non solleva la questione altro che in merito alla promozione della cultura e alla questione che, diversamente dai luoghi di ristorazione, durante uno spettacolo a teatro si sta seduti con la mascherina senza togliersela per mangiare o bere.

Molte polemiche e grandi proteste collettive si sono attivate a seguito delle decisioni del Governo di chiudere o aprire determinate attività come tutto il settore dei ristoratori e la campagna #ioapro che però non è decollata.

Il tema del pubblico, pagante o meno, è un tema caldo che coinvolge non solo Sanremo ma tutte le manifestazione, perfino quelle calcistiche che paradossalmente sarebbero svolte all’aperto. 

“Penso a una maratona shakespeariana come un intervento con 40 drag queen e attori da tutta Italia. Noi, gente di teatro, siamo pronti sempre: appena ripartono i musei, abbiamo una mostra per Palazzo Ducale, con attori chiusi nelle teche a leggere Edipo, il contagio” dice il direttore Livermore che vede, in questa decisione riguardante Sanremo, una discriminazione della cultura e di tutti coloro che, come lui, si sono attenuti alle regole rispettando la chiusura imposta. 

Il messaggio adesso è stato inviato forte e chiaro, vedremo, crisi di governo permettendo, quali saranno le risposte in merito. Riuscirà la cascata di fiori sul palco dell’Ariston a riattivare anche la riapertura dei teatri per svegliare una cultura oramai appassita?

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